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Iran: europei alla finestra,Macron chiama Pezeshkian


Gli attacchi statunitensi contro i siti nucleari iraniani hanno infranto le speranze europee di svolgere un ruolo di primo piano nei negoziati con Teheran, confermando il loro ruolo di “partner minori” o di “accompagnamento” degli Stati Uniti. Dopo gli intensi colloqui di Ginevra, che hanno riunito la diplomazia tedesca, britannica e francese, il capo della diplomazia europea, in un faccia a faccia con Teheran, oggi dal Vecchio Continente sono arrivati appelli alla de-escalation, allarmi per un ampliamento del conflitto. Ma il tutto nella consapevolezza che ormai le redini sono nelle mani del presidente americano Donald Trump.
Un iperattivismo è stato mostrato dal presidente francese Emmanuel Macron che ha parlato con l’Oman, gli Emirati arabi, il Qatar e ha chiamato il presidente iraniano Masoud Pezeshkian a cui ha chiesto la “ripresa delle discussioni diplomatiche” sul dossier nucleare. Ieri Macron, poche ore prima che si consumasse l’attacco americano, aveva parlato con lo stesso Pezeshkian e aveva assicurato che la Francia e i suoi alleati europei avrebbero “accelerato i negoziati” sul programma nucleare iraniano per “uscire dalla guerra ed evitare pericoli più gravi”. “Gli iraniani hanno chiaramente sfruttato gli europei per guadagnare tempo, perché l’ultimo negoziato si è concluso con un fallimento, per ammissione degli stessi europei”, ha affermato David Khalfa, co-fondatore del think tank internazionale Atlantic Middle East Forum (AMEF) e co-direttore dell’Osservatorio Nord/Medio Africa della Fondazione Jean-Jaurès. “Il ruolo degli europei sarà limitato al minimo indispensabile”, ha affermato, prevedendo che si limiteranno al “ruolo di accompagnatori, amplificatori della posizione americana”. Clément Therme, ricercatore associato presso l’Istituto di Studi Iraniani dell’Università della Sorbona, ritiene che fondamentalmente “non è cambiato nulla”. Dal 2008, “l’Europa è stata messa da parte sulla questione nucleare iraniana fin dai tempi di ‘Merkozy’”, ricorda, riferendosi al duo europeo formato all’epoca dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dal presidente francese Nicolas Sarkozy. “Continuiamo così, gli europei stanno svolgendo il ruolo di ‘partner junior’ degli Stati Uniti. “Gli europei sono semplicemente fuori dai giochi”, continua l’esperto. “Per una ragione molto semplice: non hanno sovranità economica e applicano le leggi extraterritoriali americane in materia di sanzioni economiche. Il presunto ruolo degli europei, Francia inclusa, è principalmente una questione di “egodiplomazia”, ​​secondo lui. Eppure, gli europei sono stati gli istigatori del processo diplomatico sulla questione nucleare iraniana circa vent’anni fa, svolgendo all’epoca un ruolo di primo piano. Ma per ammissione degli stessi diplomatici del Vecchio Continente, la loro unica vera leva è la possibilità di riattivare lo “snapback”, il meccanismo che consente la reimposizione di sanzioni internazionali contro Teheran.
Anche il primo ministro britannico Keir Starmer ha invitato l’Iran a “tornare al tavolo dei negoziati”. Il numero uno di Downing Street ha convocato una riunione del Comitato per le situazioni di emergenza (Cobra), come di routine in effetti da quando son oiniziati i primi attacchi israeliani contro l’Iran venerdi’ scorso.
“L’intervento americano ha infranto un tabù storico e materializzato l’opzione militare brandita da tutte le amministrazioni americane, da Bush Jr. a Joe Biden, inclusi Barack Obama e Donald Trump”, ha detto Khalfa spiegando che il manganello americano “non è più quindi solo una questione di guerra psicologica”.
A questo punto, ha proseguito l’esperto, “gli europei potrebbero sfruttare la prospettiva di nuovi attacchi statunitensi per rafforzare la loro posizione nei confronti del regime iraniano e incoraggiarlo ad accettare le loro richieste”, non senza avvicinarsi alle richieste degli Stati Uniti.
Per quanto riguarda Bruxelles è intervenuta stamattina l’Alta rappresentante dell’Ue per la Politica estera Kaja Kallas: “All’Iran non deve essere consentito di sviluppare un’arma nucleare, poiché cio’ rappresenterebbe una minaccia alla sicurezza internazionale. Esorto tutte le parti a fare un passo indietro, a tornare al tavolo delle trattative e a impedire un’ulteriore escalation” ha affermato sui social. Domani i ministri degli Esteri dell’Ue discuteranno della situazione, ha detto Kallas. Una questione che ormai assume i contorni di emergenza assoluta. (AGI)
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