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Parco Sirente, fondi Fsc a rischio. D’Amore scrive a Giorgia Meloni: “Serve una proroga”


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L’AQUILA – La maggior parte dei comuni sta rinunciando ai progetti FSC, il Presidente del Parco Regionale Sirente Velino, Francesco D’Amore, richiama l’attenzione del Governo regionale sui Fondi Sviluppo e Coesione 2021-2027 e sulle difficoltà della loro utilizzazione nel rispetto dei termini e delle condizioni previste per il loro utilizzo.
Il 4 febbraio 2024 il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio hanno siglato il nono accordo per le Politiche di Coesione 2021-2027 assegnando complessivamente 1.257 milioni di euro a cui vanno aggiunte la quota di risorse già rese disponibili da altre fonti finanziarie (circa 77,3 milioni di euro) per raggiungere un volume di investimenti pari a circa 1.334 milioni di euro. “La quota più consistente di FSC finora assegnata, quota che la regione Abruzzo intende impiegare per rafforzare la sua dotazione infrastrutturale sia sulla costa che nelle aree interne, per stimolarne il ripopolamento, andando così a sanare antichi squilibri territoriali”, ha dichiarato il Ministro Raffaele Fitto alla firma dell’accordo.

Tra questi finanziamenti il Parco Regionale Sirente Velino ha avuto l’approvazione di 3 importanti progetti, che oggi rischiano di divenire irrealizzabili:
1) L’invaso artificiale/presidio funzionale preminente Antincendio in Agro Campana per € 7.850.000
2) Per una Montagna in Sicurezza per  € 970.000 (che riguarda la ristrutturazione di 3 rifugi sulla catena del Velino)
3) Escursioni nella storia pastorale per € 1.000.000 (che riguarda il recupero di altri 3 rifugi sulla catena del Sirente).

“Questa importante opportunità che l’Ente ha colto nell’ambito dei fondi FSC rischia di trasformarsi in una cocente delusione in quanto i fondi FSC non prevedono, stranamente, anticipazioni – dichiara il presidente del Parco -, mettendo a dura prova la tenuta dei bilanci delle piccole realtà regionali, ed in più prevedono cronoprogrammi strettissimi e rendicontazioni semestrali con fatture quietanzate, e quindi non è più sufficiente aver sottoscritto contratti di lavoro e eseguito acquisti di servizi e forniture, ma è necessario saldare nel rispetto delle semestralità”.

“Chiedo al Governo Regionale e al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni di venirci in contro il più possibile, se vi è la volontà effettiva di investire sulle piccole realtà e sulle aree interne”, sottolinea il Presidente D’Amore, “Dateci la possibilità di avere un fondo di rotazione, cui poter attingere, e soprattutto bisogna necessariamente rivedere i cronoprogrammi procedurali, concedendoci un anno di tempo in più per poter avviare i lavori. Come noto, in Italia l’avvio dei lavori rappresenta il momento più critico, con la parte burocratica che si complica sempre di più e con le numerose autorizzazioni necessarie”. 
Il Presidente D’Amore ha inviato una formale richiesta di incontro al Presidente del Consiglio Meloni, quale prima firmataria dell’accordo di coesione.



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