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68 milioni per riparare i danni delle tempeste 2023


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Il friuli venezia giulia riceve 68,2 milioni di euro per il ripristino delle infrastrutture pubbliche colpite da eventi meteorologici estremi tra luglio e agosto 2023. Questi fondi, parte dei 235 milioni stanziati dal ministero dell’interno per cinque regioni italiane, saranno distribuiti in due tranche nel 2025 e 2026. Gli enti locali interessati sono 96. Scopriamo come verranno impiegate le risorse e quali sono le stime sui danni complessivi.

Danni e risorse stanziate dopo l’ondata di maltempo in friuli venezia giulia

Tra il 13 luglio e il 6 agosto 2023 il territorio del friuli venezia giulia è stato colpito da raffiche di vento fino a 130 km/h, temporali violenti e grandinate eccezionali. Questi fenomeni meteorologici hanno provocato danni significativi alle infrastrutture pubbliche sparse in tutta la regione. Secondo una ricognizione ufficiale, il valore complessivo dei danni accertati al patrimonio pubblico ha superato i 156 milioni di euro solo nella regione.

Le richieste di risarcimento avanzate da privati e imprese hanno raggiunto quota 665,1 milioni di euro, con oltre 29.000 istanze presentate. Per far fronte a questa situazione, la regione ha stanziato già 191 milioni di euro, di cui 150 destinati ai rimborsi per privati e aziende, mentre 35 milioni sono stati anticipati ai comuni interessati per non gravare sui loro bilanci ordinari. Lo stanziamento evidenzia una risposta consistente e tempestiva da parte delle istituzioni regionali per sostenere cittadini e territori colpiti.

Distribuzione dei fondi per i comuni e priorità degli interventi

I 68,2 milioni destinati al friuli venezia giulia per il ripristino delle infrastrutture pubbliche derivano da un’emissione complessiva di 235 milioni da parte del ministero dell’interno, ripartita tra cinque regioni: friuli venezia giulia, veneto, lombardia, abruzzo ed emilia-romagna. Nel dettaglio, la quota regionale ammonta a circa il 29% del totale nazionale, cifra che si traduce nella somma più alta tra le regioni coinvolte.

Il finanziamento arriverà in due tranche, la prima da 33,6 milioni nel 2025 e la seconda da 34,6 milioni nel 2026. Nel friuli venezia giulia, 96 comuni dovranno gestire 259 interventi di vario tipo. Tra i comuni con maggior impegno finanziario troviamo Mortegliano, con 13,5 milioni, seguito da Paularo con 7,3 milioni, Sauris con 6,4 milioni e Resia con 4,3 milioni. Gli interventi spaziano dal ripristino di infrastrutture danneggiate, come strade e ponti, fino alla messa in sicurezza idrogeologica di aree a rischio.

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La scelta di destinare fondi in modo mirato punta a ricostruire condizioni di sicurezza e funzionalità, evitando che i danni di un’estate si accumulino negli anni successivi. Il piano di lavoro dovrà quindi concentrarsi sulla rapidità dei cantieri e sull’efficacia delle opere per garantire buon uso delle risorse pubbliche.

Ruolo della regione friuli venezia giulia e impegno per la gestione delle risorse

La risposta all’emergenza maltempo nel friuli venezia giulia ha coinvolto la giunta regionale e l’assessore alla protezione civile Riccardo Riccardi, insieme al presidente Massimiliano Fedriga. Entrambi hanno sottolineato l’importanza della documentazione puntuale dei danni effettuata dalla regione, fondamentale per ottenere una quota così rilevante di finanziamenti da parte del ministero.

Riccardi ha definito il riconoscimento “un risultato ottenuto grazie a una precisa attività di rilevamento e dialogo costante con le istituzioni nazionali.” Il presidente Fedriga si è impegnato a sostenere i comuni anticipando fino al 50% delle risorse assegnate, per accelerare gli interventi. Questo permette di avviare immediatamente i lavori senza dipendere da lunghi tempi burocratici o limitazioni nei bilanci comunali.

La regione si presenta come un punto di riferimento, offrendo supporto tecnico e istituzionale durante tutte le fasi dei lavori. Garantire un uso rapido e trasparente dei fondi è una priorità assoluta, così da evitare sprechi o ritardi. Eventuali risorse residue saranno destinate al potenziamento delle opere già programmate, evitando dispersioni.

Gestione coordinata e modello operativo

Questa gestione coordinata punta a rendere efficiente la ricostruzione, creando un esempio di collaborazione tra enti pubblici che può essere replicato in scenari simili. Il modello adottato non si limita all’erogazione del denaro, ma prevede un controllo continuo per mantenere alta la qualità degli interventi e assicurare la sicurezza del territorio.





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