Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

La sfida della competitività industriale europea tra crisi geopolitiche, transizione energetica e autonomia strategica


In un contesto internazionale sempre più instabile e frammentato, aggravato dalla persistenza dei conflitti in Ucraina e Palestina e dall’avvento della nuova amministrazione statunitense guidata da Donald Trump – che ha subito riacceso tensioni commerciali globali attraverso annunci di nuovi dazi e barriere protezionistiche – l’Europa si trova oggi a un bivio cruciale. Al centro della riflessione economico-industriale torna il tema della competitività del sistema produttivo europeo, messa sotto pressione da una duplice criticità: da un lato, l’ipertrofia normativa che negli ultimi anni ha appesantito l’azione delle imprese; dall’altro, una crescente perdita di centralità tecnologica in filiere strategiche.

Trasforma il tuo sogno in realtà

partecipa alle aste immobiliari.

 

A rilanciare il dibattito è stata l’Assemblea 2025 di UNEM (Unione Energie per la Mobilità), che ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali, stakeholder industriali e osservatori economici. Il fulcro della discussione ha riguardato l’impatto degli scenari geopolitici in evoluzione sulla filiera industriale europea dei motori a combustione interna (ICE) e sul comparto della raffinazione e distribuzione energetica, in un momento in cui le politiche di transizione energetica richiedono investimenti massicci, ma anche coerenza e pragmatismo.

Le dinamiche globali, come sottolineato in assemblea, stanno ridisegnando i rapporti di forza commerciali e industriali. L’approccio unilaterale della nuova presidenza americana – che sembra voler ricalcare lo schema tariffario del primo mandato Trump – ha sollevato preoccupazioni in Europa, dove si teme una spirale di ritorsioni e squilibri competitivi. In questo scenario, l’industria europea rischia di pagare un prezzo elevato, se non riuscirà a difendere spazi di autonomia tecnologica e produttiva.

Al centro delle preoccupazioni espresse da UNEM c’è la necessità di preservare e trasformare la base manifatturiera europea, elemento imprescindibile per affrontare le sfide della mobilità sostenibile e della decarbonizzazione. La filiera dei motori endotermici – pur nel suo inevitabile percorso evolutivo – continua a rappresentare una componente significativa dell’occupazione industriale e della capacità di innovazione nel continente. Lo stesso vale per il settore della raffinazione, chiamato a riconvertirsi in un’ottica di economia circolare e neutralità climatica.

Un messaggio forte emerso dall’assemblea è stato quello della necessità di maggiore coesione tra Paesi membri e di una governance europea più consapevole delle implicazioni industriali delle scelte normative. La corsa alla sostenibilità non può trasformarsi in un boomerang competitivo per le imprese europee, soprattutto in assenza di condizioni di parità con competitor globali meno vincolati da regole ambientali e sociali.

“Serve una visione comune – è stato ribadito nel corso dei lavori – per evitare che la transizione si traduca in deindustrializzazione e perdita di sovranità tecnologica. L’Europa deve saper coniugare ambizione climatica e realismo industriale.”

Aste immobiliari

l’occasione giusta per il tuo investimento.

 

L’Assemblea UNEM 2025 ha messo in evidenza che le sfide poste dalla geopolitica e dalla transizione energetica non sono più solo temi da agende diplomatiche o accademiche: sono questioni vitali per la tenuta del sistema produttivo continentale. In gioco c’è la capacità dell’Europa di rimanere protagonista nell’economia globale, difendendo le proprie eccellenze industriali e costruendo, con pragmatismo, un nuovo paradigma di sviluppo sostenibile e competitivo.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Carta di credito con fido

Procedura celere