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Mercoledì 25 Giugno 2025
L’allarmante contesto climatico illustrato dall’ex ministro Giovannini. La preoccupazione dell’assessore regionale Guidesi a proposito della possibile modifica dell’assegnazione dei fondi europei di coesione
Non c’è autentica sostenibilità senza sviluppo e senza politiche mirate supportate da adeguati investimenti. Il tema è emerso con chiarezza, ieri mattina a Lariofiere di Erba, in occasione della 23esima “Giornata dell’economia”, promossa dalla Camera di commercio di Como e Lecco con il titolo “Benessere e sviluppo sostenibile”.
Dopo il saluto iniziale di Fabio Dadati, presidente di Lariofiere, i lavori sono stati aperti da Ezio Vergani, presidente della Camera di commercio dei due territori lariani: «In questo anno al vertice camerale – ha detto – ho compreso la necessità primaria delle nostre due province: fare rete. Purtroppo – ha aggiunto -, in alcuni casi domina ancora il campanile, ma dobbiamo andare oltre. In particolare – ha detto ancora Vergani – mi sto impegnando per un forte rilancio di Como NExT, soprattutto attraverso un più marcato collegamento con il mondo universitario».
Il concetto di rete è stato ripreso anche dall’assessore regionale allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, che ha ricordato il ruolo della Regione Lombardia per la crescita e lo sviluppo dei territori: «L’amministrazione lombarda mette in campo strumenti finanziari che diventano moltiplicatori per innovazione, digitalizzazione, investimenti, formazione. Proseguiremo – ha aggiunto – cercando di riconoscere e superare il potenziale inespresso a causa della mancata connessione: per questo abbiamo messo in campo strumenti di sostegno alle filiere, ai distretti del commercio e alle Zis, Zone di innovazione e sviluppo». Questo ruolo primario della Regione, che consente di realizzare gli investimenti necessari proprio per attuare politiche di sostenibilità, secondo Guidesi è a rischio a causa della ventilata riforma del sistema di distribuzione dei fondi di coesione europei: «Se i fondi dovessero realmente passare da una gestione regionale ad una centralizzata da parte dello Stato, non sarebbe a rischio la funzionalità delle Regioni ma il sostegno che possiamo dare ai nostri sistemi economici e quindi al futuro dei nostri territori e delle nuove generazioni; ci sarebbero tante “Industrie 5.0” con i soldi ingessati a Roma e non spesi sui territori, indipendentemente dal colore del governo nazionale».
La Regione inoltre, secondo quanto affermato ieri dall’assessore Guidesi, ha un altro compito fondamentale: «Vogliamo e dobbiamo essere gli ambasciatori del nostro sistema economico e produttivo per far comprendere, soprattutto alla Commissione europea, la necessità di adottare alcuni correttivi alla politica ambientale, ma proprio per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità che l’Europa si è data: infatti, se siamo lasciati liberi di innovare e creare, raggiungeremo i target prima di quanto previsto: per questo siamo a favore della neutralità tecnologica». Tutto questo lavoro, infine, secondo Guidesi, deve essere finalizzato ad infondere fiducia alle nuove generazioni, per fornire gli strumenti adatti a chi desidera diventare industriale, artigiano, agricoltore, commerciante del futuro: «Siamo la Lombardia – ha concluso l’assessore – e se non lo facciamo noi, non lo farà nessuno».
La mattinata, moderata dal direttore dei quotidiani La Provincia e La Provincia di Lecco, Diego Minonzio, è proseguita con la “lectio magistralis” di Enrico Giovannini, già ministro del Lavoro con Enrico Letta e ministro delle Infrastrutture con Mario Draghi, oggi direttore scientifico dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile. A lui è toccato il compito di tracciare i contorni del contesto in cui ci troviamo: «Il quadro globale sul fronte climatico – ha spiegato con dati inequivocabili – è molto grave e purtroppo viene sottostimato, anche sul fronte economico. Infatti – ha proseguito – è presente una stretta connessione tra i differenti scenari climatici futuri e l’andamento del Pil nazionale: la catastrofe climatica produrrebbe un crollo del prodotto interno lordo». E se l’Italia non ha ancora adottato adeguate politiche per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, «moltissime imprese – ha detto ancora l’ex ministro – hanno decisamente investito sul fronte della sostenibilità, anche perché conviene: dobbiamo augurarci un cambiamento culturale generale per invertire la rotta». Consapevoli che, se è vero che non c’è sostenibilità senza sviluppo, è vero anche il contrario. Almeno ragionando a lungo termine.
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