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LOMBARDIA ECONOMY – Il distretto della gomma del Sebino


La Rubber Valley italiana: competitività e sfide del distretto delle guarnizioni del Sebino tra innovazione, export e sostenibilità

Il distretto della gomma e plastica del Sebino, a cavallo tra le province di Bergamo e Brescia, rappresenta una delle eccellenze manifatturiere italiane. Conosciuto come “Rubber Valley” o “Triangolo d’oro della gomma”, il territorio vanta una lunga tradizione industriale e oggi si conferma fulcro produttivo e innovativo per le guarnizioni in gomma e PTFE, impiegate in numerosi settori, dall’automotive all’aerospaziale, passando per la rubinetteria e l’alimentare.

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Secondo il recente studio di Mediobanca – Area Studi, nel 2023 il comparto ha generato un fatturato aggregato di 2,4 miliardi di euro, impiegando circa 10.000 addetti. Le 75 società di capitali analizzate nel report coprono tutte le fasi della filiera: dalle compoundatrici alle costruttrici di macchinari, fino alle aziende stampatrici che realizzano il prodotto finito.

Export in crescita, Italia in rallentamento

Il periodo 2019–2023 ha visto una crescita media annua delle vendite pari al 5,4%, con una spinta significativa proveniente dai mercati esteri (+6,9% annuo). Al contrario, la domanda domestica ha mostrato segni di rallentamento nel 2023, con un calo del 10,4% rispetto all’anno precedente. L’export ha raggiunto nel 2023 il 54,6% del fatturato totale, con una forte concentrazione nei Paesi dell’Unione Europea.

Le grandi imprese mostrano la maggiore propensione all’export (62,7%), seguite dalle medie (56,2%) e dalle piccole (40,5%), ma è interessante notare che ben l’80% delle aziende esporta, a conferma della proiezione internazionale del distretto.

Redditività e performance finanziaria

Sul fronte della redditività, il 2023 ha segnato un Ebit margin medio del 9,7%, con un ritorno sul capitale investito (Roi) dell’11,5% e un Roe del 10,6%. Spiccano le medie imprese italiane, con margini operativi superiori alla media (11,4%), mentre le aziende a controllo estero registrano i rendimenti finanziari più elevati, con un Roi del 19,1% e un Roe del 18,3%.

La produttività per addetto ha superato nel 2023 i 69.000 euro (+3,8% medio annuo dal 2019), a fronte di un costo del lavoro in crescita più contenuta (+2,7% annuo). Anche la leva finanziaria mostra segnali di rafforzamento: i debiti finanziari in rapporto al capitale netto sono scesi dal 49,8% al 31,4% in cinque anni, e la liquidità ha superato per la prima volta il 100% dei debiti finanziari.

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Una struttura imprenditoriale familiare e radicata

Il distretto si caratterizza per una spiccata presenza di aziende a controllo familiare italiano (88% del campione), spesso di dimensioni medio-piccole. I consigli di amministrazione sono snelli (media di 2,9 membri) e fortemente maschili (74,5% degli incarichi), con un’età media di 58 anni.

Dal punto di vista occupazionale, la forza lavoro è cresciuta tra il 2019 e il 2023 del 1,7% annuo. Le medie imprese hanno contribuito maggiormente a questo trend (+3,3%), seguite dalle piccole (+2,6%). Tuttavia, nel 2023 si è registrato un leggero calo (-2%) legato al rallentamento della domanda interna.

Innovazione, sostenibilità e sfide ambientali

Il distretto mostra dinamismo anche sul fronte degli investimenti: nel 2023, il rapporto investimenti/fatturato è salito al 5,5%, con un aumento del 56,8% rispetto al 2019. Tuttavia, la senescenza degli impianti rappresenta ancora una criticità, con un’età media dei cespiti pari a 9,7 anni.

Sul piano ambientale, il settore si confronta con sfide significative legate alla regolamentazione dei PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche), utilizzate in alcuni processi produttivi. Le normative sempre più stringenti, in particolare in Europa e negli Stati Uniti, impongono alle aziende investimenti in tecnologie di trattamento e una revisione delle linee di produzione, con ricadute sui costi e sull’accesso ai mercati.

Inoltre, la dipendenza da materie prime soggette a instabilità – come la gomma naturale e il butadiene – espone il settore alle fluttuazioni geopolitiche e ai rischi climatici. A livello globale, si prevede un deficit strutturale nell’offerta di gomma naturale nei prossimi anni, che potrebbe impattare l’intera filiera.

Prospettive per il futuro

Il distretto del Sebino si conferma un modello virtuoso di specializzazione industriale, capace di mantenere una forte competitività internazionale grazie alla qualità dei prodotti, alla flessibilità produttiva e alla capacità di innovazione. Tuttavia, le prospettive per il 2025 restano incerte, soprattutto per l’indotto legato all’automotive, ancora in fase di contrazione.

Sarà quindi cruciale per le imprese investire ulteriormente in ricerca, sostenibilità e digitalizzazione per continuare a giocare un ruolo da protagoniste nel panorama industriale europeo.

Fonte: “Le imprese del settore delle guarnizioni nel distretto del Sebino” – Mediobanca Area Studi, giugno 2025.

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