CREMONA – Da quasi due anni, dopo il suo ritorno in Forza Italia, Letizia Moratti guida la consulta della segreteria, organismo che ha il compito di fare proposte e studi sui principali temi politici. Alle elezioni europee del 2024 è stata candidata nella circoscrizione nord-occidentale, in seconda posizione dietro ad Antonio Tajani, risultando eletta con quasi 42.000 preferenze. Ex ministro dell’Istruzione del governo Berlusconi, poi sindaco di Milano e più di recente assessore al Welfare e vicepresidente della Lombardia, l’europarlamentare Moratti sarà ospite e relatrice del convegno in programma oggi dalle 16,30 al teatro comunale di Rivarolo del Re, dedicato alle sfide e alle opportunità per il settore agro alimentare e zootecnico.
Onorevole Moratti, qual è la sua visione per il futuro dell’agricoltura europea?
«L’agricoltura è un settore strategico per l’Europa: coinvolge oltre 9,1 milioni di aziende nei 27 Stati membri e garantisce occupazione a più di 20 milioni di persone lungo le filiere agroalimentari. È presidio del territorio, base della nostra autonomia alimentare e pilastro della sostenibilità».
Se ne discuterà oggi a Rivarolo del Re, in un convegno promosso dal sindaco Luca Zanichelli, responsabile del dipartimento agricoltura di Forza Italia in Lombardia. Quali misure propone per la trasparenza e la sicurezza alimentare in Europa?
«Il 92% degli italiani chiede l’origine obbligatoria in etichetta per tutti i prodotti: è una richiesta di trasparenza e tutela che deve diventare norma europea. Siamo contrari alla carne sintetica. In Italia è già vietata per legge: tutelare salute pubblica, biodiversità e imprese viene prima degli interessi delle multinazionali».
Come intende tutelare le produzioni italiane e cremonesi?
«L’Italia è il primo produttore agricolo dell’Unione Europea per valore aggiunto: oltre 64 miliardi nel 2023. La Lombardia è la prima regione agricola, e Cremona un’eccellenza riconosciuta nel lattiero-caseario e zootecnico, con più di 500mila bovini e una produzione annua di oltre un miliardo di litri di latte. Vogliamo rafforzare le filiere locali, semplificare l’accesso ai fondi europei, investire in digitalizzazione e infrastrutture. Servono regole commerciali che difendano il Made in Italy dalla concorrenza sleale extra-UE, in particolare su carne, cereali e latte».
Qual è il suo approccio alla sostenibilità in agricoltura?
«Sostenibilità, produttività e competitività devono coesistere. L’agricoltura europea è già tra le più sostenibili al mondo: in Italia le emissioni agricole rappresentano solo il 7% del totale. La transizione ecologica non va imposta con ideologia, ma accompagnata da innovazione e incentivi: agricoltura di precisione, uso efficiente dell’acqua, riduzione selettiva dei fitofarmaci. L’obiettivo è raggiungere standard ambientali senza penalizzare la redditività delle imprese agricole, già sotto pressione».
Che ruolo dovrebbero avere le istituzioni europee?
«L’Europa deve garantire regole comuni, strumenti di difesa e un mercato equo. Basta concorrenza sleale e disparità tra Stati. Gli agricoltori sono i primi custodi del territorio e meritano una Politica Agricola Comune più forte, orientata a competitività e sostenibilità, con fondi accessibili direttamente agli agricoltori e un bilancio adeguato. Negli ultimi anni, la burocrazia è aumentata e i fondi reali sono diminuiti: è inaccettabile. L’Europa deve ascoltare chi lavora la terra e presidia il territorio. La sovranità alimentare non è un’utopia, è una priorità».
Qual è il bilancio del suo primo anno da europarlamentare?
«È stato un anno intenso e costruttivo. Ho portato avanti battaglie concrete per imprese, territori e famiglie. Questa settimana al workshop del Ppe a Maastricht ho ribadito l’importanza di una visione ambiziosa per l’Europa 2040, fondata su pragmatismo, innovazione, coesione e crescita sostenibile. Ho proposto una politica industriale integrata, una transizione ecologica realistica nelle tempistiche e attenta agli aspetti economici e sociali, e investimenti strategici nel capitale umano. Il bilancio è positivo, ma il lavoro continua. Il mio impegno è per un’Ue concreta, solidale, competitiva e meno burocratica, più vicina alle persone».
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