Confartigianato Imprese Padova: “Serve una deroga immediata. Gli obiettivi di sostenibilità vanno accompagnati da buon senso, misure flessibili e tempi realistici”.
Confartigianato Imprese Padova chiede con forza una deroga immediata al blocco dei veicoli diesel Euro 5 previsto dal 1° ottobre 2025 nei comuni con più di 30.000 abitanti, perché la misura rischia di colpire ingiustificatamente chi lavora ogni giorno sul territorio. “L’obiettivo della qualità dell’aria è sacrosanto, ma nel dubbio si preferisce fermare gli artigiani invece che analizzare con rigore le vere fonti di inquinamento. E il risultato è una pressione insostenibile sulle microimprese – spiega il Presidente Gianluca Dall’Aglio. È giusto parlare di transizione ecologica, ma non a scapito degli artigiani. Bloccare i mezzi Euro 5 senza alternative concrete equivale a ostacolare il lavoro quotidiano di chi garantisce servizi essenziali alle nostre comunità».
Stangata economica e paralisi operativa
Il blocco riguarderà migliaia di veicoli in uso da artigiani, installatori, manutentori, elettricisti, termoidraulici, trasportatori, tecnici e operatori dell’edilizia. Mezzi che spesso sono vere e proprie “officine mobili”, fondamentali per spostarsi tra un cantiere e l’altro, raggiungere clienti, effettuare consegne.
“Il rischio è una stangata economica e una paralisi operativa – precisa Massimo Ruffa, Presidente degli autoriparatori di Confartigianato Imprese Padova. Secondo le attuali disposizioni, le alternative per gli artigiani padovani sono diverse ma tutte di difficile attuazione”.
Ambiente sì, ma con buon senso
Confartigianato Imprese Padova crede che la sostenibilità ambientale sia un obiettivo imprescindibile, ma chiede con forza che sia accompagnata da buon senso, misure flessibili e tempi realistici.
Servono una graduale introduzione del blocco, con fasce orarie che tengano conto delle esigenze lavorative, incentivi rapidi, accessibili e adeguati anche per l’acquisto di veicoli Euro 6 usati o ibridi, esenzioni per le categorie essenziali alla vita delle città.
Non tutti i veicoli euro 5 sono uguali
Infine, è necessario rivedere il criterio tecnico alla base dei divieti. La sola classe ambientale non basta a determinare il reale impatto di un veicolo. Alcuni mezzi Euro 5 ben manutenuti possono emettere meno di altri più recenti, ma privi dei dispositivi corretti.
“Si rischia di fare di tutta l’erba un fascio – conclude Ruffa– con il paradosso che alcuni veicoli “più nuovi” ma alterati possano circolare, mentre chi ha sempre rispettato le regole viene fermato. La sostenibilità non può trasformarsi in vessazione”.
Già oggi un danno economico per gli artigiani: gli euro 5 valgono sempre meno
C’è infine un ulteriore effetto collaterale che il Presidente Dall’Aglio sottolinea: “La sola notizia dell’imminente blocco ha già provocato conseguenze tangibili sul mercato: i veicoli Euro 5 si sono rapidamente svalutati, mentre è aumentato il valore degli Euro 6. Un paradosso che penalizza chi, fino a ieri, utilizzava mezzi perfettamente funzionanti e in regola”.
Un ulteriore motivo, secondo Confartigianato Imprese Padova, per intervenire subito con una deroga.
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