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Le soluzioni alla mancanza di manodopera? Il lavoro degli immigrati e l’intervento dell’Europa; il progetto JOIN di Ita2030


di
Irene Consigliere

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Secondo l’indagine dell’Area studi Mediobanca la mancanza di lavoratori ha causato la perdita del 2,5% del Pil equivalenti a 43,9 miliardi di euro

Manca la manodopera. Un problema che nel solo 2023 ha causato una perdita di valore aggiunto di 43,9 miliardi di euro vale a dire il 2,5% del Pil italiano secondo un’analisi realizzata dall’Area Studi di Mediobanca che ha indagato inoltre come sia possibile trovare una soluzione con il contributo dei cittadini stranieri. In base a quanto emerge, una migliore valorizzazione delle competenze di questi lavoratori produrrebbe una “creazione” netta di ricchezza stimata in 75 miliardi di euro. Al tempo stesso, è stato stimato che un incremento dell’1% nei flussi migratori può evitare un calo del Pil dell’1 nei paesi OCSE, pari a 22 miliardi di euro per l’Italia. L’argomento è stato affrontato durante l’evento ‘Opportunità per le aziende, futuro per le persone’ promosso da ITA2030, associazione indipendente nata nel 2019 per supportare il Terzo settore e presieduta da Marcello Giustiniani, Senior Partner di BonelliErede. 

Il progetto JOIN- Job&Inclusion per aiutare le imprese

Per contribuire in modo concreto alla risoluzione delle difficoltà che stanno affrontando le aziende, ITA2030 si è mossa dando vita a JOIN-Job &Inclusion Network, un progetto che ha l’obiettivo di mettere in contatto le imprese in difficoltà a reclutare risorse e persone in cerca di un’occupazione a partire da quelle italiane in condizioni di savantaggio e dai migranti con regolare permesso di soggiorno. Il progetto JOIN è nato grazie al lavoro fatto da cinque organizzazioni del Terzo Settore – Cometa, Lai-momo/Abantu, Next, ELIS e ItaliaHello/JNRC – e ha come intento far incrociare nel migliore dei modi domanda e offerta, coinvolgendo ancora più realtà, supportando un numero maggiore di aziende e ampliando la copertura territoriale. Le singole associazioni indipendentemente hanno già supportato aziende come Arcaplanet, Sirti, Mondelēz International e Fincantieri, e provveduto alla formazione e all’inserimento lavorativo di migliaia di persone, come Bassirou Zigani e Diane Christelle Kombou che hanno raccontato la loro storia. 




















































L’importanza del lavoro degli immigrati e dell’attivazione delle competenze

«La carenza dei lavoratori e il mismatch tra domanda e offerta sono problemi strutturali del nostro Paese che come tali dobbiamo trattare – ha detto Marcello Giustiani, presidente di ITA2030 – abbiamo lanciato JOIN per fare rete e marciare tutti verso la stessa direzione. Le aziende possono così trovare risorse che sarebbero fuori dai loro radar e contare su un network che li affianca dalla selezione dei profili alla formazione. Chi invece entra in azienda può costruirsi un nuovo futuro». Mentre per Gabriele Barbaresco, direttore Area Studi Mediobanca «Il contributo dei lavoratori stranieri è imprescindibile poiché offre una leva di rapida attivazione per contrastare un insieme di fattori negativi che, innescati dall’invecchiamento degli occupati in Italia, pone alle imprese crescenti difficoltà di reperimento di risorse». Mario Nava, direttore generale per l’Occupazione, gli Affari Sociali e l’Inclusione della Commissione Europea riferisce infine che “oggi in Europa c’è un problema conclamato legato alla mancanza di lavoratori e, proprio sulla base di questo, la Commissione europea si è focalizzata sulle competenze lanciando la strategia Union of skills. Tra le aree di intervento c’è quella legata all’attivazione delle competenze di chi oggi non lavora o svolge mansioni per cui è troppo qualificato. Se vogliamo restare competitivi e continuare a crescere, è importante che tutti lavorino e possano farlo. In questo senso, e a fronte della trasformazione demografica in atto, l’immigrazione controllata e regolare può contribuire a risolvere il problema».

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