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Borse 24 giugno in rally anche se la tregua Israele-Iran traballa e la Fed non taglia i tassi


Borse brillanti malgrado le ombre sulla tregua tra Israele e Iran e la rinuncia di Powell a tagliare i tassi della Fed. Scivola invece il petrolio. In Germania Dax ai massimi storici e a Milano banche in grande spolvero (Mps +7,03%). Via libera del Governo spagnolo a Bbva-Sabadell ma senza fusione per tre anni

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Le Borse europee chiudono in netto rialzo, sostenute da un clima di rinnovato ottimismo nonostante le tensioni geopolitiche persistenti tra Iran e Israele. La tregua mediata da Donald Trump, seppur ancora fragile e segnata da alcune violazioni reciproche, ha temporaneamente allentato le pressioni sui mercati. Il miglioramento dello scenario ha favorito un marcato calo dei prezzi dell’energia, in particolare del petrolio, contribuendo a rafforzare il sentiment degli investitori.

Milano guida i guadagni in Europa: il Ftse Mib chiude a 39.474,46 punti, in progresso dell’1,63%, segnando la migliore performance tra le principali piazze continentali. Seguono Francoforte (+1,51%), Madrid(+1,37%), Parigi (+1,05%) e Amsterdam (+0,94%). Più cauta Londra, che termina la seduta sulla parità (+0,01%). In linea anche Wall Street, dove gli indici principali avanzano con decisione: Dow Jones +0,95%, S&P 500 +0,93%, Nasdaq +1,34%.

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Iran-Israele: tregua traballante, la reazione di Trump

Il presidente Trump ha ribadito il suo impegno a contenere le tensioni tra Iran e Israele, pur sottolineando che entrambe le parti hanno già violato il cessate il fuoco entrato in vigore. L’Iran ha però respinto le accuse di Israele riguardo al lancio di missili dopo la tregua. Durante un breve intervento alla Casa Bianca prima di partire per il vertice Nato all’Aja, ha espresso forte delusione per i continui attacchi: “Non sono contento di Israele. Riportate a casa i vostri piloti. Adesso!”.

Nonostante il rischio geopolitico, secondo gli analisti di JPMorgan gli investitori tornano a concentrarsi sul quadro macroeconomico, sulla prossima stagione delle semestrali e della scadenza della sospensione dei dazi. Tuttavia, qualche preoccupazione resta: la fiducia dei consumatori statunitensi a giugno è scesa a 93 punti, sotto le attese, segnando un calo rispetto a maggio (98,4).

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Contestualmente, l’indice Ifo sul clima economico in Germania, basato su un sondaggio a 7.000 imprese dei settori industriale, edile e commerciale, è salito a 88,4, il livello più alto degli ultimi dodici mesi, superando le attese degli analisti.”

Powell resta cauto, nessuna fretta sui tassi

Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, nel suo discorso al Congresso e nella testimonianza alla Commissione Bancaria del Senato Usa, ha ribadito l’approccio attendista della banca centrale: “Per ora siamo ben posizionati per attendere e raccogliere ulteriori informazioni sull’economia prima di modificare la nostra politica monetaria”. Powell ha spiegato che la decisione di non tagliare i tassi è motivata dalle previsioni di un significativo aumento dell’inflazione nel corso del 2025.

La Fed resta concentrata sul raggiungimento della massima occupazione e sulla stabilità dei prezzi, confermando che ogni modifica alla politica monetaria sarà guidata dai dati economici. Il numero uno della Fed ha inoltre sottolineato che l’aumento dei dazi potrebbe far crescere i prezzi e rallentare l’economia, ribadendo l’impegno a mantenere ancorate le aspettative di inflazione a lungo termine.

Nel frattempo, il presidente Trump continua a criticare Powell, definendolo “stupido e testardo” e chiedendo tagli consistenti dei tassi, mentre alcuni membri della Fed lasciano aperta la possibilità di un allentamento già a luglio, se i dati lo giustificheranno.

Il risiko bancario spagnolo

Il governo spagnolo ha dato il via libera all’offertaostile da 14 miliardi di euro di Bbva per Sabadell, imponendo però rigide condizioni per salvaguardare l’autonomia operativa delle due banche per almeno tre anni. Le azioni di Bbva e Sabadell sono salite rispettivamente del 2,54% e oltre l’0,43% a Madrid. Tra le restrizioni più rilevanti, Sabadell dovrà mantenere un controllo indipendente su prestiti alle Pmi, decisioni occupazionali e attività chiave, mentre Bbva si riserva la possibilità di ritirare l’offerta qualora le condizioni si rivelassero troppo gravose o se Sabadell vendesse asset strategici, come la controllata britannica Tsb. Il governo, preoccupato per potenziali licenziamenti di massa, sta inoltre valutando l’introduzione di norme più severe su prestiti e finanziamenti alle piccole imprese, evidenziando un forte impegno a tutelare l’interesse pubblico nella complessa operazione di fusione bancaria.

Piazza Affari regina d’Europa con Mps e Buzzi

Seduta brillante per Piazza Affari, con il Ftse Mib spinto al rialzo da forti acquisti sui titoli industriali e bancari. A dominare la scena è Banca Monte dei Paschi di Siena, che vola del +7,03%, spinta da un upgrade a “Buy” da parte di Bank of America e dalla conferma del via libera della Bce all’Ops su Mediobanca (+4,21%) in scia all’indiscrezione di Reuters. Ora si attende la decisione finale del Consiglio Bce entro venerdì, prima dell’ok di Consob per l’avvio dell’offerta.

Sul podio anche Buzzi (+6,78%) che fino alle battute finale si è posizionata in cima al listino.

Intanto, il Financial Times riporta che la Commissione europea sta indagando sulla vendita delle azioni Mps da parte del governo italiano, in seguito ad accuse di esclusione di grandi investitori, smentite da Banca Akros.

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Tra le banche si segnalano anche i rialzi di Unicredit (+3,98%), Banca Mediolanum (+3,5%) e Banco Bpm (+3,36%). Bene anche StellantisNexiPrysmian e altri titoli industriali, tutti sopra il 3%.

Tim (+2,12%) beneficia dell’approvazione dell’assemblea su bilancio, remunerazioni e ampliamento dell’oggetto sociale, che include la nomina di un dirigente dedicato alla sostenibilità. Sono state invece respinte le proposte di riduzione del numero dei membri del Cda e di aumento della soglia azionaria per presentare le liste.

Sul fronte opposto, i titoli del settore oil sono penalizzati dal calo del greggio: Eni perde il 2,54%, Tenaris il 2,44% e Saipem il 2,09%. In flessione anche Campari (-1,87%) e le utility A2A (-0,74%), Terna(-0,69%) e Hera (-0,05%), condizionate dalla debolezza delle materie prime energetiche.

Leonardo chiude in calo dell’1,1%, in scia al vertice Nato, durante il quale la premier Meloni ha annunciato un piano per portare la spesa militare italiana al 3,5% del Pil, con un focus su investimenti ibridi civili e militari. 

Materie prime: petrolio e gas in forte calo

Il prezzo del petrolio continua a scendere, con il Wti attorno ai 65 dollari al barile e il Brent intorno ai 68. Il crollo è legato al fatto che gli attacchi iraniani alle basi Usa in Qatar e Iraq non hanno compromesso le forniture di petrolio, né bloccato lo Stretto di Hormuz, attraverso cui passa circa il 30% del petrolio mondiale. Anche il gas naturale perde oltre il 10%, attestandosi a 36 euro al megawattora. L’oro si sgonfia leggermente con i futures che si muovono intorno ai 3.300 dollari l’oncia.

Dollaro debole e spread in discesa

Sul fronte valutario, il dollaro continua a perdere terreno contro le principali valute, con l’euro/dollaro che supera quota 1,16. Sul mercato obbligazionario, lo spread tra Btp decennali e Bund scende sotto quota 100 punti base, fermandosi a 95 punti base, mentre il rendimento del Btp si attesta al 3,46%, leggermente sotto il 3,50% della vigilia.

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