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crescono export e PMI. Catene di fornitura solide – Ruminantia – Web Magazine del mondo dei Ruminanti


L’accordo commerciale UE-Canada: un bilancio dopo 7 anni

A sette anni dall’applicazione provvisoria del Comprehensive Economic and Trade Agreement (CETA), la Commissione Europea pubblica una valutazione ex post condotta da un consorzio indipendente, che conferma la validità di un commercio aperto e basato su regole. Il bilancio economico e sociale è positivo: nel 2023, gli scambi bilaterali tra UE e Canada hanno raggiunto i 123 miliardi di euro, con un incremento del 71% rispetto al 2016.

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Benefici economici tangibili per beni, servizi e PIL

Dal 2016 al 2023:

  • le esportazioni di beni dall’UE verso il Canada sono aumentate del 64%,
  • le esportazioni di servizi dell’UE dell’81%,
  • il PIL europeo ha beneficiato di un incremento annuo di 3,2 miliardi di euro, mentre quello canadese di 1,3 miliardi di euro.

L’agroalimentare europeo conquista il Canada

Tra i settori che hanno registrato le performance migliori:

  • +218% per le carni,
  • +97% per i formaggi,
  • +63% per frutta, ortaggi e frutta secca,
  • +34% per il vino.

L’export caseario è stato agevolato dalla creazione di una quota tariffaria (TRQ) per 16.000 tonnellate di formaggi, con un tasso di utilizzo medio del 95%. Le esportazioni di vino sono cresciute grazie alla rimozione di dazi e al riconoscimento delle indicazioni geografiche.

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Più PMI europee sul mercato canadese

Le piccole e medie imprese (PMI) hanno beneficiato in modo significativo: il numero di PMI europee esportatrici in Canada è cresciuto del 20,3%, contro un +13,8% delle grandi imprese.

Appalti pubblici, materie prime e scambi sostenibili

Grazie al CETA, le imprese UE possono accedere a un mercato canadese degli appalti valutato 8,4% in più rispetto a uno scenario senza accordo.
In parallelo, l’accordo ha favorito la cooperazione strategica sulle materie prime critiche, migliorando la sicurezza degli approvvigionamenti per entrambe le parti.

Impatti sociali, ambientali e sui diritti: deboli ma positivi

CETA ha avuto anche ricadute sociali e ambientali contenute ma significative:

  • +0,02% di salari reali nell’UE,
  • incremento degli scambi di beni ambientali: +12% per i prodotti, +46% per i servizi,
  • emissioni di CO₂ per capita diminuite di 0,2% nell’UE e 0,9% in Canada.

Le criticità: investimenti, e-commerce e SPS

Il report sottolinea alcune aree da migliorare:

  • la mancata attivazione della protezione degli investimenti,
  • la necessità di aggiornare il capitolo sul commercio elettronico,
  • ostacoli normativi persistenti sulle barriere sanitarie e fitosanitarie (SPS), in particolare per prodotti ortofrutticoli e di origine animale.

Conclusioni e prossimi passi

La Commissione Europea valuterà ora nel dettaglio i risultati dello studio per elaborare un documento di lavoro ufficiale. L’obiettivo è massimizzare il potenziale del CETA, che ha già dimostrato di contribuire alla resilienza delle catene di fornitura, al rafforzamento delle PMI, alla diversificazione commerciale e a una crescita sostenibile.



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