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Gli Accordi bilaterali III per una Svizzera integrata e autonoma – L’Osservatore


Il rapporto tra la Svizzera e l’Unione europea figura tra le relazioni bilaterali più complesse e strategicamente rilevanti nella politica estera elvetica. Negli anni, tale quadro ha consentito al paese un accesso parziale e regolato al mercato interno europeo, pur non prevedendo – almeno nel corto-medio termine – una forma di adesione politica o istituzionale all’UE. Storicamente ha permesso alla Svizzera di mantenere la propria sovranità, rispettando al contempo i principi cardini del sistema politico – democrazia diretta, neutralità e federalismo. Tuttavia, con l’evoluzione dell’UE e la crescente complessità delle normative comunitarie, il sistema bilaterale ha mostrato segni di usura. È stato necessario un ripensamento e una ristrutturazione degli accordi esistenti. Una sorta di aggiornamento, sfociato nelle prospettive negoziali di una nuova fase, gli Accordi bilaterali III, risposta pragmatica e necessaria per modernizzare i rapporti tra Svizzera e UE.

Questi accordi intendono affrontare settori di crescente importanza economica e sociale – l’energia, i servizi finanziari, la salute pubblica, la ricerca, nonché la partecipazione a programmi europei di rilievo come Horizon Europe ed Erasmus+. La revisione e l’ampliamento delle collaborazioni consentiranno a Berna da una parte di mantenere un ruolo attivo e competitivo nel contesto europeo. Dall’altra, eviterà la marginalizzazione, favorendo la continuità di un flusso di scambi, investimenti, innovazioni, beni e servizi. Cioè, i pilastri fondamentali per il benessere del paese alpino. Dal punto di vista economico, un accesso stabile e prevedibile al mercato unico europeo è essenziale per la Svizzera, allorché il suo tessuto produttivo e commerciale è molto integrato con quello dell’UE – il primo destinatario dell’export elvetico. La presenza di multinazionali e piccole-medie imprese che operano a livello transfrontaliero richiede certezze normative e standard condivisi.

Gli Accordi bilaterali III offrono aggiornamenti a livello istituzionale e meccanismi di dialogo ed integrazione più efficaci. Ma permettono anche di ridurre i rischi di conflitti normativi e costose interruzioni commerciali in un periodo di forte incertezza globale, rafforzando la fiducia di imprese ed investitori, quindi dei cittadini stessi. La partecipazione ai programmi di ricerca e innovazione europea è un elemento chiave per mantenere la capacità competitiva della Svizzera in settori come la tecnologia, la medicina e l’energia sostenibile, con ricadute positive sul mercato del lavoro e sulla formazione soprattutto delle nuove generazioni. A livello sociale, infatti, gli Accordi bilaterali III favoriranno una migliore tutela dei diritti dei cittadini svizzeri residenti in Europa e degli europei in Svizzera. L’obiettivo? Mobilità e facilitazione dell’accesso a servizi essenziali.

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Il rafforzamento della cooperazione in materia di salute pubblica, evidenziato dal Covid-19, è un’importante opportunità per migliorare la risposta comune a crisi sanitarie future. L’evoluzione dei meccanismi di equivalenza finanziaria contribuirà a mantenere la Svizzera come centro finanziario internazionale di rilievo, assicurando stabilità e trasparenza, cruciali per la tutela di investitori e risparmiatori. Ma la negoziazione degli Accordi bilaterali III deve avvenire nel segno del realismo e della pragmatica ricerca di compromessi che rispettino il sistema politico elvetico, basato sulla partecipazione democratica e sul federalismo. Quindi, occorre bilanciare l’esigenza di apertura funzionale verso il mercato comunitario, pur col desiderio di mantenere un margine di autonomia istituzionale. Solo così si eviterà l’assoggettamento a norme europee che possano entrare in conflitto con le prerogative costituzionali elvetiche.

Sia a livello Svizzera-UE che a livello Confederazione-Cantoni è solo attraverso un dialogo trasparente e inclusivo che sarà possibile ottenere il consenso necessario per portare a termine gli Accordi bilaterali III. Una Svizzera capace di mantenere solide relazioni con l’UE contribuisce alla promozione della pace, cooperazione multilaterale e stabilità regionale. Valori che ne caratterizzano l’azione diplomatica da decenni. Va da sé, dunque, che il rafforzamento dei legami con Bruxelles permette di gestire meglio le macro-sfide transnazionali – tra queste, sicurezza informatica, cambiamento climatico, migrazioni, etc. Non da ultimo, gli accordi sono un’opportunità cruciale per consolidare la propria posizione economica e politica nel continente. Gli impatti favorevoli per i cittadini svizzeri si rifletteranno non solo nella continuità degli scambi commerciali e nell’innovazione scientifica. Ma anche nella protezione dei diritti sociali, nella stabilità e qualità della vita.

Amedeo Gasparini







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