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ERP: quando cambiare gestionale è un rischio aziendale


Cambiare un gestionale ERP non è mai solo una questione di software. È come rifare le fondamenta mentre l’edificio è ancora in piedi: un’operazione ad altissimo impatto strategico, economico e umano. Eppure, in Italia, troppo spesso questa scelta viene affrontata con la leggerezza con cui si cambia una stampante in ufficio. Il risultato? Il disastro è dietro l’angolo. Lo spiega Paolo Borghetti, ceo di Future Age, azienda di consulenza specializzata nell’evoluzione dei modelli organizzativi delle imprese italiane che segue da vicino per quel che riguarda i cambiamenti nei processi e nelle tecnologie.

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IL MIRAGGIO DEL “NUOVO ERP CHE RISOLVE TUTTO”

Sulla carta, il nuovo ERP promette miracoli: digitalizzazione e standardizzazione dei flussi aziendali, eliminazione di errori e ritardi, riduzione delle ridondanze, visione integrata e in tempo reale delle aree produttive, logistiche, amministrative e commerciali. Tutto vero, ma solo in teoria.

Nella realtà, la maggior parte dei progetti ERP in Italia finisce per naufragare tra ritardi, sforamenti di budget e risultati insoddisfacenti. Perché? Perché il problema non è mai solo tecnologico.

I QUATTRO NEMICI DEL PROGETTO ERP

  1. Sforamenti dei costi
    Si parte con un budget apparentemente sostenibile, ma bastano poche settimane per trovarsi davanti a un conto raddoppiato. Integrazioni impreviste, personalizzazioni “indispensabili”, supporti esterni extra. Il danno non è solo economico: per contenere le spese, spesso si taglia dove non si dovrebbe – formazione, supporto, affiancamento – accelerando il go-live e compromettendo tutto il progetto.
  2. Ritardi infiniti
    Il piano iniziale prevedeva 9 mesi? Dopo 18 si naviga ancora a vista. I reparti hanno esigenze diverse, i sistemi legacy si rivelano più intricati del previsto, ogni manager chiede soluzioni su misura. In mancanza di una governance forte, ogni decisione diventa una mediazione estenuante. E l’ERP resta incagliato nel pantano delle indecisioni.
  3. Resistenze interne silenziose
    Il vero ostacolo non sono mai solo i processi, ma le persone. Nessuno lo dice apertamente, ma in molti temono il cambiamento: perdere ruolo, competenze, potere. Il vecchio ERP – inefficiente ma prevedibile – dava sicurezza. Il nuovo rappresenta l’ignoto. Senza un lavoro strutturato su motivazione e consapevolezza, la reazione più comune sarà il sabotaggio silenzioso.
  4. Perdita di controllo
    Durante la transizione, il caos prende il sopravvento. Ordini smarriti, report incompleti, magazzini disallineati. È la “shouse”: una miscela di shadow IT e confusione operativa in cui nessuno sa più esattamente cosa stia succedendo. Clienti insoddisfatti, fornitori in difficoltà, manager senza dati affidabili. Il progetto ERP si trasforma in una crisi aziendale conclamata.

 IL VERO ERRORE? SOTTOVALUTARE L’IMPATTO UMANO

La maggior parte dei fallimenti nasce da un errore di prospettiva: concentrare tutta l’attenzione su che software scegliere, quale cloud adottare, quale system integrator coinvolgere. Domande importanti, ma secondarie. La vera domanda è: l’organizzazione è pronta a cambiare il proprio modo di lavorare?

Se la risposta è no – o, peggio ancora, “non lo so” – nessun software potrà salvare la situazione.

PRIMA LA STRATEGIA, POI LA TECNOLOGIA

Un ERP non è un’app da scaricare, ma una nuova grammatica aziendale. Un linguaggio operativo e culturale che va appreso e interiorizzato. Per farlo servono:

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  • tempo per metabolizzare il cambiamento
  • coaching per affrontare le resistenze psicologiche
  • formazione su misura per trasformare i timori in competenze
  • riprogettazione dei processi, per evitare di digitalizzare la confusione

L’ERP non cambia l’azienda. È l’azienda che cambia sé stessa, attraverso l’ERP. Ma solo se il cambiamento viene affrontato con metodo, visione e rispetto per chi lavora ogni giorno nei processi aziendali. La tecnologia, da sola, non basta: senza una solida cultura organizzativa, diventa solo velocità applicata alla disorganizzazione.

Un consiglio finale: se stai pensando di cambiare ERP, prima di scegliere il software o il partner tecnico, fermati un attimo. E chiediti: abbiamo davvero preparato le persone a cambiare?
Se la risposta è no, sei ancora in tempo per evitare un bagno di sangue.



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