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ESCo e innovazione: un binomio per la transizione italiana


Cresce il ruolo delle Energy Service Companies nel sistema energetico nazionale. Secondo uno studio AGICI-Siemens, il comparto vale oggi oltre 16 miliardi di euro e punta su efficienza, digitalizzazione e procurement intelligente.

Nel cuore della transizione energetica italiana si rafforza un attore spesso poco visibile ma sempre più centrale: le Energy Service Companies, meglio note come ESCo. Realtà imprenditoriali specializzate nell’efficienza energetica e nella gestione integrata dei servizi energetici, le ESCo rappresentano oggi una leva chiave per accelerare la decarbonizzazione e costruire un sistema energetico moderno, resiliente e sostenibile. Lo evidenzia lo studio “Energy Service Companies: presente e futuro di un settore chiave per la transizione energetica”, presentato da AGICI presso Casa Siemens a Milano. Il rapporto fotografa un comparto in forte espansione: tra il 2020 e il 2023 il fatturato complessivo è passato da 9,13 a 16,2 miliardi di euro (+77%), con un utile netto aggregato che supera i 700 milioni di euro.A trainare la crescita è un mix di fattori: gli incentivi pubblici come il Superbonus, l’evoluzione delle tecnologie disponibili (pompe di calore, fotovoltaico, digitalizzazione), e la crescente consapevolezza di imprese e amministrazioni pubbliche circa l’importanza dell’efficienza energetica. Ma soprattutto, emerge il ruolo strategico del procurement tecnologico: la capacità di selezionare, integrare e gestire soluzioni avanzate diventa oggi una leva competitiva decisiva. Secondo AGICI, sono circa 900 le ESCo certificate attive in Italia, ma il cuore del settore è costituito da 466 aziende altamente specializzate. Tra queste, le ESCo integrate di piccole e medie dimensioni si distinguono per l’efficienza nella conversione dei ricavi in utili, spesso superiore rispetto ai grandi operatori del settore. Una conferma dell’importanza della specializzazione e dell’alta competenza tecnica in un mercato che premia soluzioni su misura, flessibili e ad alto valore tecnologico. Accanto all’efficienza, si fa strada una nuova complessità. Le ESCo sono chiamate oggi a gestire un sistema sempre più articolato, che integra produzione da fonti rinnovabili, sistemi di monitoraggio intelligenti, colonnine di ricarica elettrica e vettori innovativi come biometano e idrogeno. In questo contesto, la capacità di orchestrare tecnologie eterogenee diventa cruciale. Come sottolinea Claudia Guenzi, Head of Smart Infrastructure di Siemens Italia, «l’innovazione nella gestione dell’energia, unita alla digitalizzazione delle infrastrutture, è essenziale per garantire competitività e sostenibilità nel lungo periodo».





Per il futuro, la sfida sarà doppia: mantenere la solidità economica anche in un contesto post-incentivi e consolidare un modello di crescita strutturata, orientata alla performance e alla qualità. Un obiettivo possibile, come ricorda Marco Carta, CEO di AGICI: «le ESCo possono e devono essere protagoniste della decarbonizzazione, puntando su efficienza, tecnologie integrate e modelli gestionali evoluti».

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