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Relazioni sociali in crisi: come l’educazione può ricostruire il tessuto civile del Paese


Negli ultimi anni abbiamo sistematicamente analizzato lo scenario sociale, individuando di volta in volta un peggioramento nella vita relazionale, in seguito a contrapposizioni culturali crescenti. Sul piano prospettico questa tendenza non è accettabile perché potrebbe produrre conseguenze socialmente pericolose.

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Attraverso le nostre ricerche sono state individuate le cause di questi eventi. Ma stante il fatto che il contesto sociale non ha capito quello che sta succedendo, nessun intervento è stato posto in atto. La qual cosa non è accettabile, stanti le prospettive.

In questo scritto schematizziamo dunque il problema sociale, anche se è già stato più volte analizzato, e suggeriamo possibili interventi sperabilmente risolutivi.

I problemi sociali e le cause

La causa delle principali tensioni sociali – come più volte documentata – è storicamente nuova, ed ha preso avvio con gli inizi di questo secolo. In rapida sintesi:

  • all’inizio del 2000 una parte molto rilevante degli italiani (oltre l’80%) ha interrotto gli studi in età pre-adolescenziale. Quindi la grande maggioranza della popolazione era composta da masse di persone non formate, che non avevano raggiunto una individualità con progettualità futura. L’unico obiettivo era di guadagnare soldi per arrivare alla fine del mese;
  • negli anni immediatamente successivi si è invece innescata una inversione di tendenza: la grande maggioranza della popolazione ha fatto le scuole medie superiori: attualmente – dopo 20 anni – coloro che hanno concluso le medie superiori sono circa il 70% (non dimentichiamo però che in fatto di scolarità l’Italia è al 26esimo posto sui 27 Paesi della UE – solo i romeni sono più incolti di noi);
  • per la prima volta sono quindi entrati nell’adultità individui che stavano acquisendo elevata progettualità di protagonismo professionale e sociale;
  • tuttavia si è verificato un importante problema: la grande maggioranza non ha proseguito gli studi, li ha interrotti. Meno di un terzo si è laureato;
  • la causa dell’interruzione degli studi è soprattutto connessa alla critica relazione (per il 75% dei casi) che si è instaurata tra studenti e scuola: le analisi condotte parlano di una responsabilità della scuola che è troppo rigida, impositiva, contrappositiva, non dalla parte dei giovani; è una Scuola poco desiderabile, non coinvolgente, molto conservatrice. Non adotta la tecnica del coinvolgimento emozionale, che è l’unica condizione per catturare attivamente l’attenzione dei giovani: la parte del cervello che gestisce la memoria – l’ippocampo – viene attivata solo dal coinvolgimento emozionale. Se questo non viene innescato, nulla si attiva. In grande sintesi: l’emozione precede la cognizione, sempre;
  • quindi elevata interruzione degli studi, ma senza responsabilità da parte dei giovani;
  • nello stesso periodo si è poi verificato un grosso problema aggiuntivo di elevate dimensioni: il contesto economico del nostro Paese (ma non solo) ha subito grosse turbative per gli effetti della globalizzazione e delle varie crisi finanziarie che si sono sviluppate tra il 2007 ed il 2013;
  • tutto ciò ha provocato rallentamenti nel mondo economico, con modeste opportunità di lavoro soprattutto per chi non aveva completato gli studi;
  • la conseguenza è stata che buona parte di questi giovani/adulti è caduta nel precariato. Evento non previsto e quindi non accettato, perché si erano illusi di poter avere una vita più partecipativa, di successo;
  • l’assenza di rassegnazione ha innescato la non accettazione e, di conseguenza, la contrapposizione, con tutte le fenomenologie di populismo che ne sono derivate;
  • questa contrapposizione è poi stata favorita dal fatto che questi individui, avendo in parte studiato, hanno acquisito il senso critico, che è la prima base della propria individualità. E’ però anche l’innesco della più totale centratura solo su se stessi. La seconda fase – quella evolutiva, cioè Il senso civico, l’etica, l’attenzione e la relazionalità positiva con gli altri – non si è invece innescata perché nasce solo dalla cultura, e quindi dalla prosecuzione e dalla felice conclusione degli studi;
  • la totale centratura su se stessi e l’assenza di etica hanno progressivamente alimentato logiche di vita caratterizzate solo da contrapposizione, che poi ha portato e sta portando con sé crescenti episodi di violenza adolescenziale.

La conseguenza di questi fenomeni è molto pesante sul piano sociale: la gente sta sempre peggio, percepisce il proprio benessere in decrescita, con una conseguenza molto preoccupante anche sul piano sociale; tutte le propensioni verso la sostenibilità tendono a contrarsi. Se le persone non stanno bene, non pensano né all’ambiente né al futuro delle generazioni che verranno. Quindi, la priorità è il proprio benessere al più presto.

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I rimedi auspicati (ma non adottati)

Il primo e più ovvio rimedio auspicato è la soluzione del problema scolastico: si deve creare un sistema di docenza che tenga conto della peculiarità dei Giovani che devono essere formati. Sono adolescenti, in fasi evolutive molto diverse, che richiedono attenzioni particolari e sistemi di docenza ben più innovativi rispetto da quelli odierni, capaci di coinvolgere emozionando i singoli studenti.

Il tema è chiaro, ma di soluzione non immediata. È necessario intervenire sulla formazione dei docenti: è un obiettivo ovviamente realizzabile, ma richiede investimenti e tempi di realizzazione non brevi.

Questo è un grande problema, perché il sistema politico tende a privilegiare iniziative che producono risultati nel breve termine: si fanno investimenti solo se i ritorni sono a favore, non tanto del Paese, ma della propria parte politica. Se i tempi di ritorno sono invece ritenuti lunghi, la probabilità che siano a favore di altre parti politiche è elevata; e quindi non gradita; pertanto non si fa niente.

E ciò anche se per i giovani occorrerebbe invece fare di tutto, prima perché ne hanno diritto, ma poi anche perché sono l’unica risorsa per il futuro benessere del nostro Paese. Pertanto questo investimento dovrebbe essere un obbligo sociale.

 

Una possibile soluzione

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Si tratta di una soluzione alla quale stiamo lavorando, e della quale possiamo anticipare un modello di massima. E’ una soluzione con tre componenti: un obiettivo e due metodi, che si integrano.

  • Obiettivo: formare i docenti a modalità educative che siano dalla parte degli studenti. Non consiste nel trasmettere più conoscenza sulla materia che si deve insegnare…
    • … ma sulla capacità di instaurare una relazione coinvolgente con gli studenti, aiutarli ad affrontare le difficoltà che l’adolescenza riserva loro, con intensità e tempi differenti a seconda della loro età;
    • … e sulla necessità di essere dalla loro parte, dare un aiuto dedicato, creare in ciascuno la voglia di partecipare, coinvolgerli emotivamente, entusiasmarli: fare in modo che il loro ippocampo entri in funzione.

Coinvolgere il sistema pubblico in un’operazione del genere è molto complesso, ed i primi tentativi fatti hanno pertanto suggerito di percorrere altre soluzioni.

 

I due metodi proposti:

  1. bisogna disporre di formatori di alta competenza ed alta credibilità;
  2. bisogna trovare soluzioni per evitare che gli investimenti necessari per lo sviluppo dell’iniziativa siano a carico di coloro che devono essere formati (il rischio è di formare troppo pochi docenti), ma che invece siano a carico di strutture che considerino interessanti questi investimenti, non solo per la loro utilità sociale, ma anche – e soprattutto – per il ritorno di immagine che viene loro riservato. Ritorno di immagine che ha un elevato valore reputazionale e, quindi, economico.

Approfondiamo i due metodi.

1. Individuare i formatori. E’ un tema cui prestare molta attenzione, perché deve avere credibilità – fondamentale per l’attrattività – e deve disporre di competenza per sviluppare gli obiettivi da raggiungere. Il coinvolgimento di varie Università pare indispensabile. Le prime verifiche fatte hanno dato un riscontro positivo, per cui si ritiene che questa sia la via da percorrere; 

2. Individuare gli investitori. E’ un percorso complesso, ma fattibile. La soluzione consiste nel trovare Imprese, soprattutto del largo consumo, disposte ed interessate ad investire. E’ come se fosse un importante investimento pubblicitario, ma non tradizionale. Infatti:

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  • le classiche soluzioni di comunicazione adottate, che richiedono investimenti, hanno l’obiettivo di dare notorietà al brand, e di renderlo desiderabile: la prospettiva per l’Impresa è quella di avere ritorni interessanti. Il problema è che tale comunicazione pubblicitaria non è più differenziante, poco stimolante ed innovativa
  • viceversa, stante il fatto che non si stanno vendendo prodotti/servizi, ma si stanno sostenendo iniziative che hanno l’obiettivo di migliorare il contesto sociale per aumentare il benessere di tutti, e creare armonia in tutte le forme di vita relazionale, lo stimolo da parte dell’Opinione Pubblica ad essere riconoscenti a queste Imprese – privilegiando, nelle scelte, i loro prodotti/servizi – risulterebbe evidente.

Infine, tutti questi accadimenti – scopi e modalità di realizzazione di queste iniziative – devono ovviamente essere comunicati pubblicamente, ad iniziare dal citare le aziende sostenitrici. Tutto questo sarebbe perfetto se, fra le aziende sostenitrici, ci fossero anche i media, anch’essi nel ruolo di sostenitori.

 

Lo sviluppo ed il sostegno di queste iniziative produrrebbero un esito incredibile, molto prossimo al raggiungimento di un contesto sociale ideale:

  • termine delle contrapposizioni e conflittualità;
  • collaborazione massima, in tutte le situazioni (c’è una evoluzione delle logiche di vita);
  • anche sul piano politico: si riconoscerà che “destra” e “sinistra” sono parti complementari e non contrappositive; due visioni entrambe necessarie, che collaborano;
  • vita sociale caratterizzata da benessere mentale e fisico;
  • vita professionale che offre il massimo delle soddisfazioni;
  • la Sostenibilità diventa per tutti un obiettivo fondamentale;
  • ecc…

Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti. 



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