Livigno, lavori olimpici e pagamenti fermi: Simico chiarisce, ma cresce l’allarme tra le imprese

In merito all’articolo pubblicato l’altro giorno sul giornale e intitolato “Lavori al parcheggio. Si allunga l’elenco delle opere non pagate”, il Commissario di Governo e Amministratore Delegato di Simico (Società infrastrutture Milano Cortina), architetto Fabio Saldini, tiene a precisare che «rispetto alla possibilità di procedere al pagamento diretto delle imprese menzionate in detto articolo sono stati riscontrati alla data odierna oggettivi impedimenti, in alcun modo riconducibili alla volontà o alla responsabilità della stazione appaltante, tra cui la pendenza di procedimenti su cui si attendono provvedimenti della Magistratura».

Il numero uno di Simico, inoltre, fa sapere che «la stazione appaltante resta a disposizione, nei limiti della normativa vigente, per promuovere il più proficuo dialogo e collaborazione al fine della limitazione dei disagi per tutte le parti in causa».

In sostanza, i problemi sarebbero legati, in particolare, a procedimenti per istanze fallimentari a carico di una società che ha affidato gli appalti e ora non più coinvolta nel cantiere. I forti dubbi sollevati anche dall’ultimo imprenditore uscito allo scoperto, in ordine di tempo, fra quelli della lista – sempre più lunga – in attesa di essere pagati chi da quasi un anno e chi oltre per i lavori eseguiti nel cantiere delle Olimpiadi di Livigno e mai contestati quanto a qualità e tempistica sono connessi, ad esempio, all’assordante silenzio alle loro pec da parte dei vertici alla richiesta di spiegazioni sul perchè dei mancati saldi. In alcuni casi i titolari, che devono riscuotere somme di denaro piuttosto ingenti, denunciano addirittura il rischio di saltare, di fallire, per mancanza di liquidità. Non sono mai arrivate risposte anche da parte dei responsabili dei progetti ad allarmare gli imprenditori e a gettare ombre sempre di più sulla situazione.

C’è chi si chiede, ad esempio, come sia stato possibile che il giorno dopo l’estromissione dal cantiere da parte della società appaltante di un Consorzio già è stato pronto a subentrarne un altro i cui comportamenti – quanto a correttezza e puntualità nei pagamenti – sarebbe del tutto identico, o quasi, a quello estromesso: un ingresso-lampo, come se fosse stato in panchina pronto a rilevare la commessa lasciata dai colleghi buttati fuori. In queste condizioni di opacità sono state diverse le ditte, nel tempo, che hanno invece abbandonato il cantiere di loro iniziativa proprio perchè dopo avere sostenuto spese per il mantenimento di vito e alloggio delle proprie maestranze nella località turistica dell’Alta Valtellina non si sono visti neppure pagare gli interventi effettuati o le forniture di materiale. Sono diversi, infatti, gli imprenditori che si sono visti costretti a rivolgersi a uno studio legale per cercare di recuperare i loro crediti.

E, nei giorni scorsi, nel cantiere olimpico del “piccolo Tibet” si è presentato addirittura l’ufficiale giudiziario del Tribunale di Sondrio per la valutazione sul campo di alcuni pignoramenti. Non è proprio una bella immagine quella che sta arrivando dalla preparazione della manifestazione internazionale a cinque cerchi in Valtellina. La speranza, a questo punto, è che l’ad di Simico nel dichiararsi “disponibile a promuovere il più proficuo dialogo e collaborazione per limitare i disagi alle parti in causa” trovi, concretamente, il modo per evitare il rischio che diverse aziende falliscano con gravi perdite sul piano sociale per l’occupazione dei dipendenti. Senza aspettare i tempi che si temono lunghi della giustizia.