BARI – La cooperazione in Puglia resta un pilastro dell’economia regionale, nonostante una riduzione nel numero di imprese. È quanto emerge dal dossier Il Sismografo n. 26 – La cooperazione in Puglia, presentato da Unioncamere Puglia nella Sala Giunta della Camera di Commercio di Bari. Lo studio fotografa una realtà che, pur avendo subito un ridimensionamento quantitativo negli ultimi anni, mostra una crescita importante in termini di efficienza economica, stabilità finanziaria e capacità occupazionale.
A inizio 2025, le cooperative attive in Puglia sono 9.111, pari al 2,4% del totale delle imprese regionali, un dato superiore alla media nazionale dell’1,8%. La regione si posiziona al quinto posto in Italia per numero di cooperative, con una presenza capillare in tutti i settori produttivi.
Secondo la presidente di Unioncamere Puglia, Luciana Di Bisceglie, il movimento cooperativo pugliese rappresenta un modello d’impresa coerente con i valori del territorio, capace di coniugare equità, inclusione e solidarietà. Un modello che, spiega, “è radicato nel tessuto sociale regionale e genera una struttura solida dal punto di vista economico e occupazionale”.
Il comparto cooperativo impiega 78.545 addetti, con una media di 8,6 occupati per impresa, contro i 2,8 delle imprese individuali e i 5,1 delle società di capitali. L’agricoltura guida la classifica settoriale con 1.137 imprese e oltre 7.400 lavoratori, seguita dal settore edile che raccoglie il 18% delle cooperative. Il vero motore occupazionale resta però l’assistenza sanitaria e sociale, che coinvolge oltre 21.000 addetti.
Secondo Di Bisceglie, questa dinamica riflette l’invecchiamento della popolazione pugliese e la crescente domanda di servizi alla persona. Si evidenzia anche un rafforzamento nei comparti di logistica, trasporti e servizi alle imprese.
Sul fronte dimensionale, l’80% delle cooperative pugliesi sono microimprese, con solo 31 grandi e 295 medie cooperative, pari al 3,5% del totale, una percentuale inferiore alla media nazionale (5,2%). La Puglia si colloca in una fascia intermedia tra le regioni più strutturate, come Lombardia e Lazio, e quelle con tessuti cooperativi più frammentati, come Campania e Sicilia.
Il dato più evidente riguarda però la contrazione del numero complessivo di cooperative. Tra il 2020 e il 2025, sono scomparse 4.001 imprese, con una riduzione del 30% e una perdita di oltre 15.000 posti di lavoro. Una flessione superiore alla media nazionale (-25%), che il segretario generale di Unioncamere Puglia, Luigi Triggiani, attribuisce a fattori strutturali, come la diffusione delle S.r.l. semplificate e le operazioni di contrasto alla cosiddetta “cooperazione spuria”.
Nonostante il calo, il report evidenzia un netto miglioramento della tenuta economica e patrimoniale delle imprese cooperative. Il fatturato complessivo ha raggiunto quasi 4 miliardi di euro, con un incremento del 17% rispetto al 2018. In crescita anche utili, investimenti e redditività: il ROE è passato dal 2% del 2018 all’8,62% del 2023, mentre gli utili aggregati sono saliti di 56 milioni di euro. Gli investimenti hanno registrato un aumento pari a 296 milioni, e l’indipendenza finanziaria è migliorata dal 16% al 22%.
Per Cosmo Albertini, responsabile dell’Ufficio Studi di Unioncamere Puglia, il dato più significativo è che le cooperative pugliesi sono oggi più solide e competitive, con una struttura capace di affrontare meglio le sfide del mercato. “Fare impresa cooperativa in Puglia è oggi più vantaggioso di quanto non lo fosse cinque anni fa”, ha affermato.
Altro punto di forza del sistema è il contributo delle donne. Una cooperativa su quattro è a guida femminile: 2.100 su 9.111. Le donne ricoprono il 24% delle cariche esecutive, superando la media delle imprese pugliesi (22%). La loro presenza è particolarmente marcata nei servizi sociosanitari e all’infanzia, con strutture che offrono modelli organizzativi flessibili e orientati all’empowerment.
Restano invece più marginali la presenza dei giovani e delle persone straniere, con una governance dominata da dirigenti tra i 50 e i 69 anni e una percentuale di over 70 pari al 17%, ben oltre la media regionale del 13%. L’unica eccezione riguarda proprio le cooperative a guida femminile, dove si registra una maggiore apertura verso i profili più giovani.
Il rapporto restituisce un quadro di transizione, in cui la cooperazione pugliese si muove tra riduzione numerica e rafforzamento strutturale. Meno cooperative, ma più solide, con un ruolo sempre più centrale nei settori chiave del welfare, dell’inclusione e dello sviluppo sostenibile.
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