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Fondi pensione, aumentano adesioni e rendimenti. Under 35 il 19,9% degli iscritti


Le risorse della previdenza integrativa a quota 243,4 miliardi

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Alla fine del 2024 le risorse accumulate dalle forme pensionistiche complementari si attestano a 243,4 miliardi di euro (+8,5% rispetto all’anno precedente). Un risultato dovuto, si legge nella relazione, soprattutto per la dinamica positiva dei mercati finanziari. Le risorse accumulate sono pari all’11,1 % del Pil e al 4% delle attività finanziarie delle famiglie italiane.

L’andamento di contributi e prestazioni

I contributi incassati nell’anno ammontano a 20,5 miliardi, con un incremento del 7% sul 2023, e risultano in crescita in tutte le forme pensionistiche complementari: nei fondi negoziali sono stati raccolti 7,1 miliardi (+9%); nei fondi aperti 3,3 miliardi (+6,8%), nei Pip “nuovi” 5,3 miliardi (+4,7%); nei fondi preesistenti sono confluiti 4,6 miliardi (+7,4%). Gli iscritti versanti nel 2024, esclusi i Pip “vecchi”, sono 7 milioni, il 72,3% del totale. La contribuzione è di 2.890 euro ed è più alta per i lavoratori dipendenti (2.990 euro), che possono beneficiare anche dei flussi di Tfr, rispetto ai lavoratori autonomi (2.720 euro). Gli iscritti non versanti sono circa 2,7 milioni e sono più frequentemente presenti nelle forme di mercato e tra i lavoratori autonomi. La Covip osserva poi che nel 2024 le uscite per la gestione previdenziale ammontano complessivamente a 13,2 miliardi. Le prestazioni pensionistiche sono state erogate in capitale per 5,2 miliardi e in rendita per 361 milioni. I riscatti sono stati pari a 2,1 miliardi e le anticipazioni a 2,7 miliardi. Sempre nel 2024 sono stati pagati circa 2,4 miliardi di rendite integrative temporanee anticipate (Rita).

Rendimenti in crescita: nell’arco di 10 anni superiori alla rivalutazione del Tfr

L’Authority sottolinea che i rendimenti, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, sono stati positivi per tutte le tipologie di comparto delle forme pensionistiche complementari, con risultati particolarmente favorevoli per le linee di investimento a maggiore contenuto azionario. I comparti azionari hanno infatti realizzato le performance più elevate, con rendimenti medi pari al 10,4% nei fondi negoziali e nei fondi aperti e al 12,9% nei Pip. Anche le linee bilanciate hanno ottenuto risultati positivi, con rendimenti medi del 6,4% nei fondi negoziali, del 6,6% nei fondi aperti e del 7% nei Pip. La Covip aggiunge che performance più contenute, ma comunque positive, sono state rilevate per le linee obbligazionarie. E fa notare che su un periodo di osservazione decennale (dal 2015 a fine 2024), i rendimenti medi annui composti delle linee a maggiore contenuto azionario si collocano, per tutte le tipologie di forme pensionistiche, tra il 4,4 e il 4,7%, risultando superiori al rendimento medio delle altre linee di investimento e anche al tasso di rivalutazione del Tfr (pari al 2,4% medio annuo nel decennio). Ma le linee azionarie continuano a essere scelte da una quota ancora minoritaria di iscritti: l’11,7% del totale.

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In direzione dell’economia italiana il 19,3% degli investimenti dei fondi

Il report mette in evidenza come gli investimenti dei fondi pensione (escluse le riserve matematiche presso imprese di assicurazione e i fondi pensione interni a enti e società) siano prevalentemente “allocati”, per il 55,5% del totale, in obbligazioni governative (il 14,2% sono titoli del debito pubblico italiano) e altri titoli di debito. Gli investimenti dei fondi pensione nell’economia italiana (titoli di Stato, titoli emessi da soggetti residenti in Italia e immobili) ammontano a 40,1 miliardi, pari al 19,3% del totale. Gli impieghi in titoli di debito e di capitale di imprese domestiche, pari rispettivamente a 3 e 2 miliardi di euro, rimangono stabili rispetto al 2023 (2,4% delle attività), gli investimenti domestici detenuti attraverso quote di Oicvm si attestano a 2 miliardi. La Covip fa notare che, nonostante la marcata diversificazione internazionale che caratterizza le politiche di investimento delle forme pensionistiche, il settore mostra una crescente attenzione alle opportunità di impiego offerte dal sistema Paese.

Casse di previdenza: attività per 124,7 miliardi

Non manca nel report il riferimento, come sempre, alle Casse di previdenza. In particolare si afferma che a fine 2024, le attività complessivamente detenute dalle Casse di previdenza ammontano, a valori di mercato, a 124,7 miliardi, contro i 114 miliardi dell’anno precedente: «a determinare la variazione ha contribuito soprattutto l’andamento positivo dei mercati finanziari e in particolare di quelli azionari».



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