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Crisi industriali in Italia: approvati nuovi sostegni e ammortizzatori sociali


Il governo ha approvato un pacchetto di misure straordinarie per affrontare le crisi industriali che continuano a colpire settori strategici del sistema produttivo italiano.

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Il provvedimento, varato nel Consiglio dei Ministri del 12 giugno, si propone di rafforzare gli strumenti di protezione sociale e di rilancio occupazionale nei territori maggiormente colpiti dalle difficoltà aziendali.

Il provvedimento prevede lo stanziamento di 200 milioni di euro in favore di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, al fine di garantire la continuità produttiva e mettere in sicurezza gli impianti.

Inoltre, si semplificano le norme in materia di impianti per la produzione del preridotto (o DRI), un modo alternativo ed innovativo di produrre ferro, sviluppato per superare la produzione basata sugli altiforni convenzionali, e quelle sugli investimenti negli stabilimenti di interesse strategico nazionale. In questo ambito, per gli investimenti di valore superiore ai 50 milioni di euro, localizzati all’interno delle aree industriali ex ILVA o nelle aree esterne purché correlati alla funzionalità dello stabilimento, si prevede la possibilità per l’investitore di richiedere e godere della disciplina acceleratoria e di semplificazione relativa ai “programmi di investimento di interesse strategico nazionale” (art. 13 del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104), che prevede la nomina di un Commissario straordinario di Governo per la tempestiva realizzazione del programma e un procedimento in deroga di autorizzazione unica.

Interventi per i lavoratori e le imprese in difficoltà

Al centro delle nuove disposizioni si trova l’estensione degli ammortizzatori sociali a favore dei lavoratori coinvolti in processi di ristrutturazione o chiusura di siti produttivi. Le aziende che affrontano gravi crisi, comprese quelle di dimensioni medio-piccole, potranno accedere più facilmente alla cassa integrazione straordinaria e a strumenti di politica attiva del lavoro. L’obiettivo è duplice: tutelare i redditi dei dipendenti e incentivare la ricollocazione attraverso percorsi formativi e di aggiornamento professionale.

Inoltre, si esonera, per il 2025 e il 2026, l’impresa operante in un’area di crisi industriale complessa dal pagamento degli oneri aggiuntivi della CIG straordinaria in capo al datore di lavoro. L’esonero non spetta in caso di avvio di una procedura di licenziamento collettivo.

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Si interviene anche in favore di imprese appartenenti a gruppi di elevate dimensioni (con numero di dipendenti non inferiore a mille unità), presenti sul territorio nazionale, al fine di gestire esuberi e rilanciare la reindustrializzazione, consentendo l’estensione della cassa integrazione straordinaria ai gruppi di imprese con numero di dipendenti superiore a 1000 (ad oggi definita solo per le imprese, non i gruppi) e fino alla fine del 2027, portando, inoltre, fino al 100% la percentuale di riduzione complessiva dell’orario di lavoro.

Sono poi stanziati ulteriori 8 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026, ad integrazione del Fondo sociale per occupazione e formazione, per la misura di sostegno al reddito (pari al trattamento straordinario di integrazione salariale per una durata massima di 12 mesi nell’arco del triennio) prevista in favore dei lavoratori dipendenti, sospesi o impiegati a orario ridotto nelle aziende confiscate o sequestrate alla criminalità organizzata e sottoposte all’amministrazione giudiziaria.

A tutela dei lavoratori del settore della moda, si dispone l’estensione per un massimo di 12 settimane (nel periodo compreso tra il 1° febbraio 2025 e il 31 dicembre 2025) dell’intervento di integrazione salariale riconosciuto dall’INPS ai lavoratori dipendenti di datori di lavoro, anche artigiani, con un numero medio di dipendenti non superiore a 15 nel semestre precedente ed operanti nel settore moda.

Infine, in alternativa all’anticipazione dell’integrazione salariale da parte del datore di lavoro, si consente a quest’ultimo di poter richiedere all’INPS il pagamento diretto ai lavoratori della prestazione, senza dover dimostrare la sussistenza di comprovate difficoltà finanziarie.

Sostegno ai poli industriali in transizione

Il governo ha inoltre previsto fondi specifici per sostenere i territori interessati da crisi complesse o da riconversioni produttive. In queste aree sarà possibile attivare piani di reindustrializzazione, in sinergia con le regioni e con gli enti locali, favorendo investimenti in settori innovativi e a basso impatto ambientale. Particolare attenzione è riservata al rafforzamento del Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali, strumento che si è rivelato cruciale nel sostenere le aziende in crisi con potenzialità di rilancio.



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