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Ad un anno dalla morte di Satnam Singh Latina perde i fondi del Pnrr, 4 mln di euro, per combattere il caporalato


LATINA – È trascorso solo un anno da quel tragico 19 giugno del 2024, quando il lavoratore indiano moriva in ospedale per le conseguenze devastanti dell’incidente nell’azienda dei Lovato. Di lì in poi, il caso di questa morte atroce fa il giro del Paese e del mondo. Si solleva un’ondata di solidarietà, indignazione e partecipazione. Quasi fosse stato un episodio casuale, ma che in realtà era a molti già noto e troppo consolidato quello del caporalato cui erano sottoposti i braccianti agricoli nel pontino e non solo in quelle zone. L’economia sommersa gli affitti in nero, appartamenti fatiscenti, paghe da fame e condizioni di lavoro ‘da schiavi’ e l’assenza di controlli sulla sicurezza solo un aspetto del problema.  Erano scattati anche controlli nelle aziende del territorio pontino, perché ormai i riflettori si erano accesi. Si riprende, di nuovo, a raccontare il caporalato e lo sfruttamento nelle campagne dell’agro pontino. Un anno fa la sindaca Celentano era in prima fila in piazza alla manifestazione per la morte di Satnam Singh, come era in prima fila anche in prefettura, quando si costituiva un tavolo di lavoro per stabilire le strategie di intervento, insieme a tutti gli altri attori istituzionali, dopo quei tragici fatti. C’erano oltre 4 milioni di euro di fondi del Pnrr destinati a combattere il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento dei lavoratori attraverso la realizzazione di soluzioni abitative per i migranti impegnati nel settore. Molti proclami, molti annunci. Oggi, invece, si apprende che quella possibilità è sfumata e quei fondi, a quanto pare sono persi”. Le soluzioni e le proposte, ma Latina perde il finanziamento del Pnrr per combattere il caporalato. “Servono misure premiali per le aziende virtuose, una banca dati comune alle istituzioni e alle forze dell’ordine, il congelamento dei contributi pubblici Agea per le imprese che non risultano in regola” si diceva un anno fa.

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Risorse economiche insomma, che potessero aiutare a elaborare una strategia efficace di prevenzione, come i fondi del Pnrr, milioni di euro, quattro per essere precisi.

Oggi, però, si scopre che il Comune ha perso. Il commissario straordinario del Governo per lotta allo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura, Maurizio Falco, fino a un anno fa prefetto della provincia pontina, aveva cercato di salvare il salvabile e la sua presenza a Latina, in questa giornata, conferma la grande attenzione che c’è sul territorio. Eppure, nel capoluogo tutto è sfumato, perché, come ha spiegato in prefettura non la sindaca ma il suo vice Carnevale, “ci sono stati ostacoli legati a vincoli di natura urbanistica”. Così Latina perde un finanziamento di circa 4 milioni di euro. “Stiamo lavorando ancora – ha spiegato il Commissario Falco – per dirottare questi fondi destinati alla realizzazione di posti letto alle imprese, ma occorre strutturare una rete agricola di qualità. Questa potrebbe essere la soluzione”.

Alla denuncia del Commissario si aggiunge anche quella che arriva da una nota Lbc per voce dell’ex sindaco Damiano Coletta e della segretaria Eletta Ortu La Barbera. Insomma oltre al danno anche la beffa!

“Oggi dunque chiedono Damiano Coletta ed Elettra Ortu La Barbera  che la sindaca, delegata Anci al Welfare, che il Comune spieghi, anche davanti alle altre istituzioni del territorio e ai cittadini, come sia stato possibile perdere quei fondi la rinuncia a combattere una battaglia di civiltà fondamentale.



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