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I consumi tengono su il Pil. Dai dazi -0,5% in tre anni


L’incertezza è sempre rappresentata dalla politica commerciale di Donald Trump. Fino a quando non si disperderà la nube dei dazi e non si arriverà a un accordo tra Stati Uniti e Unione europea l’ipotesi che l’Italia cresca meno del previsto resta. Anzi nelle ultime previsioni della Banca d’Italia è calcolato che le tariffe costano al Paese lo 0,5% nei tre anni dal 2025 al 2027. L’Italia riesce comunque a mantenere il ritmo. Via Nazionale ha confermato i numeri indicati già lo scorso aprile. Quest’anno l’economia italiana guadagnerà lo 0,5%, il prossimo crescerà dello 0,8% e nel 2027 dello 0,7%.

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Lo scenario vede i consumi spingere la crescita, «sostenuti dal buon andamento del potere d’acquisto delle famiglie e dalla riduzione dei tassi di interesse». Anche l’occupazione è vista in aumento. Il numero degli occupati crescerà però a ritmi inferiori rispetto al prodotto interno lordo e questo, sottolineano gli analisti di Via Nazionale, porterà a un recupero, anche se leggero, della produttività. Quanto al tasso di disoccupazione per gli economisti di Palazzo Koch calerà «marginalmente, portandosi al 6% nel 2027».

IL COMMERCIO

Le previsioni scontano già un calo delle esportazioni nel corso dell’anno dovuto alle tariffe. Bisognerà scavallare il prossimo dicembre affinché tornino ad espandersi. Di contro proprio la domanda interna favorirà già nel 2025 la crescita delle importazioni. A d aprile ci sono state alcune avvisaglie di questa dinamica con l’import cresciuto dello 0,3% su marzo e del 5,4% su mese scorso, mentre l’export ha fatto registrare un aumento dello 0,4% anno su anno (in valore) e hanno ceduto il 2,8% sul mese precedente.

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Gli investimenti beneficeranno invece di progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza entrato negli ultimi 12 mesi di attuazione e che il governo si appresta a rivedere per l’ultima volta.

Altri elementi da tenere in considerazione nell’arco del triennio sono i costi per i prestiti a famiglie e imprese, in calo graduale, e i prezzi di petrolio e gas. Banca d’Italia è uscita con le sue stime nel giorno in cui le fonti di energia sono in aumento come conseguenza dell’attacco israeliano sull’Iran. I future indicano invece risparmi nel corso dei prossimi anni. Per il greggio, qualità Brent, si passerà da 82 dollari per barile dello scorso anno a 66,7 dollari nel 2025 fino ad arrivare a 64,2 dollari nel 2027. Il prezzo del gas naturale, calcolato in euro per megawattora, passerà da 34,4 euro nel 2024 a 29,3 euro alla fine del triennio. Quest’anno si aggirerà attorno a 38 euro, ma già il prossimo calerà a quota 33,2 euro.

Quanto all’inflazione la media di quest’anno è stimata all’1,5%, livello che si manterrà anche il prossimo per poi risalire al 2%, ossia alla quota considerata la bussola delle politiche monetarie della Banca centrale europea.

Gli esperti di Bankitalia evidenziano tuttavia i rischi al ribasso. I dazi, nel caso Trump decidesse di colpire più duramente rispetto al 20% contro la Ue annunciato lo scorso 2 aprile, potrebbero peggiorare il dato sulla crescita italiana nel 2025 di circa due decimali.

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