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sale al primo posto con 684 autorizzazioni


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«Una cassetta degli attrezzi che ha sortito effetti straordinari, soprattutto in Puglia». Così ha definito la Zes (Zona economica speciale) unica il suo coordinatore Giuseppe Romano, ospite ieri a Lecce del convegno organizzato nel centro congressi di Ecotekne dalla Banca popolare pugliese in collaborazione con l’Università del Salento, Confindustria, Camera di Commercio e Ordine dei commercialisti di Lecce. Un incontro con lo scopo di illustrare le opportunità offerte alle impese che investono nel Mezzogiorno e anche i primi risultati della Zes unica che, a partire dal primo gennaio 2024, ha incluso le regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. La Zes unica, che ha sostituito le precedenti Zes frammentate, mira a semplificare e velocizzare gli inter burocratici per le autorizzazioni. Giusto per fare un esempio, Romano ha citato un’autorizzazione da lui rilasciata nei giorni scorsi a Taranto a vantaggio di una multinazionale e in variante allo strumento urbanistico vigente nel comune ionico. Per questo lo stesso Comune ha espresso parere negativo, ma l’iter è comunque andato avanti. «Perché, a differenza di quello che qualcuno possa pensare, l’autorizzazione unica non è uno strumento di disordine, tutt’altro – ha chiarito Romano – Spesso i Comuni sono ancorati a piani urbanistici di 20-30 anni fa. Gli strumenti della Zes quindi si sostituiscono ad un certo lassismo. E poi l’idea della Zes unica è nata proprio qui. Ultimamente la Corte dei Conti ha fornito dei dati che vanno ben oltre le nostre più rosee aspettative. Questa terra è particolarmente attenta alla semplificazione burocratica. Dopo un 2024 in cui il numero di autorizzazioni in Puglia era vicino a quello per la Campania, nei primi sei mesi del 2025 la Puglia assurge al primo posto con 684 autorizzazioni rilasciate. E possiamo dire che questa regione inverte la tendenza rispetto al 2024. Non sono 684 favori fatti a qualcuno – ha aggiunto il coordinatore della Zes unica – ma 684 moltiplicatori di effetti sociali con 26,5 miliardi di investimenti e ben 35mila addetti. Potremmo anche immaginare un’inversione della cartina geografica con questo territorio che da trainato diventa trainante del Paese. Questo strumento dà ai meridionali la possibilità di essere riconosciuti per le loro capacità. E c’è un impatto sul territorio che deve restare sul territorio con effetti concreti, tangibili e immediati».

Romano ha anche parlato delle resistenze di quanti, in particolare nei Comuni, prima rilasciavano le autorizzazioni e ora si sentono privati di questo potere. E spesso ricorrono alla Giustizia amministrativa, ma le prime sentenze dei Tar attestano la legittimità del rilascio. «Davanti a questi numeri non c’è critica che tenga – ha detto ancora – Col regime precedente c’era poi disparità tra comuni vicini. Con il meccanismo della Zes unica la disparità è stata eliminata, perché le medesime condizioni di favore valgono per tutto il territorio regionale». Nel panorama delle iniziative volte a favorire la crescita del tessuto industriale del Sud Italia, secondo il presidente di Bpp Vito Primiceri «la Zes unica rimane ancora fondamentale, anche per attrarre investimenti stranieri che, uniti agli sforzi delle imprese autoctone, possano favorire una crescita complessiva delle comunità meridionali. I risultati fin qui raggiunti sono incoraggianti, sia nelle iniziative che nelle procedure che favoriscono gli insediamenti senza troppe lungaggini burocratiche. Dal canto nostro, come Banca che ha promosso questa iniziativa, vogliamo aiutare le imprese nel cercare di superare le difficoltà del reperimento e della gestione degli investimenti, attraverso un supporto tecnico e operativo in grado di evitare gli ostacoli di tempo e di modo che in altre situazioni hanno ritardato o fermato le iniziative industriali. Siamo ottimisti che le norme e la concretezza messe in campo dalla Zes unica, possano ulteriormente contribuire al rilancio dell’imprenditoria e dell’economia meridionale, con nuovi impianti e nuova occupazione». E per il direttore generale di Bpp Mauro Buscicchio, «la presenza del coordinatore Giuseppe Romano e degli altri esperti a Lecce ci ha dato la possibilità di mettere gli imprenditori pugliesi ed i loro consulenti direttamente a contatto con quanti valutano i progetti, contribuendo ad eliminare ostacoli ed errori, ma anche contribuendo alla diffusione delle occasioni concrete che, attraverso la Zes, possono realizzarsi e aiutare l’ammodernamento e lo sviluppo dell’economia meridionale. Anche perché non si tratta solo di privilegiare i grandi insediamenti. La Zes Unica, infatti, aiuta anche i progetti da 200mila euro in su, ed ha già dimostrato, nel suo primo anno di funzionamento, di poter essere accanto anche a piccole imprese, oltre che ai progetti di insediamento di grosse aziende».

Mano tesa anche dal presidente della Camera di Commercio di Lecce, Mario Vadrucci: «Le Zes funzionano se funzionano i territori – ha rilevato Vadrucci – E i territori funzionano se le istituzioni fanno rete. In questo scenario, le Camere di Commercio non sono soggetti burocratici, ma veri motori di sviluppo locale, con una presenza capillare, capacità operativa e una conoscenza profonda dei bisogni delle imprese». Infine, per Valentino Nicolì, presidente di Confindustria Lecce, «la Zes unica del Mezzogiorno rappresenta una straordinaria opportunità per il rilancio economico del nostro territorio: uno strumento strategico per attrarre investimenti, creare nuova occupazione e colmare finalmente il divario che da troppo tempo penalizza il Sud rispetto al resto del Paese».

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