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Estate 2025: segnali positivi ma non mancano le incognite


Il territorio punta su eventi e turismo esperienziale, concessioni balneari e costi crescenti preoccupano gli operatori

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Con l’arrivo dell’estate 2025, le imprese turistiche della Romagna affrontano la stagione con una certa fiducia, ben consapevoli delle questioni ancora da risolvere. I dati dell’ultimo anno parlano di una crescita delle presenze, trainata da un buon ritorno dei turisti stranieri e da un interesse crescente per esperienze che vanno oltre la classica vacanza balneare. La Riviera continua a essere un punto di riferimento, ma il turista oggi cerca anche altro: cultura, natura, sport, gastronomia. Un’opportunità per tutto il territorio, a patto di saperla cogliere con un’offerta coerente e di qualità.

Una delle novità dell’estate sarà la partenza anticipata della Notte Rosa, che quest’anno inaugurerà simbolicamente la stagione già a fine giugno: si tratta, forse, dell’ultimo tentativo per far tornare questo evento un motore di attrattività e visibilità diffusa. A questo si affiancano importanti investimenti sul fronte dello sport e degli eventi, con un calendario ricco che tocca tutta la provincia: dai concerti ai festival culturali, dalle competizioni di beach sport alle iniziative nei borghi collinari. L’obiettivo è offrire un ventaglio di proposte capace di intercettare pubblici diversi integrando le varie motivazioni di viaggio.

Tra le tendenze più marcate, spicca la crescita del turismo esperienziale legato all’entroterra: escursioni in bicicletta, percorsi enogastronomici, cammini, agriturismi e piccoli eventi locali stanno conquistando sempre più spazio, soprattutto tra chi cerca una vacanza sostenibile, lenta e autentica. In questo contesto, anche le città d’arte come Ravenna stanno rafforzando il proprio richiamo turistico, grazie a proposte culturali di alto livello -a partire del nuovo Museo Byron- a cui dovrà corrispondere una ricettività diffusa, più integrazione tra prodotti e qualche ambizione in più rispetto al passato.

Accanto a questi segnali positivi, però, persistono elementi di preoccupazione. La prima riguarda lo stato del comparto balneare, ancora privo di certezze sul futuro delle concessioni demaniali. L’attesa delle evidenze pubbliche (sulle quali ad oggi non si conoscono nemmeno le regole d’ingaggio) crea un clima di sospensione che frena investimenti e progettualità, mettendo a rischio la competitività degli stabilimenti. A questo si aggiunge l’urgenza di riqualificare parte dell’offerta ricettiva, in particolare sul fronte alberghiero, dove molte strutture non riescono più a rispondere agli standard richiesti da un mercato sempre più esigente. Restano critici l’incremento dei costi operativi e la carenza di manodopera qualificata nei periodi di punta, problemi che richiedono strategie integrate su formazione e politiche del lavoro.

La Romagna ha le risorse e la storia per affrontare queste sfide, ma è necessario continuare a lavorare in un’ottica di sistema, con una visione condivisa tra istituzioni, imprese e territorio.

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