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Climate transition: l’accelerazione delle PMI


Climate transtion: di cosa si tratta

La climate transition si riferisce al processo di trasformazione economica e sociale che mira a ridurre le emissioni di CO2 e a mitigare gli impatti del cambiamento climatico. Questo concetto è diventato centrale nelle politiche globali, poiché i governi, le imprese e le comunità cercano di affrontare la crisi climatica attraverso un cambiamento sistemico verso un’economia sostenibile e a basse emissioni per la costruzione di un futuro sostenibile.

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Decarbonizzazione al centro della climate transition

Uno dei principali obiettivi della climate transition è la decarbonizzazione, ossia la riduzione significativa della dipendenza dai combustibili fossili a favore di fonti di energia rinnovabile come il solare, l’eolico e l’idroelettrico. Un processo questo che va messo in relazione con fenomeni come la produzione sostenibile, la mobilità sostenibile, l’architettura sostenibile per la creazione di un nuovo rapporto tra decarbonizzazione e competitività.

La transizione energetica è un elemento cruciale, poiché il settore energetico è uno dei maggiori contributori alle emissioni globali di carbonio. Questo implica non solo l’adozione di tecnologie pulite, ma anche l’implementazione di infrastrutture intelligenti e resilienti che possano supportare questa trasformazione.

Trasporti e industria impegnati nella transizione climatica

La climate transition coinvolge anche una rivoluzione nei trasporti sostenibili, promuovendo l’elettrificazione dei veicoli, l’espansione del trasporto pubblico e lo sviluppo di sistemi di mobilità sostenibile. Nel settore industriale, la climate transition comporta l’adozione di processi produttivi più efficienti e sostenibili. Questo include l’ottimizzazione dell’uso delle risorse, l’aumento dell’efficienza energetica e l’innovazione nei materiali per ridurre l’impronta di carbonio delle attività industriali. Le aziende sono chiamate a ripensare le loro catene di approvvigionamento e a implementare strategie di economia circolare che minimizzino i rifiuti e promuovano il riciclo.

Il ruolo dei territori, della società e dell’inclusione lavorativa

La climate transition non è solo una sfida tecnologica, ma anche un impegno sociale. È essenziale garantire che questa transizione sia equa e inclusiva, occorre assicurare una corretta gestione dei rischi e in particolare un controllo dei rischi di transizione, e occorre garantire che le comunità più vulnerabili e i lavoratori dei settori più esposti alla transizione ricevano supporto adeguato. Politiche di formazione e riqualificazione professionale come progetti di inclusione lavorativa sono cruciali per aiutare i lavoratori a adattarsi ai nuovi mercati del lavoro creati dalla transizione.

Il ruolo dei governi è fondamentale nella climate transition. Politiche fiscali e normative devono incentivare l’adozione di pratiche sostenibili e penalizzare le emissioni elevate. Inoltre, la cooperazione internazionale è cruciale per affrontare una sfida che trascende i confini nazionali.

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La climate transition richiede inoltre il coinvolgimento di tutti gli attori della società, compresi i cittadini, che devono essere informati e coinvolti nel processo di cambiamento. La sensibilizzazione e l’educazione sul cambiamento climatico giocano un ruolo chiave nel promuovere comportamenti più sostenibili.

Il comportamento delle PMI davanti alle sfide della Climate transition

Una bella occasione per analizzare e comprendere il comportamento delle PMI davanti alle sfide della climate transition arriva dalla terza edizione dell’Argos – BCG Climate Transition Barometer dal quale si coglie un marcato incremento nell’impegno delle piccole e medie imprese europee verso la transizione ecologica.

La ricerca si pone l’obiettivo di misurare e analizzare le tendenze negli impegni di decarbonizzazione delle aziende di medie dimensioni, con una speciale attenzione a valutare il loro ruolo nel contrasto al cambiamento climatico. Grazie a questo barometro, Argos Wityu e BCG Boston Consulting Group mettono a disposizione un monitoraggio delle tendenze che abilita lo sviluppo di azioni di supporto alle imprese di medie dimensioni nel percorso verso la sostenbilità.

Nonostante lo scenario nel quale si muovono le imprese sia caratterizzato da una spiccta turbolenza, sia a livello politico ed economico sia per quanto riguarda l’evoluzione delle normative (si leggano a questo proposito i servizi sul Pacchetto Omnibus UE e sulla Normativa ESG n.d.r.), qualcosa come nove PMI europee su dieci, sta accelerando i propri sforzi nella direzione della climate transition. Questa indagine ha incluso per la prima volta anche il Regno Unito ed è arrivata a coinvolgere 700 aziende di medie dimensioni in sette paesi europei.

Decarbonizzazione come opportunità strategica

Se si considera che l’85% delle aziende intervistate considera la decarbonizzazione un’opportunità strategica, il confronto con i risultati della ricerca del 2024 segnalano un miglioramento su questo tema di ben 18 punti percentuali. Si tratta di una visione strategica che sta modellando le strategie delle aziende sia per quanto attiene alla riduzione delle emissioni sia per quanto riguarda la creazione di valore.

La transizione climatica poi è percepita come una priorità assoluta per l’88% delle aziende di medie dimensioni, che la ritengono “importante” o addirittura “critica”.

Quali sono gli obiettivi primari della climate transition?

La ricerca Argos – BCG permette di portare l’attenzione su quelli che sono gli obiettivi primari con cui le aziende interpretano la climate transition. Questi obiettivi includono la riduzione delle emissioni di gas serra (GHG), la prevenzione dell’inquinamento e lo sviluppo dell’economia circolare.

In particolare l’importanza della riduzione delle emissioni di GHG come opportunità strategica è cresciuta in modo molto importante in tutti i settori, raggiungendo l’80% nel 2025 nel settore agricolo e agroalimentare, una vera e propria accelerazione rispetto al 50% nel 2024.

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Dalla decarbonizzazione alle roadmap strutturate e pianificate per la decarbonizzazione

Il passaggio da un approccio tattico a un approccio strategico lo si può cogliere anche nel dato della ricerca dal quale emerge che l’88% delle aziende europee di medie dimensioni sta attivamente adottando misure a sostegno della transizione ecologica, anche a fronte di una spiccata instabilità economica, politica e normativa.

Quasi la metà di queste aziende vale a dire una quota del 48% sta investendo attivamente nella decarbonizzazione. Ma il segnale più importante arriva dall’approccio con cui le aziende dimostrano di aver raggiunto un nuovo livello di maturità: il 32% di queste realtà sta infatti investendo secondo un piano strutturato e ha definito una roadmap chiara. Le aziende che hanno scelto questo approccio sono triplicate rispetto ai rilevamenti della ricerca del 2023.

Questo impegno nei confronti di decarbonizzazione più strategica è evidente anche tra le aziende che non hanno ancora effettuato investimenti nella decarbonizzazione. In questa fascia la ricerca mette in evidenza come il 65% delle realtà preveda di valutare la propria impronta di carbonio nei prossimi tre anni.

Concretamente la transizione ecologica non è più interpretata come una questione di compliance, ma rappresenta un vero e proprio elemento di strategia in grado di cambiare le performance aziendali, offrendo benefici tangibili in termini di potenziale commerciale ed efficienza operativa.


Fattori trainanti e ostacoli alla decarbonizzazione

Che cosa spinge a prendere l’iniziativa per far partire un progetto o una strategia di decarbonizzazione? Quali sono i fattori che mettono in moto o che accelerano queste iniziative?

Dalla ricerca arriva l’indicazione che la motivazione principale arriva dal mercato, sono le richieste dei clienti che più di altro spingono verso la decarbonizzazione. Qualcosa come il 63% delle aziende intervistate cita esplicitamente la necessità di poter contare sui vantaggi che arrivano dall’aumento dell’attrattiva verso i clienti. Un dato questo particolarmente significativo nel mercato B2B. A conferma di questa visione il 29% delle aziende considera la decarbonizzazione un vantaggio competitivo, e più della metà (53%) si aspetta che i risultati raggiunti sui temi della decarbonizzazione permettano di costruire un fattore distintivo chiave, in grado di abilitare e di facilitare l’ingresso in nuovi mercati e lo sviluppo di nuovo business.

Resta sempre importante il ruolo delle normative

Detto che le richieste dei clienti e la creazine di valore aggiunto per il mercato sono le motivazioni più forti, le normative continuano a svolgere un ruolo decisivo nel favorire o accelerare processi di decarbonizzazione (da leggere a questo proposito i servizi su CSRD, CSDDD, CBAM n.d.r.).

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Il 70% delle aziende le considera la compliance normativa un fattore determinante per strutturare la propria strategia di decarbonizzazione. Nello stesso tempo va osservato che la metà degli intervistati non nasconde la propria preoccupazizone per la complessità delle nuove politiche e per la loro mancanza di chiarezza.

I vincoli finanziari rappresentano ancora l’ostacolo maggiore

Il ruolo delle banche, della finanza, delle assicurazioni è da tempo sempre più decisivo nello stimolare e sostenere processi di decarbonizzazione. ESG da una parte e risk management sono fattori attraverso i quali il mondo finanziario esprime il proprio crescente consenso e la propria attenzione sull’importanza della transizione ecologica. Nell’ambito di questa attenzione i vincoli finanziari sono citati dalle imprese come il principale ostacolo nell’intraprendere progetti di decarbonizzazione. Per la precisione il 62% delle aziende cita ancora i vincoli finanziari come un impedimento alle scelte di investimento necessarie per affrontare una trasformazione sostenibile.


Il ruolo cruciale della climate transition delle PMI nelle catene del valore

Ferrante Benvenuti, Managing Director and Partner di BCG, ha sottolineato l’importanza delle PMI nel contesto della decarbonizzazione globale. “Quando le grandi aziende calcolano le proprie emissioni, le medie imprese rientrano nello Scope 3 e rappresentano il 60% delle emissioni indirette delle grandi aziende. Di conseguenza, svolgono un ruolo cruciale nella decarbonizzazione delle catene del valore. Questa interdipendenza sta aumentando la pressione in tutti i settori, e in particolare nel mercato B2B, sebbene la domanda dei consumatori sia anche una motivazione importante in termini di relazioni B2C“.

A sua volta Simon Guichard, Partner di Argos Wityu ha precisato che “Questa terza edizione evidenzia il ruolo chiave svolto dai fondi di investimento nella strutturazione delle strategie di decarbonizzazione delle aziende di medie dimensioni: tra le aziende supportate dai fondi di investimento, il 13% in più si impegna per la decarbonizzazione rispetto a quelle che non lo fanno. Ciò conferma che il nostro ecosistema fornisce un supporto cruciale nell’aiutare le nostre aziende a raggiungere la loro transizione ambientale“.


Gli attori della ricerca

Il Climate Transition Barometer è frutto della collaborazione tra Argos Wityu e Boston Consulting Group (BCG). In particolare il gruppo europeo indipendente di private equity Argos Wityu è attivo attraverso il fondo Argos Climate Action (articolo 9 del SFDR) per dare vita a “camioni” ambientali europei con un impegno volto a facilitare la transizione “dal grigio al verde“; e il fondo Argos Mid-Market espressamente orientato alle aziende impegnate ad affrontare i passaggi di proprietà per accelerare la crescita.



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