TAORMINA – La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione ha trovato un importante momento di riflessione e analisi nella presentazione del volume “Coesione digitale, intelligenza artificiale e Pubblica amministrazione” di Gaetano Armao e Carmelo Cutuli, edito dal Gruppo 24 Ore. L’incontro, introdotto dal giornalista Maurizio Scaglione e moderato dalla giornalista de ilSole24Ore, Manuela Perrone, si è tenuto nell’ambito di TaoBuk 2025 alla presenza del ministro Paolo Zangrillo che ha firmato la prefazione del libro, ha posto l’accento su una delle sfide più cruciali che l’amministrazione pubblica sta affrontando: la trasformazione digitale nell’era dell’intelligenza artificiale.
Il professor Armao, già vicepresidente e assessore all’Economia della Regione Siciliana e docente di diritto amministrativo all’Università di Palermo, ha evidenziato come l’Italia si trovi ad affrontare un ritardo significativo nel campo della digitalizzazione e delle competenze digitali che deve essere necessariamente colmato. Il punto centrale della sua analisi è che la vera trasformazione deve essere prima di tutto culturale, un cambio di paradigma che investe l’intera struttura amministrativa.
La visione presentata nel libro delinea una “PA aumentata”, capace di sfruttare le potenzialità dell’intelligenza artificiale e dell’innovazione per migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini. Questo processo di modernizzazione non si limita all’implementazione di infrastrutture digitali, ma richiede un ripensamento completo del rapporto tra amministrazione e utenti, ponendo al centro le persone come veri motori del cambiamento.
Il ministro Zangrillo ha sottolineato i progressi già compiuti grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), citando come esempio concreto il portale inPA, che ha rivoluzionato le modalità di accesso ai concorsi pubblici. I risultati sono già tangibili: oltre 350.000 persone sono state assunte tra il 2023 e il 2024, con più della metà sotto i 40 anni, rappresentando una significativa iniezione di giovani energie nell’amministrazione pubblica.
Un aspetto fondamentale della trasformazione digitale discusso nel volume riguarda la formazione continua del personale. La piattaforma Syllabus, che conta 100.000 amministrazioni iscritte con 500.000 dipendenti, rappresenta un esempio concreto di come la PA stia investendo nell’aggiornamento delle competenze digitali dei propri dipendenti. Questo sforzo formativo è essenziale per garantire che la digitalizzazione non diventi fonte di nuove disuguaglianze, ma strumento di inclusione e modernizzazione.
Il libro affronta anche il tema cruciale della semplificazione amministrativa, con la digitalizzazione di circa 270 procedure e il restyling degli sportelli unici per l’edilizia e per le attività produttive. Questi interventi rappresentano passi concreti verso una PA più efficiente e accessibile, in grado di ridurre i tempi di attesa e semplificare i processi amministrativi per cittadini e imprese.
Un elemento particolarmente interessante emerso durante la presentazione è il parallelo tracciato con le riforme di Francesco Crispi alla fine dell’Ottocento. Come allora l’Italia si trovò ad affrontare una profonda trasformazione delle sue strutture amministrative, oggi il paese si trova nuovamente di fronte a una rivoluzione di portata analoga, questa volta guidata dalla tecnologia digitale e dall’intelligenza artificiale.
La coesione digitale, tema centrale del volume, viene presentata come prerequisito fondamentale per la modernizzazione della PA nell’era dell’intelligenza artificiale. Gli autori sottolineano come questa trasformazione debba essere inclusiva e bilanciata, capace di ridurre le disuguaglianze territoriali invece di accentuarle. In questo contesto, l’intelligenza artificiale non viene vista solo come strumento tecnologico, ma come opportunità per ripensare i modelli di governance e di servizio pubblico. Il libro dedica particolare attenzione anche alla digitalizzazione dei contratti pubblici e alla transizione verso il Building Information Modelling (BIM), evidenziando come questi cambiamenti stiano ridefinendo il rapporto tra PA e fornitori, con benefici in termini di trasparenza ed efficienza.
Un aspetto innovativo dell’approccio proposto dagli autori è la visione della PA come catalizzatore di innovazione, non solo come utilizzatore passivo di tecnologie. Questo cambio di prospettiva è fondamentale per comprendere il ruolo che l’amministrazione pubblica può giocare nel processo di modernizzazione del paese.
La presentazione ha evidenziato come il processo di trasformazione digitale della PA sia solo all’inizio di un percorso complesso. Come ha ricordato il ministro Zangrillo, siamo al “fischio d’inizio di una partita complessa”, che richiederà impegno costante e visione strategica per essere portata a compimento con successo.
Il messaggio finale emerso nel corso dell’incontro è che la digitalizzazione della PA non è solo una questione tecnologica, ma una trasformazione culturale e organizzativa che richiede visione, competenze e un forte impegno a tutti i livelli dell’amministrazione. Solo attraverso questo approccio olistico sarà possibile realizzare quella “PA aumentata” che rappresenta l’obiettivo ultimo del processo di modernizzazione digitale.
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