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Mercato immobiliare per PMI e partite IVA: quali sono le opportunità


  • Il mercato immobiliare residenziale è in crescita nel 2025, ma le opportunità di investimento per PMI, imprese e piccole partite IVA sono ancora insufficienti.
  • Partite IVA, piccole e medie imprese e liberi professionisti cercano luoghi di lavoro flessibili, sostenibili e finanziabili, ma spesso devono affrontare un mercato che non soddisfa le loro esigenze oltre a dover affrontare difficoltà nell’accesso al credito.
  • La sostenibilità ambientale, sociale ed economica è diventata un criterio fondamentale nella ricerca di un immobile aziendale e la sensibilità sull’argomento sta aumentando con il tempo.

Il 2025 potrebbe essere l’anno migliore per acquistare immobili residenziali o da investimento. Secondo un’indagine di Fimaa-Confcommercio, gli italiani stanno tornando a sognare l’acquisto della prima casa di proprietà grazie all’abbassamento dei tassi di interesse sui mutui e a un mercato immobiliare in cui crescono le richieste di compravendita.

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Dall’altro lato, la domanda immobiliare di imprese e partite IVA sta cambiando radicalmente e spesso l’offerta di spazi lavorativi e flessibili non soddisfa le esigenze e i requisiti delle PMI.

Per le imprese, i liberi professionisti e le partite IVA quali sono i principali ostacoli da affrontare e quali opportunità offre il mercato? Partitaiva.it ha intervistato Alberto Pinto, fondatore di Immobili Alternativi e Sandro Marcucci, presidente dell’associazione Rete Agenti Immobiliari Sostenibili per approfondire l’argomento.

Mercato immobiliare 2025: cresce la domanda ma diminuisce l’offerta

La Fimaa, Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari, ha sottolineato una crescita del mercato immobiliare, in particolare della domanda di compravendite, segno che gli italiani sognano ancora l’acquisto della prima casa o il cambio di residenza nonostante l’andamento dei tassi di interesse sia ancora piuttosto variabile e incerto.

Secondo le stime di Fimaa e Confcommercio, nel corso del 2025 le compravendite immobiliari cresceranno dello 0,8% rispetto ai livelli dell’anno precedente e raggiungeranno quota 725 mila

Questa è la fotografia scattata dalla recente indagine sul mercato immobiliare, nella quale si evidenzia una domanda di acquisto stabile (56,8%) o addirittura in crescita (23,9%) e un’offerta agli stessi livelli dell’anno scorso (44,1%) o in calo (43,8%). 

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In questo contesto PMI, freelance e microimprese cercano luoghi di lavoro flessibili, sostenibili e finanziabili, ma trovano un mercato poco attento alle loro esigenze reali.

I fattori che possono rallentare il mercato immobiliare nel 2025

Sebbene le previsioni indichino un andamento positivo del mercato immobiliare nel 2025, ci sono dei fattori che potrebbero rallentare la crescita nei mesi a venire.

A pesare, secondo i potenziali acquirenti, ci sono gli elevati costi di ristrutturazione (29,8%) e il livello degli stipendi medi che limita l’accesso ai mutui (21,2%). Inoltre, ci sono da considerare anche il fatto che gli immobili in vendita non rispecchino le richieste della domanda (16,4%) e la scarsa efficienza energetica di alcuni immobili (9,9%).

A sostegno della domanda, invece, ci sono il possibile e ulteriore calo dei tassi di interesse (39,7%), oltre alla crescente volontà di acquistare un immobile, anche da utilizzare come investimento (espressione del 30,7% degli operatori).

Mercato immobiliare per imprese e partite IVA: le tendenze 2025

Alberto Pinto, imprenditore immobiliare con 40 anni di esperienza, conferma le tendenze 2025:

“I primi mesi del 2025 mostrano segnali chiari di ripresa nel comparto residenziale. Le compravendite sono aumentate dell’11% nel primo trimestre, e si registra un ritorno d’interesse da parte sia dei privati sia degli investitori.”

Il vero cambiamento nel mercato immobiliare non si esaurisce solamente in termini quantitativi: la trasformazione più evidente riguarda soprattutto la domanda in termini qualitativi, guidata da tendenze demografiche, sociali e culturali.

È proprio l’ISTAT a darci una fotografia di “un’Italia che cambia, dove si riduce la dimensione dei nuclei familiari e, con essa, mutano le esigenze abitative”. Per non parlare del progressivo invecchiamento della popolazione e della crescente mobilità soprattutto giovanile ovvero, come specifica Alberto, circa 800.000 studenti fuori sede in Italia:

“A questo si aggiunge la mobilità lavorativa legata al lavoro ibrido e all’urbanizzazione selettiva che inevitabilmente contribuisce a modificare la domanda immobiliare: non solo rivolta a dimensioni minori, ma anche più fluida, più dinamica, più attenta alla qualità d’uso degli spazi. Si cercano case che siano anche luoghi di lavoro, appartamenti con servizi condivisi, modelli abitativi che si adattino alle fasi della vita e non viceversa.”

Cosa cercano ad oggi le partite IVA e le imprese?

“Le partite IVA e le PMI sono oggi molto più fluide, mobili, ibride. Cercano spazi flessibili, polifunzionali, accessibili nei costi e adatti a un lavoro che cambia velocemente. Ecco perché cresce la domanda di spazi condivisi, coworking, temporary office, e anche formule ibride come il microliving per professionisti o residenze con funzioni miste. Il problema è che l’offerta non è ancora pronta: mancano immobili ripensati secondo questa logica.”

La soluzione, secondo Alberto, sarebbe quella di trasformare gli immobili già esistenti in spazi più flessibili e funzionali. La sfida non è costruire di più, ma adattarsi a una domanda che sta cambiando così come stanno cambiando le esigenze di lavoratori e imprese.

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L’esempio concreto che ci propone l’imprenditore è esplicativo: trasformare o riconvertire ex laboratori o magazzini in hub flessibili per studi professionali, coworking e microimprese. Oppure modelli evoluti di coworking con residenze temporanee integrate. Un’idea che potrebbe rispondere alla domanda di flessibilità abitativo-lavorativa ancora insoddisfatta nel nostro mercato.

Il mercato è pronto a rispondere alle esigenze di chi fa impresa?

“A mio avviso – continua Alberto – c’è bisogno di un salto di qualità: serve passare da un approccio commerciale a un approccio consulenziale. Non basta più trovare l’immobile, bisogna aiutare il cliente a capire se quell’immobile è giusto per le sue esigenze, oggi e domani.”

In molti casi, il mercato non soffre di una vera carenza di offerta in senso assoluto, ma di una mancanza di immobili che rispondano ai bisogni reali e attuali della domanda.

Tra i fattori più critici, inoltre, non possiamo non citare le difficoltà di accesso al credito o le difficoltà a sostenere i costi di acquisto in particolare da parte di lavoratori autonomi, giovani coppie o piccole partite IVA:

“In questo contesto, credo che serva un cambio di approccio strutturale: non solo intermediare l’esistente, ma contribuire a trasformarlo, in un’ottica di sostenibilità economica, funzionale e urbana. Occorre affiancare i proprietari nella valorizzazione degli immobili, aiutando acquirenti e investitori a cogliere opportunità latenti, contribuendo, laddove possibile, alla definizione di progetti che aumentino la solvibilità reale della domanda.”

Alberto Pinto, infatti, ha sviluppato un modello innovativo per la valorizzazione degli immobili sottoperformanti, basato su un approccio integrato che combina analisi avanzata, asset management, ingegneria e collocamento strategico sul mercato, anche attraverso il Club Deal dedicato a frazionamenti e asset alternativi.

Mercato immobiliare: la sostenibilità è una barriera o un’opportunità per chi compra?

Sandro Marcucci, Presidente dell’associazione Rete Agenti Immobiliari Sostenibili, intervenendo sul tema, racconta che:

“Il tema della sostenibilità non è più un trend, ma una necessità sistemica, una condizione sempre più ricercata anche da imprese e professionisti. Oggi, chi cerca un immobile lo fa con una visione più ampia: non si tratta solo di metri quadri e posizione, ma di benessere, efficienza energetica, reputazione aziendale e costi di gestione nel lungo periodo.”

Sempre più spesso si nota come anche le piccole realtà e le piccole partite IVA “siano molto più attente rispetto al passato: scegliere un immobile sostenibile significa anche comunicare i propri valori ai clienti e collaboratori”.

E il mercato immobiliare è pronto a rispondere a questa esigenza di sostenibilità ambientale (efficienza energetica), sociale (work-life balance) ed economica (investimento vantaggioso)?

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“Oggi il mercato abitativo è ancora in una fase di transizione: da un lato gli immobili di nuova costruzione i quali, per legge, hanno prestazioni energetiche al massimo della categoria; dall’altro tutti gli altri immobili, i quali sono estremamente energivori, e magari non di facile riqualificazione a causa della posizione o caratteristiche.”

Diverso è il settore industriale, dove la crescente sensibilità delle aziende verso il proprio impatto ambientale, le indirizza verso acquisti ed investimenti in immobili energeticamente efficienti.

Che tipo di immobili cercano oggi le partite IVA: una soluzione più flessibile, condivisa e ibrida?

Le partite IVA oggi cercando una soluzione più flessibile, condivisa e libera? L’esperto ci dice di sì. Le partite IVA del 2025 sono professionisti fluidi, dinamici, spesso digitali. Per questo cercano:

  • spazi modulari, adattabili a più funzioni e a diversi momenti della giornata;
  • soluzioni condivise, per contenere i costi ma anche per favorire relazioni, sinergie e contaminazione professionale.
  • locali ibridi, che siano insieme luogo di lavoro, incontro, comunicazione e, in certi casi, anche residenza.

“Cresce l’interesse verso spazi rigenerati, con una forte identità, magari all’interno di progetti urbani di riqualificazione sostenibile. E crescono le richieste di immobili che integrino tecnologia, efficienza energetica e arredi ecosostenibili.”

La vera sfida di oggi per il mercato immobiliare, conclude l’esperto, è offrire spazi in grado di evolvere con le persone. E chi saprà cogliere questa esigenza, sia lato offerta che intermediazione, avrà un enorme vantaggio competitivo.



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