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Renaissance, a fine anno primo closing del quarto fondo a 700 mln euro. Obiettivo 5,5 mld in gestione, con Aurora Growth, entro il 2026


Fabio Canè

Renaissance Partners punta a 5,5 miliardi di euro di asset in gestione. E’ l’obiettivo fissato per la fine del 2026 dalla piattaforma di investimento in private equity controllata dal team di gestione, guidato dal founding e senior partner Fabio Canè, dopo che lo scorso anno il gruppo Usa Neuberger Berman era sceso al 10% (si veda altro articolo di BeBeez), e che comprende, tramite la lussemburghese Renaissance AIFM, anche Aurora Growth Capital, la Sicav – Raif lussemburghese coordinata da Patrizia Micucci. che lo scorso marzo ha cambiato nome proprio a seguito della discesa in minoranza del gestore statunitense e recentemente delistata (si veda altro articolo di BeBeez).

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Canè e Micucci partono dai 3,3 miliardi finora raccolti, suddivisi rispettivamente in 2,8 miliardi e circa 500 milioni, che già oggi fanno del binomio la più grande piattaforma di investimento in private equity focalizzata sul’Italia, seguita da 43 professionisti che ora condividono una serie di servizi, tra cui il legale, la compliance e gli aspetti regolatori.

Più in particolare, Renaissance Partners aveva concluso la raccolta del terzo fondo, lanciato nell’autunno 2018, a un miliardo di euro nel 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). Nel luglio 2017 NBRP aveva invece annunciato il closing a 310 milioni del suo secondo fondo NB Renaissance Partners (Annex) (si veda altro articolo di BeBeez). Il primo fondo, invece, chiuso a maggio 2015 con un patrimonio complessivo di 620 milioni raccolti presso investitori istituzionali terzi, era stato il risultato dell’acquisizione per circa 300 milioni della maggioranza di una newco alla quale erano state conferite 17 partecipazioni aziendali di private equity di Intesa Sanpaolo, cui si erano aggiunti altri 320 milioni di dry powder raccolti per consentire a NB Renaissance di completare nuovi investimenti (si veda altro articolo di BeBeez). A questi vanno aggiunte le risorse derivanti dai co-investimenti.

Dal canto suo Aurora Growth ha 489 milioni di euro di asset in gestione di cui 245 raccolti direttamente sul mercato dal veicolo quotato NB Aurora (con l’ipo del 2018 e con l’aumento di capitale del 2020), 29 raccolti da terzi investitori, 49 raccolti nel 2021 dall’NB Aurora Co-Investment Fund e 167 raccolti dall’NB Aurora Co-Investment Fund II nel 2023, entrambi sottoscritti da terzi investitori istituzionali (si veda altro articolo di BeBeez).

Nel frattempo, lo scorso anno Renaissance, specializzata in buyout di grandi dimensioni, ha lanciato il suo quarto fondo, Renaissance IV, il cui hard cap è fissato a 1,2 miliardi di euro, e di cui è previsto un primo closing a fine 2025  intorno a 700 milioni.

Anche Aurora intende aumentare le risorse a disposizione, e ha in programma un aumento di capitale. “Attualmente disponiamo di un dry powder di circa 150 milioni ma con le operazioni che contiamo di chiudere nei prossimi mesi sarà esaurito. Abbiamo quindi cominciato a sondare i nostri investitori istituzionali di riferimento” ha riferito Micucci a BeBeez. Nell’occasione è previsto l’eventuale esercizio del recesso, che consentirebbe di liquidare a chi lo vorrà le rispettive posizioni.

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Restano ben distinte, e complementari, le strategie di investimento. Se, come prima accennato Renaissance acquisisce maggioranze con ticket singoli da 100 a 400 milioni, Aurora Growth Capital si focalizza su investimenti in partnership con imprenditori e management teams, sia di maggioranza che di minoranza qualificata, da 30 a 50 milioni di euro.

Sempre però nell’ottica di favorire la crescita delle aziende in portafoglio. “Non investiamo se gli imprenditori vogliono vendere il 100% del capitale uscendo completamente dall’azionariato” sostiene Canè. “Ci poniamo invece come partner di riferimento per gli imprenditori che ritengono sia utile per loro e la propria azienda essere affiancati da un investitore, tipicamente di maggioranza, che faciliti lo sviluppo organico ed inorganico dell‘azienda”.

Un esempio su tutti, nel caso di Renaissance, è Sicit, produttore di biostimolanti di origine animale e ora anche vegetale, acquisita nel 2021 tramite un’opa per un enterprise value di 340 milioni (si veda altro articolo di BeBeez), quando fatturava circa 81 milioni di euro con circa 22 di ebitda, e che ha chiuso il 2024 con 124 milioni e un ebitda di 57 milioni.

Con questi numeri, in un’operazione che per certi versi ricorda quelle “GP Led”, il terzo fondo di Renaissance e gli imprenditori riuniti in Intesa Holding (50%) hanno ceduto, per una valutazione complessiva di 900 milioni, il controllo a TPG Rise Climate, la piattaforma di investimento climatico del fondo statunitense TPG, e al quarto fondo di Renaissance, alla sua prima operazione, con altri due investitori finanziari, cioè LGT Capital Partners e Schroders Capital in posizione di minoranza assieme a Intesa Holding che ha reinvestito (si veda altro articolo di BeBeez).

“Sicit ha intrapreso una espansione internazionale che ha portato a impiantare siti produttivi anche in Brasile e India, quindi c’era bisogno di un investitore di respiro globale in grado di gestire i temi della sostenibilità in aree diverse del mondo” ha spiegato Canè.

Un’altra importante partecipata di Renaissance III, cioè Rino Mastrotto, ha seguito la stessa strategia. L’azienda vicentina specializzata nella produzione di pelli di alta gamma per l’industria calzaturiera ha via via acquisito, dall’ingresso di Renaissance nel 2019 (si veda altro articolo di BeBeez), Nova Osba Italia, la statunitense Carroll Leather, uno dei principali magazzini di pelli e centri di servizio per l’industria del mobile negli Usa, il produttore premium di prodotti tessili per l’industria della moda di alta gamma Tessiture Oreste Mariani, il fornitore di servizi di decorazione e stampa di alta qualità per prodotti in pelle e tessuti Morellino, Morelab, Mapel Group e Imatex.

Il gruppo ha chiuso il 2024 generando 327,2 milioni di euro di ricavi con 21,5 milioni di ebitda e 259,4 milioni di debiti netti (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente), ma le due concerie apportate da Prada, integrate da una parte cash, con cui il gruppo guidato da Patrizio Bertelli è entrato in Mastrotto con il 10% (si veda altro articolo di BeBeez) aumenteranno di 50 milioni il fatturato del gruppo.

Tra l’altro Mastrotto è uno dei due co-investimenti di Renaissance con Aurora Growth, che ha circa l’11% inclusa la quota di NB Aurora Co-investment Fund II Sicav-Raif. L’altro è Genetic, azienda farmaceutica di Fisciano (Salerno) di cui Renaissance e Aurora Growth, hanno acuisito il 50% da CVC Capital Partners con la famiglia fondatrice, i Pavese, con il restante 50% (si veda altro articolo di BeBeez).

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La Sicav guidata da Micucci condivide la stessa filosofia di gestione, volta ad affiancare gli imprenditori nel processo di crescita. “Non ci sostituiamo all’imprenditore, ma lo affianchiamo in modo propositivo nella definizione e attuazione di strategie di crescita, sia organica sia tramite acquisizioni, e di miglioramento dell’efficienza operativa, funzionali a una creazione di valore di lungo termine dell’azienda e nel rafforzamento della struttura manageriale, spesso funzionale anche a gestire il passaggio generazionale”, sostiene la managing director di Aurora Growth.

Un esempio è Club del Sole, player di riferimento nel mondo dei camping evoluti, in cui l’allora NB Aurora era entrata , assieme ad alcuni family office, con il 40% nel 2018 (si veda altro articolo di BeBeez) quando fatturava circa 42 milioni di euro, e dopo aver raddoppiato il numero di campeggi, portandolo a 20, ha chiuso il 2024 con ricavi per 110 milioni e l’aspettativa di arrivare a 124 a fine 2025.

L’ultimo esempio è Eurmoda, progetto di build-up nato per creare un gruppo di primo rilievo nel settore degli accessori metallici per abbigliamento e pelletteria, di cui a inizio giugno Auroa Growth ha acuisito il 50% (si veda altro articolo di BeBeez), per la quale Aurora sta esaminando due possibili acquisizioni all’estero. Eurmoda è un polo promosso da Mindful Capital Partners (ex Mandarin Capital Partners) a partire dal 2019 con l’acquisizione da parte del fondo MCP III (si veda altro articolo di BeBeez).

Ma Renaissance presto non vorrà dire solo private equity. In prospettiva è allo studio il completamento della strategia di investimento su altre aree come il private credit e il real estate. “Vogliamo proporci come il più rilevante operatore italiano negli investimenti in private markets. In Italia oggi non c’è una piattaforma di investimenti alternativi al servizio del Paese. Sono convinto che l’aggregazione di team eccellenti su diverse aree di investimento determini delle sinergie di costo, lo sfruttamento di opportunità di investimento combinate e faciliti la relazione con gli investitori offrendo più opportunità di investimento complementari” conclude Canè. Obiettivo? Asset in gestione per 10 miliardi di euro entro fine decennio.

Renaissance Partners, Aurora Growth e le società in portafoglio
sono monitorati da BeBeez Private Data,
il database del private capital di BeBeez, supportato dal fondo FSI

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