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La ragazza di Scampia sul tetto del mondo, il judo simbolo di riscatto


Una ragazza di Scampia sul tetto del mondo: quell’oro di Scampia che non è solo il titolo di un film e neppure il colore di tante medaglie conquistate dagli atleti nati e cresciuti nel vivaio dello Star judo club ma brilla nel presidio di sport e legalità creato dal maestro Gianni Maddaloni nel cuore del quartiere napoletano sulla scia di un altro oro, quello olimpico conquistato da suo figlio Pino a Sidney nel 2000.

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C’è la lunga storia del club napoletano di trincea alle radici del titolo di Assunta Scutto, classe 2002, oggi in forza al gruppo sportivo delle Fiamme Gialle, conquistato qualche giorno fa a Budapest nei 48 chili (e seguito dopo qualche giorno da quello della bresciana Alice Bellandi, già campionessa olimpica, nei 78 chili). Una marcia implacabile verso il podio, con la rivincita sulla francese che gliel’aveva negato alle Olimpiadi di Parigi e la finale con la judoka kazaka risolta con un ippon (il ko del judo) a una manciata di secondi dalla fine. Non è la prima medaglia iridata di Susi Scutto che nel suo palmares ne ha già quattro assoluti, due bronzi nel 2022 e 2023 e un argento lo scorso anno ad Abu Dhabi. L’oro nella categoria junior, invece, l’aveva conquistato proprio in Sardegna, ad Olbia, nel 2021, seguita ancora dal suo maestro prima del passaggio alle Fiamme Gialle.

Assunta Scutto campionessa mondiale junior sul tatami di Olbia nel 2021 (Foto Fijlkam)
Assunta Scutto campionessa mondiale junior sul tatami di Olbia nel 2021 (Foto Fijlkam)Assunta Scutto campionessa mondiale junior sul tatami di Olbia nel 2021 (Foto Fijlkam)

Assunta Scutto campionessa mondiale junior sul tatami di Olbia nel 2021 (Foto Fijlkam)

Sul tatami c’è arrivata, come tanti piccoli judoka, a cinque anni sulla scia di un cugino più grande e non ne è più scesa. Una delle foto della pagina di European judo union, la mostra bambina col suo judogi e lo slogan, “non smettere di credere in quella bambina che ha osato sognare”.

L’impresa di Maddaloni

Cadere e rialzarsi sempre, la prima regola del judo che si impara da piccoli e non si scorda più. Ma a Scampia cadere e rialzarsi va oltre il judo. L’impresa di Gianni Maddaloni è una di quelle belle storie che sa talvolta raccontare lo sport. E soprattutto lo sport più povero, quello dove non si diventa ricchi neppure da campioni del mondo. Raccontata in un libro per ragazzi di Giuseppe Garlando, “‘O mae”, nel film “L’Oro di Scampia” di Marco Pontecorvo con Giuseppe Fiorello (tratta da un libro di Maddaloni) e nella più recente serie tv “Clan, scegli il tuo destino”, andata in onda sulla Rai che vede come protagonista lo stesso Gianni Maddaloni.

Gianni Maddaloni con Susi Scutto (Foto instagram)Gianni Maddaloni con Susi Scutto (Foto instagram)
Gianni Maddaloni con Susi Scutto (Foto instagram)Gianni Maddaloni con Susi Scutto (Foto instagram)

Gianni Maddaloni con Susi Scutto (Foto instagram)

«Dopo la vittoria alle olimpiadi di mio figlio Pino nel 2000 mi è stato offerto di prendere in gestione diverse palestre altrove, anche in bei quartieri residenziali ma ho scelto di restare qua a Scampia nel mio territorio per mostrare ai ragazzi che anche se nasci qui non hai il destino segnato», ha raccontato in una delle tante interviste Maddaloni che a Scampia ci è nato e cresciuto e ha trovato nel judo e in un buon maestro quel punto di riferimento che oggi offre a tanti bambini e bambine. Sono una sessantina quelli che frequentano i corsi gratis e diversi sono i giovani detenuti messi alla prova che sul tatami – grazie alla collaborazione con il Ministero di Grazia e Giustizia – fanno anche un percorso di recupero. Un progetto che coinvolge anche le famiglie. Qua si combatte la povertà sociale ed educativa e anche gli stereotipi che dipingono Scampia come un luogo senza speranza.

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Presidio sociale di legalità e fucina di campioni (sono innumerevoli gli atleti di interesse nazionale), la palestra di Maddaloni va avanti superando ostacoli. Nel 2023 ha incredibilmente rischiato lo sfratto, nel 2024 mentre a Parigi si combatteva sul tatami, a Scampia si piangeva per il crollo alle Vele.

I campioni nati qua vincono in giro per il mondo e ogni tanto tornano a casa, anche per un saluto. Anche ora che è sul tetto del mondo Susi Scutto, ha raccontato il maestro, torna appena può come tanti compagni e compagne di tatami diventati punti di riferimento per tutti quei bambini e bambine che osano sognare. Cadendo e rialzandosi.

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