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corsa contro il tempo per colmare il gap entro il 2025 « LMF Lamiafinanza


Competenze digitali, infrastrutture e PA al centro del Piano operativo. Obiettivi: skill per tutti i dipendenti pubblici, banda larga ovunque e servizi online interoperabili

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Colmare il divario digitale dell’Italia entro il 2025, come stabilito nel dicembre 2010 dalla Digital Skills and Jobs Coalition della Commissione europea, resta un obiettivo ambizioso ma ancora possibile. È quanto emerge dall’aggiornamento 2025 del Piano operativo nazionale sulla digitalizzazione, che rientra nel quadro della Strategia Nazionale per le Competenze Digitali e del Piano Triennale per l’Informatica nella PA (2024–2026). Due strumenti chiave, uno centrato sul capitale umano, l’altro sulle infrastrutture e sull’organizzazione pubblica, che convergono nel tentativo di modernizzare il sistema Paese.

Secondo gli ultimi dati DESI, l’Italia è migliorata in termini di digitalizzazione ma resta ancora sotto la media UE per competenze e copertura infrastrutturale. Da qui la necessità, come evidenziato dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale, di un’accelerazione su più fronti: formazione del capitale umano, interoperabilità nella PA e completamento della connettività ultra‑veloce.

Formazione e competenze: entro il 2025, tutti i dipendenti PA su Syllabus

Uno degli obiettivi prioritari riguarda la formazione del personale pubblico: entro fine 2025, tutti i dipendenti delle amministrazioni centrali e locali dovranno aver completato il percorso di aggiornamento su Syllabus, la piattaforma nazionale gratuita per le competenze digitali.

L’iniziativa, promossa da Repubblica Digitale e Funzione Pubblica, punta a colmare il digital skill gap attraverso un’offerta modulare, differenziata per ruoli e livelli di partenza. È prevista anche un’attenzione particolare alla parità di genere, con percorsi STEM rivolti alle donne nella PA e nella scuola.

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Digitalizzazione della PA: interoperabilità, AI e IT‑Wallet

Il nuovo Piano Triennale IT, curato da AgID, definisce in modo puntuale le azioni attese dalle amministrazioni pubbliche entro il 2026, molte delle quali anticipate al 2025. In primo piano: interoperabilità tra banche dati, dematerializzazione dei documenti, cybersecurity e introduzione di tecnologie abilitanti, tra cui l’intelligenza artificiale e l’IT‑Wallet per l’identità digitale e l’accesso ai servizi.

Tra le novità operative, il piano prevede 16 strumenti tecnici a supporto delle PA per garantire assistenza nel procurement, nella scelta delle soluzioni cloud e nella valutazione del rischio informatico. Si tratta di un cambio di passo rispetto ai precedenti piani, più normativi che operativi.

Infrastrutture: banda larga nelle aree grigie e 5G nelle isole minori

Sul fronte delle infrastrutture digitali, la sfida resta aperta. Nonostante gli investimenti avviati con il Pnrr e i piani “Italia a 1 Giga” e “Italia 5G”, permangono aree ancora non coperte, soprattutto nei contesti rurali e insulari.

Nel 2024 è stato firmato un finanziamento da 350 milioni di euro tra BEI e INWIT per accelerare la copertura mobile nei cosiddetti “territori a fallimento di mercato” ovvero zone in cui i meccanismi di mercato non riescono ad allocare in modo efficiente le risorse. Parallelamente, il “Minor Islands Plan” mira a connettere con fibra e 5G anche le isole minori – da Pantelleria a Ponza – entro il 2025, con progetti già in fase esecutiva in Lazio, Sicilia, Sardegna e Puglia.

Obiettivi 2025: indicatori, milestone e monitoraggio

Il governo ha previsto una roadmap con milestone annuali e indicatori misurabili. Tra i principali:

  • Almeno il 64% della popolazione attiva online con la PA;

  • 84% dei cittadini over 65 con accesso ai servizi digitali;

  • Copertura FTTH o 5G per oltre il 95% del territorio nazionale;

  • Competenze digitali base per almeno il 70% dei cittadini italiani.

La governance del piano è affidata a un tavolo interministeriale con il supporto di Regioni, enti locali, imprese e terzo settore, sotto il coordinamento del Dipartimento per la Trasformazione Digitale.

Il nodo delle risorse e dei tempi

Il completamento degli interventi entro dicembre 2025 richiederà coerenza negli investimenti, velocità di esecuzione e capacità amministrativa nei territori. Diversi Comuni, come quello di Palestrina (RM), hanno già avviato i progetti di trasformazione digitale finanziati con fondi Pnrr, ma restano ampie sacche di ritardo, soprattutto nel Mezzogiorno.

Verso un’Italia digitale

Il gap digitale italiano non è solo un problema tecnologico, ma anche sociale e organizzativo. Il piano aggiornato rappresenta un passo avanti in termini di visione, concretezza e strumenti. Resta ora da vedere se alla strategia seguiranno la necessaria esecuzione e il coordinamento interistituzionale che, secondo alcuni osservatori,  finora sono spesso mancati.

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