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‘Altro che tagli, sul 118 servono investimenti seri. È a rischio la salute pubblica’


‘Altro che tagli, sul sistema di emergenza-urgenza servono investimenti in uomini, mezzi e rete’. È quanto denuncia Antonio Platis, vice coordinatore regionale di Forza Italia, puntando il dito contro i tempi di arrivo del 118 nella provincia di Modena e ‘l’aggiustamento’ dei dati da parte dell’Ausl e della Regione Emilia-Romagna.
‘La norma è chiara – spiega Platis – in area urbana il 118 deve raggiungere il paziente entro 8 minuti. Eppure, neanche a Modena città, dove esistono due ospedali, questo standard viene rispettato. E in territori come Carpi e Vignola si arriva a 9 minuti, mentre a Modena e Formigine si superano gli 11. Sassuolo e Castelfranco raggiungono i 12 e i 13 minuti’.
Questi i dati diffusi dal nostro capogruppo Pietro Vignali sul trimestre febbraio-aprile.
‘Tempi troppo stretti? A Piacenza ci riescono mentre qui siamo ben oltre i tempi previsti dalla legge. Eppure c’è ancora chi, tra i dirigenti sanitari, giustifica l’ingiustificabile. Mi chiedo – ironizza – se siano pronti a giurare su quanto affermano ad esempio per la grave riduzione a Fanano davanti a Ippocrate… o soltanto a San Paganino’.
La situazione è ancora più drammatica nelle aree montane: ‘Frassinoro, Riolunato, Palagano, Prignano e Lama non rispettano nemmeno il generoso parametro regionale dei LEA che prevede interventi in 18 minuti medi. Chi vive o villeggia lì è forse un cittadino di serie C?’.
Sul banco degli imputati finisce il metodo con cui vengono monitorati i tempi d’intervento. ‘Ricordate quando nessun modenese riusciva a prenotare una visita ma per la Regione l’Ausl di Modena risultava nei tempi? Bastava non aprire le agende. Ora accade qualcosa di simile sul 118: la legge parla di intervento entro 8 minuti per ogni emergenza in area urbana e 20 in extraurbana. La Regione, però, ha deciso di monitorare solo i codici rossi e calcolare una media di 18 minuti su tutta la provincia. E si considera “arrivato” il soccorso, a prescindere da chi c’è. Su un incidete con politraumi arrivano i volontari, il tempo di intervento viene ‘fermato’ in quel momento. Non quando arriva l’elisoccorso o l’automedica’.
Questo parametro aggira lo spirito della norma che voleva garantire un accesso tempestivo a tutti, ad esempio un codice arancione si può aggravare, attraverso un mezzo di soccorso che doveva essere congruo all’emergenza, non il più vicino. Così gli esiti appaiono molto più positivi e vogliono far credere ai cittadini che siamo i migliori d’Italia. Soprattutto non si possono usare questi dati per tagliare la rete dell’emergenza-urgenza in provincia di Modena per il naso la popolazione e diversi sindaci.
Nel mirino anche la gestione del Direttore Generale Altini: ‘È tra i principali fautori dei CAU, che ora vengono smantellati dallo stesso PD dopo appena un anno. Se è venuto qui per tagliare i servizi evitando sistematicamente di convocare le CTSS e moltiplicando le riunioni di distretto per non far sapere le scelte alla montagna della pianura e viceversa si sbaglia di grosso. A Modena ci sono un’infinità di inefficienze e di privilegi, può iniziare da lì. Altro che chiudere Pronti Soccorso, postazioni 118 od appaltare altre ambulanze al volontariato. Il suo compito è tutelare la salute pubblica, non affossarla’.

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I numeri della Regione

‘Il sistema di emergenza territoriale dell’Emilia-Romagna è uno dei migliori nel Paese, in termini di livelli di prestazione erogata e di connessione con la rete ospedaliera. Lo certifica anche il ministero della Salute sulla base dei Lea, i livelli essenziali d’assistenza, per quanto riguarda i tempi di risposta, che considerano come allarme-target – cioè il tempo dal primo squillo della telefonata all’arrivo del mezzo – un tempo di 18 minuti in tutto il territorio provinciale. L’Emilia-Romagna è tra le Regioni più rapide: lo scorso anno contro una media italiana di 19 minuti per la risposta, il tempo di intervento medio da noi è stato di 15 minuti, tre minuti sotto il target nazionale. Considerando che la vera attività salvavita nella maggioranza dei casi è il primo intervento, tre minuti in meno vuol dire più vite salvate’. Lo dice invece il coordinatore regionale del 118, Antonio Pastori. ‘Sottolineo che la valutazione della capacità di risposta all’emergenza, come da direttive del Ministero della Salute, deve considerare giustamente l’intero territorio, non i Comuni o parti di esso. In poco più di un’ora riusciamo, nel 75% dei casi, a trasportare e intervenire sul paziente negli ospedali già pre-allertati. E questo fa la differenza in caso di arresto cardiaco, trauma grave, ictus e insufficienza respiratoria grave’.
‘Nel 2024 sono state oltre 512mila le chiamate registrate dal 118 che hanno generato almeno l’invio di un mezzo e 527.310 i pazienti assistiti. 84mila i codici rossi (16%) in invio dell’ambulanza e solo il 2,5% (12.524 su 527.310) dei servizi è stato classificato come grave nel momento in cui il mezzo di soccorso è giunto sul posto. I codici verdi (200mila, 39%) e gialli (223mila, 44%) di gravità presunta in chiamata rappresentano l’83% del totale delle chiamate registrate. Negli ultimi dieci anni il numero di codici gravi (12.524) è stabile, mentre sono aumentati i codici lievi rilevati al momento dell’arrivo del mezzo (303.141)’.



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