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Arriva il disegno di legge che definisce per la prima volta l’extravergine italiano di qualità


Qualcosa di estremamente positivo si sta muovendo nel mondo dell’extravergine italiano, in particolare a livello politico. Lo scorso 18 giugno, infatti, è stato depositato il disegno di legge intitolato “Disposizioni per lo sviluppo e la competitività del settore olivicolo nazionale” a prima firma della senatrice del Movimento Cinque Stelle Gisella Naturale, vice presidente della 4 Commissione Politiche dell’Unione Europea e presidente dell’intergruppo parlamentare sull’olivicoltura. Tante le novità presenti che puntano a valorizzare l’extravergine italiano sotto tanti punti di vista, dall’aspetto qualitativo al piano olivicolo nazionale, passando per la produttività delle imprese e la promozione turistica e culturale.

Il nuovo “Sistema Evo Qualità”: i parametri che definiscono l’olio italiano d’avanguardia

«L’Italia non può competere sui volumi, ma sulla qualità e sull’identità». Le parole della senatrice Naturale riassumono bene gli obiettivi che per troppo tempo sono stati ignorati pensando di poter giocare esclusivamente la partita della quantità. Oggi, infatti, uno degli aspetti più assurdi dell’olio extravergine è legato ai parametri chimici che lo caratterizzano, figli di una cultura e di tecniche estrattive legate storicamente a molazze di granito, presse ad arco e metodi agronomici e di raccolta desueti e non al passo coi tempi. In questo senso la novità che introduce questo disegno di legge, per la prima volta nel mondo, è va a intervenire proprio sui parametri chimici che definiscono il prodotto a livello qualitativo attraverso il “Sistema Evo Qualità” definito nel Capo V: acidità ≤ 0.4 %, biofenoli ≥ 250 mg/kg, perossidi ≤ 12 (meq O2/kg), k270/268 ≤ 0.20, k232 ≤ 2.4, delta K ≤ 0.005, cere ≤ 100 mg/kg, esteri etilici ≤ 15 mg/kg, mediana del fruttato > 2.

Il nuovo Sistema prevede l’istituzione del marchio “Olio EVO 100% italiano di alta qualità”. Il marchio verrà assegnato alle produzioni che aderiscono al Sistema EVO Qualità, rispettando quindi parametri chimici e organolettici di elevato livello. Il relativo bollino potrà essere apposto sulle confezioni per garantire al consumatore la trasparenza e la certezza di acquistare un prodotto italiano autentico e di eccellenza, favorendo così la competitività del settore olivicolo nazionale.

la senatrice Gisella Naturale, prima firmataria del ddl

Le misure per il sostegno alla produttività delle imprese

Dal punto di vista di sostegno alle imprese il testo prevede lo stanziamento di 30 milioni di euro in tre anni per sostenere le imprese olivicole italiane che producono olio extravergine di oliva dalla coltivazione al confezionamento. Il contributo a fondo perduto è rivolto anche ai frantoi e mira a promuovere la qualità e la riconoscibilità del prodotto sia sul mercato interno che internazionale. Il fondo prevede, inoltre, fino a 50mila euro per azienda, pari al 50% delle spese ammissibili legate alla produzione. La quota sale al 70% per giovani under 41 e per le donne. Il provvedimento, inoltre, stabilisce l’adozione di un piano olivicolo nazionale entro 30 giorni dall’entrata in vigore della norma.

Controlli, tracciabilità e blockchain

Un’altra delle novità previste dal disegno di legge è di puntare sull’innovazione tecnologica e digitale per rafforzare il settore olivicolo italiano. Due le misure chiave: un fondo per la ricerca e una piattaforma blockchain sperimentale per garantire la tracciabilità dei prodotti. A partire dal 2025, infatti, si prevede di attivare un fondo da 5 milioni di euro per sostenere progetti di ricerca su tecniche produttive sostenibili, analisi della qualità, intelligenza artificiale e varietà di olivo resistenti a malattie e parassiti. Nel 2026, invece, partirà una piattaforma open source basata su blockchain: un sistema digitale pensato per tracciare e certificare ogni fase della filiera olivicola, dalla coltivazione alla distribuzione, tramite smart contracts e banche dati distribuite. I dati saranno pubblici, sicuri e immodificabili, accessibili gratuitamente ai consumatori tramite app e sito del Ministero. All’infrastruttura potranno partecipare, in modo libero e gratuito, imprese agricole, università, PMI, start-up e istituti di ricerca. Il progetto ha un budget iniziale di 2 milioni di euro nel 2025 e sarà realizzato tramite procedura pubblica, sotto la vigilanza dell’Icqrf. Per quanto riguarda i controlli il testo prevede anche un piano straordinario per contrastare le frodi nella produzione e commercializzazione dell’olio da olive. Il piano, finanziato con 10 milioni di euro nel 2025, sarà definito entro 60 giorni con un decreto congiunto dei Ministeri dell’Agricoltura, della Difesa e dell’Economia.

Insegnare l’olio nelle scuole e il Centro OlivoCULTURA

All’interno del ddl non è stato trascurato l’aspetto formativo e culturale legato all’olivicoltura e al suo prodotto. Si comincia dalle scuole dove, a partire dall’anno scolastico 2026/2027, negli istituti agrari, alberghieri e turistici sarà introdotto il nuovo insegnamento: “Cultura, tecnica e valorizzazione dell’olivo e dell’olio extravergine di oliva”. Un’iniziativa con la quale si punta a promuovere la conoscenza del patrimonio olivicolo italiano, intrecciando aspetti agricoli, culturali, nutrizionali ed economici. Il programma affronterà temi che spaziano dalla storia dell’olivo alla tecnica colturale, dalla trasformazione industriale all’analisi sensoriale, fino al marketing e alla lotta alla contraffazione. Le lezioni si svolgeranno anche in frantoi, aziende agricole e musei, in collaborazione con Camere di commercio e comitati di assaggio. A completare l’aspetto culturale e formativo ci pensa, inoltre, il cosiddetto Centro OlivoCULTURA, una struttura con sede centrale a Foggia e sedi operative in almeno cinque regioni ad alta vocazione olivicola, dove si organizzeranno eventi, rassegne e corsi di formazione, promuovendo l’internazionalizzazione delle produzioni locali in collaborazione con la Farnesina. Tra le attività anche la creazione di un archivio open-source, percorsi esperienziali sul territorio e iniziative per fiere e manifestazioni nazionali e internazionali. Il progetto punterebbe a essere operativo dal 2025 con uno stanziamento annuo di 1 milione di euro, e verrà realizzato in sinergia con Regioni, enti locali e realtà del settore agroalimentare.



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