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Veneto: scoperta maxi frode fiscale da 26 milioni con fatture false. Nell’attività anche appalti pubblici


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Nell’ambito delle attività di contrasto alle frodi fiscali, la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Treviso ha scoperto, nell’area della Castellana, quattro società “cartiere” prive di sedi operative, beni strumentali e personale. Le imprese, completamente inadempienti agli obblighi tributari, erano attive esclusivamente per emettere fatture relative a lavorazioni mai effettuate.

L’incrocio tra questi elementi e l’analisi delle movimentazioni bancarie ha permesso di far emergere un sistema ben più esteso, che coinvolgeva altre società “cartiere” attive non solo nella Marca trevigiana, ma anche nelle province di Verona, Vicenza, Padova, Rovigo, Ferrara e Roma.

Il meccanismo, ideato per realizzare frodi fiscali e ottenere indebitamente erogazioni pubbliche, consentiva a numerosi imprenditori di ridurre illecitamente il carico fiscale. Il danno erariale complessivo è stato stimato in oltre 26 milioni di euro.

Le fatture false riguardavano prestazioni edili mai eseguite e la vendita simulata di materiali vari. I beneficiari erano 24 aziende attive prevalentemente nel Nord Est — in particolare nelle province di Treviso, Vicenza, Verona, Padova, Mantova, Reggio Emilia, Rovigo, Parma e Modena — ma anche in altre aree del Paese, come Teramo, Macerata, Napoli e Barletta-Andria-Trani.

Le operazioni fittizie servivano anche a far uscire liquidità dai conti bancari delle imprese coinvolte, mediante trasferimenti di denaro all’estero o verso soggetti partecipi alla frode. I proventi illeciti generati da queste attività superano un milione di euro.

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Su richiesta della Guardia di Finanza, l’Agenzia delle Entrate ha disposto la chiusura delle partite IVA delle società coinvolte, per impedire l’emissione di ulteriori fatture false. È stata inoltre revocata, nei confronti di una delle ditte, una garanzia pubblica da circa 70.000 euro, concessa a copertura di un finanziamento basato su un volume d’affari fittizio.

L’indagine, proseguita dai militari della Compagnia di Castelfranco Veneto, ha poi individuato nella Marca trevigiana due aziende edili che avevano ricevuto fatture per operazioni inesistenti per circa un milione di euro. Una delle due imprese risulta vincitrice di appalti pubblici in Veneto e Lombardia per un valore complessivo di oltre 2,6 milioni di euro. Il caso è stato segnalato all’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione), che potrà escludere l’azienda dalle gare pubbliche fino a due anni.

In totale sono sei le persone denunciate per reati tributari legati all’emissione e all’utilizzo di fatture false. Uno di loro è stato anche deferito all’Autorità Giudiziaria per indebita percezione di fondi pubblici.

L’operazione dimostra l’efficacia dell’approccio integrato adottato dalla Guardia di Finanza, che agisce su tre fronti strategici: tutela delle entrate, controllo delle uscite pubbliche e contrasto alla criminalità economico-finanziaria. L’obiettivo è quello di difendere l’economia legale, sostenere le imprese oneste e arginare l’infiltrazione dell’illegalità nei settori più delicati, come l’edilizia e gli appalti pubblici.





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