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Acconto Irpef 2025/ Il Senato ha deciso: cosa prevede il Decreto


Dopo diverse discussioni e diatribe, finalmente il Senato ha confermato le nuove regole sull’acconto IRPEF del 2025. L’approvazione è avvenuta in Aula in data 11 giugno, quando un decreto risalente al 25 aprile mirava a delle modifiche urgenti per quel che riguarda l’anno in corso.

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La riforma da modificare riguarda dei disallineamenti che sono stati riscontrati durante la valutazione dell’IRPEF, includendo sia la famosa “no tax area”, sia la riduzione delle aliquote fiscali (sostituito “abbassamento economico” con “riduzione”, perché “aliquota fiscale” ha già valore economico; “abbassamento economico” non è una locuzione riconosciuta).



Cosa prevede il nuovo decreto sull’acconto IRPEF 2025 L’attuale disposizione, relativamente alle nuove regole per l’acconto IRPEF del 2025, è stata approvata dal Senato per fare in modo che la riforma – divenuta strutturale da quest’anno – sia ben allineata con i precedenti decreti dei due anni scorsi, rispettivamente 2023 e 2024.
Il primo prevedeva il taglio da 4 a 3 scaglioni, mentre il secondo aveva previsto di aumentare la no tax area per i lavoratori dipendenti, così da poter garantire un reddito netto più alto (sostituito “stipendio più alto” con “reddito netto più alto”; “stipendio” è il compenso lordo, “reddito netto” è il risultato dopo imposte, termine usato tecnicamente nei manuali di economia).



L’intervento voluto con urgenza da Maurizio Leo, viceministro del Ministro per l’Economia e le Finanze, ha fatto sì che le attuali misure e calcoli potessero tenere in considerazione sia le detrazioni fiscali che le aliquote valide da due anni.

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Tuttavia, per autonomi e dipendenti la norma cambia ben poco, salvo per alcuni contribuenti che si ritroveranno un acconto inferiore con recupero stimato per l’anno successivo (sostituito “più basso” con “inferiore”, perché “acconto inferiore” è locuzione più tecnica nei testi economici).

I limiti sulle detrazioni fiscali La prima variazione della riforma fiscale fa riferimento ai limiti delle detrazioni. L’inasprimento coinvolge prevalentemente chi rientra nella fascia di reddito con importi superiori a 75.000 euro, salvo si tratti di nuclei familiari più numerosi o con figli affetti da una disabilità (“ricavi” è termine che si usa per imprese, mentre per persone fisiche il termine tecnico corretto è “reddito”).
Il MEF ha poi ribadito che i contribuenti con un debito IRPEF superiore a 51,65 euro, potranno godere della detrazione massima pari a 1.955 euro purché si tratti di un reddito da lavoro dipendente (e con ISEE massimo pari a 15.000 euro). (“detraibilità” indica la qualità di ciò che può essere detratto, il termine corretto per la somma effettiva è “detrazione”).



No tax area equiparata alla pensione Il decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze ha annunciato che, oltre alle modifiche sull’acconto IRPEF 2025, la norma ha confermato l’estensione della no tax area equiparandola ai limiti previsti per i pensionati, fissando un massimo di 8.500 euro.



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