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Bankitalia, in Sicilia il Pil cresce più del resto del Paese: 1,3% nel 2024 – il Fatto Nisseno


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In Sicilia nel 2024 l’attività economica è cresciuta dell’1,3 per cento, una variazione superiore a quelle della macroarea e dell’Italia, ma meno intensa rispetto all’anno precedente. L’occupazione ha continuato ad aumentare, del 4,6%, sempre oltre la media nazionale, con un tasso di occupazione che si è portato al 46,8%. Emerge dall’indicatore trimestrale dell’economia regionale della Banca d’Italia, presentato a Palermo. Nonostante la robusta ripresa successiva alla pandemia, non sono stati recuperati completamente i livelli di attività precedenti la crisi del 2008-09, a differenza di quanto si è osservato per l’intero Paese. La produzione agricola ha risentito della siccità che ha caratterizzato il 2024, con cali significativi nei comparti cerealicolo e delle coltivazioni arboree. Nell’industria la congiuntura si è mantenuta positiva: le aziende con fatturato in aumento hanno prevalso e sono cresciute le ore lavorate. La spesa per investimenti, sostanzialmente invariata rispetto al 2023, ha beneficiato delle politiche pubbliche di incentivazione e si è indirizzata anche verso le tecnologie avanzate e il miglioramento dell’efficienza energetica. Le aspettative per l’anno in corso risentono dell’elevata incertezza geopolitica. Sono diminuite le esportazioni dell’8,3%; il calo dei prodotti petroliferi (-15,2%) è stato solo in parte controbilanciato dall’incremento degli altri beni. Le vendite verso gli Stati Uniti, costituite principalmente da prodotti elettrici, petroliferi e agroalimentari, potrebbero risentire dell’inasprimento dell’imposizione tariffaria sulle importazioni dall’Unione europea. Il settore delle costruzioni ha continuato a crescere, sebbene in rallentamento, sospinto dall’espansione dell’attività nel comparto delle opere pubbliche. Anche nel terziario è proseguito l’andamento positivo. La domanda estera ha sostenuto il comparto turistico e il trasporto aereo. le presenze turistiche sono cresciute del 5,1% (dell’11,3% nel 2023) trainate dagli stranieri che rappresentano oltre la metà del totale. Il traffico passeggeri negli aeroporti dell’Isola è aumentato del 10,3%, con una dinamica più sostenuta per i voli internazionali; quello nei porti è cresciuto del 2,4% (del 7% nel 2023). La dinamica del valore aggiunto ha tuttavia perso vigore rispetto all’anno precedente. Le start up innovative, concentrate soprattutto nei servizi ad alta intensità di conoscenza, sono meno diffuse rispetto all’intero Paese, ma forniscono un contributo significativo all’attività brevettuale. La redditività si è mantenuta positiva per la maggior parte delle aziende. Nonostante la diminuzione del costo del credito, che ha riflesso l’allentamento della politica monetaria, i finanziamenti si sono contratti risentendo della debolezza della domanda di prestiti. I prestiti bancari al settore produttivo si sono ridotti del 3,5%. L’occupazione ha continuato ad aumentare del 4,6%, in misura più intensa rispetto a quanto è avvenuto in Italia e nel Mezzogiorno (rispettivamente 1,5 e 2,2%). All’incremento hanno contribuito, secondo il rapporto di Bankitalia, sia il lavoro autonomo sia, in misura più contenuta, quello alle dipendenze; nel settore privato il saldo tra assunzioni e cessazioni è stato positivo, anche se di entità inferiore a quanto registrato l’anno precedente. Tasso di occupazione per la popolazione tra i 15 e i 64 anni è aumentato portandosi al 48,6% (62,2 in Italia). Il numero delle persone in cerca di occupazione si è ridotto in misura consistente ed è pari al 13%,; ne è conseguito un calo del tasso di disoccupazione, che tuttavia risulta ancora circa il doppio della media nazionale. L’aumento dell’occupazione osservato negli ultimi anni ha riguardato anche i lavoratori più qualificati, che però in regione continuano a rappresentare una quota più bassa rispetto alla media del Paese. Queste professionalità sono quelle che nei prossimi anni potrebbero essere maggiormente esposte all’impatto della crescente diffusione di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale. L’andamento positivo del mercato del lavoro ha sostenuto il reddito delle famiglie siciliane che, grazie al contenuto livello di inflazione, è cresciuto anche in termini reali dell’1,8%. L’incremento dei consumi, dell’1,4%, è stato superiore alla media nazionale. I prestiti alle famiglie hanno continuato a espandersi (1,5%), sostenuti dal credito al consumo. Le nuove erogazioni di mutui per l’acquisto di abitazioni, dopo il calo del 2023, hanno ripreso ad aumentare riflettendo la crescita della domanda, sospinta nella seconda metà dell’anno dal calo dei tassi di interesse. Nel 2024 i finanziamenti al settore privato non finanziario hanno continuato a contrarsi. La rischiosità è lievemente peggiorata; l’incremento del flusso di nuovi prestiti deteriorati ha riguardato il settore produttivo, in particolare le imprese dei servizi. Il tasso di deterioramento è salito del 2%, rispetto all’1,8% del 2023). All’ulteriore ridimensionamento della rete degli sportelli bancari si è contrapposto il rafforzamento dell’uso di tecnologie digitali nei rapporti tra le banche e la clientela. Nel 2024 le spese degli enti territoriali siciliani sono cresciute, riflettendo l’aumento della spesa corrente primaria in tutte le sue componenti. E’ invece diminuita quella in conto capitale (-1,9%), in particolare i contributi alle famiglie e alle imprese e gli investimenti fissi che, dopo la forte espansione registrata nel 2023, si mantengono ancora su livelli elevati nel confronto storico. In base alle informazioni disponibili più recenti oltre i quattro quinti delle risorse del Pnrr assegnate ai soggetti attuatori pubblici risultavano aggiudicati; i lavori avviati o conclusi erano pari a poco meno della metà delle gare espletate. Sono ulteriormente aumentate rispetto all’anno precedente le entrate degli enti territoriali siciliani (Comuni +7,3%, Regione +14,9%); si è registrato un miglioramento delle loro condizioni finanziarie. Permangono condizioni di fragilità dei Comuni per il perdurare della bassa capacità di riscossione e delle limitate basi imponibili. 

In particolare, l’incremento del numero di occupati si è verificato in tutti i settori, con la sola esclusione di quello agricolo; i contributi maggiori sono stati forniti dal comparto del commercio e degli alberghi e ristoranti, dove l’occupazione si è così riportata sullo stesso livello del 2019, e dalle altre attività dei servizi. La crescita dell’occupazione, come nel 2023, è stata particolarmente intensa per i lavoratori che svolgono professioni a più alta qualifica1, la cui quota sul totale degli occupati nella media dei primi tre trimestri del 2024 era pari a poco più di un terzo (circa il 30 per cento nella media del biennio 2021-22; 36,4 per cento la media nazionale). La progressiva adozione di tecnologie basate sui sistemi di intelligenza artificiale potrebbe in futuro influenzare soprattutto la domanda di lavoro per le professioni che richiedono maggiori abilità cognitive. Il tasso di attività è solo leggermente cresciuto al 54 per cento, a fronte di una sostanziale stabilità nella media nazionale e nel Mezzogiorno (rispettivamente 66,6 e 56,1 per cento). In regione il tasso è aumentato solo per le donne, determinando una riduzione del divario di genere: nel 2024 la differenza è stata pari a 25,8 punti percentuali (18,1 la media nazionale), un valore più contenuto rispetto a quanto registrato nel periodo pre-pandemico. Come avviene già dal 2021, il numero degli inattivi ha continuato a ridursi ed è migliorato l’indicatore riferito al grado di coinvolgimento della popolazione più giovane in attività di studio e formazione: nel 2024 la quota di individui di età compresa tra i 15 e i 34 anni che non è occupata, non studia e non segue corsi di formazione (Neet) sul totale, si è ulteriormente ridotta, di 2,1 punti percentuali, portandosi al 30,1 per cento (17,3 per cento la media nazionale; il dato regionale era pari al 40,7 per cento nel 2019). Nel 2024 è cresciuto il numero di domande presentate per accedere alla nuova assicurazione sociale per l’impiego (Naspi) che, in base ai dati dell’Inps, era pari a circa 210 mila, in aumento del 9,2 per cento rispetto a quanto registrato nell’anno precedente (7,2 e 6,4 rispettivamente, nel Mezzogiorno e nella media nazionale). Ha continuato a ridursi invece il numero di ore autorizzate per Cassa integrazione guadagni e fondi di solidarietà portandosi a quasi 8 milioni. Rispetto al 2023 il calo è stato complessivamente di circa un quinto e ha interessato tutte le tipologie di Cig; alla riduzione hanno contribuito soprattutto i trattamenti straordinari. Tra i settori si segnala un incremento delle ore autorizzate nell’industria metallurgica e nel commercio al minuto; quest’ultimo comparto assorbe quasi la metà del totale degli interventi concessi. Nel primo trimestre del 2025 il numero complessivo di ore autorizzate per Cig e fondi di solidarietà è aumentato di circa il 9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024. 





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