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Perché progettare prodotti sostenibili è ormai una priorità per le aziende


Negli ultimi sei mesi abbiamo osservato un cambiamento significativo nel modo in cui le aziende affrontano la progettazione di prodotti sostenibili. Sempre più imprese stanno superando le iniziative ecologiche isolate, puntando invece a integrare la sostenibilità in modo olistico all’interno dei loro portafogli di prodotti. L’obiettivo è chiaro: allinearsi ai percorsi di decarbonizzazione, soddisfare i requisiti normativi e abbracciare i principi dell’economia circolare, garantendo al contempo che la progettazione sia concreta, scalabile e commercialmente sostenibile.

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Questa evoluzione segna una fase di maturazione negli sforzi di progettazione sostenibile: le aziende non si concentrano più esclusivamente sui singoli prodotti, ma adottano soluzioni sistemiche che integrano la sostenibilità nei processi decisionali, nelle catene di approvvigionamento e nelle strategie di prodotto. Si tratta di un cambiamento guidato da una combinazione di pressioni normative, incentivi economici e dalla crescente consapevolezza che la sostenibilità non è più un elemento accessorio, bensì una funzione centrale del business.

Perché la progettazione sostenibile è importante per le aziende

La progettazione di prodotti sostenibili non riguarda solo la riduzione dell’impatto ambientale, ma anche la costruzione di imprese più resilienti e pronte ad affrontare le sfide future. Le aziende che integrano la sostenibilità nei propri processi progettuali ottengono benefici che vanno ben oltre la semplice conformità normativa: dal rafforzamento del posizionamento competitivo a risparmi significativi nel lungo periodo.

La sostenibilità come vantaggio competitivo

La sostenibilità non è più un’opzione, ma un fattore chiave per la leadership di mercato. I consumatori sono sempre più consapevoli dell’impatto ambientale delle loro scelte d’acquisto e, nel nostro lavoro con marchi che operano a livello globale, osserviamo come le aziende che assumono impegni autentici e misurabili in ambito sostenibile stiano conquistando una maggiore fedeltà da parte dei clienti. Al contrario, le imprese che non riescono ad allinearsi a queste nuove aspettative rischiano di perdere quote di mercato, poiché i consumatori orientati alla sostenibilità cercano attivamente alternative più responsabili.

Anche il panorama degli investimenti è in evoluzione. Nell’ultimo anno, abbiamo osservato un rafforzamento dei processi di valutazione ESG da parte degli investitori, i quali richiedono alle aziende di dimostrare in modo concreto come i rischi legati alla sostenibilità vengano gestiti sia a livello aziendale sia a livello di prodotto. L’introduzione di quadri normativi obbligatori, come la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), sta accelerando questa tendenza, facilitando la distinzione tra le imprese che prendono seriamente la sostenibilità e quelle che non lo fanno.

Per le aziende, ciò implica che la progettazione di prodotti sostenibili non rappresenta più soltanto un requisito normativo, ma una leva strategica per mantenere la propria rilevanza in un mercato in rapida trasformazione. Le imprese che integrano la sostenibilità nello sviluppo dei prodotti sin dalle fasi iniziali avranno un netto vantaggio competitivo rispetto a quelle che cercano di adattarsi in un secondo momento.

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Le supply chain resilienti partono da un design sostenibile

Le decisioni legate alla progettazione dei prodotti influenzano ogni fase della catena di approvvigionamento: dall’acquisizione delle materie prime, alla produzione, alla logistica, fino al recupero a fine vita. Con il passaggio verso modelli circolari e pratiche di approvvigionamento responsabile, molte aziende si trovano ad affrontare interruzioni nel breve termine, come il cambio di fornitori, la ricerca di materiali alternativi non ancora disponibili su larga scala o l’adattamento ai vincoli di fornitura regionali.

Tuttavia, queste sfide rappresentano una parte necessaria della transizione. Le imprese che integrano la sostenibilità nelle proprie catene di fornitura stanno, in definitiva, costruendo resilienza in diversi modi chiave:

  • Riduzione della dipendenza da materie prime volatili – Molti materiali tradizionali sono soggetti a rischi geopolitici, fluttuazioni dei prezzi e restrizioni normative. Dando priorità a soluzioni riciclabili, a base biologica o di provenienza locale, le aziende possono ottenere un maggiore controllo e stabilità dell’approvvigionamento nel lungo periodo.
  • Diversificazione della rete di fornitori – Le aziende che passano in modo proattivo a fornitori più sostenibili, anche a fronte di un necessario adattamento iniziale, riducono il rischio di interruzioni future causate da inadempienze normative, scarsità di risorse o cambiamenti regolatori.
  • Produzione efficiente e uso responsabile dei materiali – Progettare con un approccio orientato alla rigenerazione, modularità e riciclabilità non solo contribuisce a ridurre sprechi e costi, ma migliora anche l’agilità della catena di approvvigionamento, riducendo la dipendenza da materiali vergini e da fornitori unici.
  • Allineamento normativo e di mercato – In molti settori si assiste a un aumento dei requisiti di due diligence, come evidente dalle recenti novità normative: EU Deforestation Regulation (EUDR), Supply Chain Due Diligence Act (CSDDD). Le aziende che integrano in modo proattivo criteri di sostenibilità nella selezione e nell’approvvigionamento dei fornitori sono meglio preparate ad affrontare un contesto normativo in continua evoluzione.

La progettazione sostenibile dei prodotti non riguarda più solo la riduzione delle emissioni, ma è diventata un elemento chiave per garantire la continuità operativa nel lungo termine. Le aziende che investono oggi nella sostenibilità della supply chain saranno quelle più capaci di scalare in modo efficiente e adattarsi alle pressioni del mercato futuro.

Efficienza operativa e risparmio sui costi

La progettazione sostenibile dei prodotti e l’economia circolare non si limitano alla riduzione dell’impatto ambientale, ma rappresentano anche una strategia finanziaria intelligente. Attraverso una scelta più consapevole dei materiali, l’estensione della durata dei prodotti e la progettazione orientata alla riparabilità, le aziende possono ridurre i costi operativi, limitare gli sprechi e aumentare la soddisfazione dei clienti.

Molte imprese sottovalutano i costi legati a guasti dei prodotti, elevati tassi di restituzione e richieste di garanzia, fattori che incidono negativamente sulla redditività. Investire nella durabilità e nel design modulare consente di ridurre queste spese, migliorando al contempo la fidelizzazione dei clienti.

Anche la vendita di parti di ricambio e kit di riparazione sta emergendo come una strategia redditizia e a basso costo, vantaggiosa sia per le aziende che per i consumatori. Questo approccio è in linea con le normative sul diritto alla riparazione e rafforza la percezione positiva del marchio, contribuendo alla fidelizzazione.

Parallelamente, l’ottimizzazione dell’uso dei materiali consente di risparmiare sui costi di produzione e logistica. Le aziende che impiegano una minore quantità di materiali, selezionati per qualità e prestazioni, possono semplificare i processi produttivi, ridurre gli scarti e migliorare l’efficienza della catena di approvvigionamento.

Integrare la sostenibilità nella fase iniziale della progettazione consente di evitare costosi interventi successivi, anticipare i requisiti normativi e costruire una resilienza finanziaria duratura.

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La sostenibilità è ora una priorità finanziaria

La sostenibilità non è più soltanto una questione di reputazione, ma una componente fondamentale della strategia finanziaria aziendale. Con l’entrata in vigore di obblighi normativi sulla rendicontazione ESG, come la CSRD, le aziende sono tenute a fornire prove trasparenti e quantificabili di come gestiscono i rischi legati alla sostenibilità.

Gli investitori non si affidano più a dichiarazioni volontarie: valutano attivamente se le imprese dispongono di una strategia di sostenibilità strutturata e supportata da dati concreti. Le aziende prive di piani chiari e misurabili in ambito ESG sono sempre più percepite come investimenti ad alto rischio, con conseguenti difficoltà nell’accesso al capitale e una maggiore pressione da parte degli azionisti.

Al contrario, le imprese che integrano efficacemente la sostenibilità ottengono un accesso privilegiato a finanziamenti e opportunità d’investimento. Molti istituti finanziari offrono oggi prestiti e green bond legati a parametri ESG, con tassi d’interesse agevolati o condizioni più favorevoli per le aziende che raggiungono obiettivi specifici in materia di riduzione delle emissioni o circolarità.

Oltre al capitale, anche gli acquirenti aziendali e i principali rivenditori stanno innalzando i requisiti ESG nella selezione dei fornitori, integrando criteri ambientali, sociali e di governance nelle politiche di approvvigionamento. Le aziende che non riescono a dimostrare la conformità a standard ambientali in continua evoluzione rischiano di perdere importanti opportunità commerciali.

In questo contesto, la progettazione sostenibile dei prodotti non è più un’opzione, ma una strategia chiave per la gestione del rischio finanziario.

Normative che guidano la sostenibilità dei prodotti

L’Unione Europea è all’avanguardia nella promozione dell’economia circolare, attraverso l’implementazione di normative articolate che mirano a garantire la progettazione sostenibile dei prodotti. Tra le principali misure adottate:

  • Ecodesign for Sustainable Products Regulation (ESPR): In vigore dal 18 luglio 2024, l’ESPR stabilisce requisiti di ecoprogettazione per un’ampia gamma di prodotti, con l’obiettivo di renderli più durevoli, riparabili e riciclabili, riducendo così il loro impatto ambientale lungo l’intero ciclo di vita.
  • Packaging and Packaging Waste Regulation (PPWR): Approvato dal Parlamento europeo, il PPWR mira a ridurre la produzione di imballaggi e i relativi rifiuti, migliorare la riciclabilità e promuovere il mercato dei materiali riciclati. La normativa si applica a tutti gli operatori che immettono imballaggi sul mercato dell’UE, dalle piccole imprese alle grandi multinazionali.
  • EU Battery Directive: In vigore dal 2027, introduce requisiti più stringenti in materia di riciclabilità e trasparenza delle informazioni per le batterie utilizzate in dispositivi elettronici e veicoli elettrici.

Questi regolamenti, che possono riguardare anche aziende extra-UE che operano sul mercato europeo, confermano l’impegno dell’Unione Europea verso un futuro più sostenibile, spingendo le imprese a integrare i principi dell’economia circolare nella progettazione dei loro prodotti.

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Gli strumenti digitali sono ora fondamentali per la conformità

Con l’aumento delle aspettative in materia di conformità e sostenibilità, le aziende necessitano di strumenti affidabili e scalabili in grado di integrare i dati ambientali nei flussi di lavoro per lo sviluppo dei prodotti. Normative come l’ESPR, il Digital Product Passport (DPP) e l’EU Battery Regulation stanno rendendo informazioni come il Product Carbon Footprint (PCF) e il Life Cycle Assessment (LCA) requisiti essenziali, non solo per garantire la conformità, ma anche per accedere al mercato. Parallelamente, i team di approvvigionamento e gli acquirenti richiedono una maggiore trasparenza sugli impatti ambientali a livello di prodotto prima di effettuare scelte d’acquisto. Questo è particolarmente vero in settori ad alta intensità produttiva come l’elettronica, l’automotive e i beni di largo consumo. Sebbene le LCA tradizionali restino strumenti preziosi, sono spesso lente e costose, creando un divario tra le ambizioni di sostenibilità e la loro effettiva realizzazione.

Ed è qui che entrano in gioco gli strumenti digitali intelligenti. Ad esempio, PortfolioPro, la piattaforma digitale per LCA di Anthesis, sta aiutando le aziende a:

  • Valutare interi portafogli di prodotti per identificare criticità e opportunità di miglioramento in chiave sostenibile.
  • Fornire ai team dati immediati sull’impronta ambientale dei prodotti, supportando decisioni di progettazione più sostenibili.
  • Creare scenari alternativi di progettazione sostenibile, per un confronto rapido e accurato dell’impatto delle modifiche progettuali sull’impronta ambientale complessiva.
  • Generare dati conformi e pronti per la reportistica, fungendo anche da repository centralizzato per le informazioni ambientali.

Le aziende che compiono progressi concreti nel design sostenibile non si limitano a monitorare l’impronta ambientale dei prodotti, ma integrano attivamente la sostenibilità nel processo decisionale tra team e dipartimenti.

Da progetti isolati a soluzioni integrate: l’evoluzione della sostenibilità nei prodotti

Per anni, molte aziende hanno affrontato la progettazione di prodotti sostenibili attraverso iniziative sporadiche, nate in risposta a normative specifiche o a pressioni del mercato, piuttosto che come parte di un approccio strategico e unificato. Tuttavia, questa modalità frammentata ha spesso portato a progressi limitati e ostacoli interni.

Oggi, sempre più aziende riconoscono la necessità di integrare la sostenibilità a livello sistemico. Le organizzazioni di maggior successo si stanno orientando verso:

  • Strategie di sostenibilità a livello di portafoglio – Integrando la sostenibilità nelle roadmap di prodotto, non solo in progetti singoli.
  • Collaborazione interfunzionale – Coinvolgendo attivamente i team di ricerca e sviluppo, approvvigionamento, conformità e area commerciale per una visione condivisa.
  • Supporto all’implementazione e governance – Garantendo che le strategie non restino sulla carta, ma vengano attuate in modo efficace e coerente.

Molte delle aziende con cui collaboriamo hanno già avviato iniziative di progettazione sostenibile e ora cercano la giusta struttura, gli strumenti e l’allineamento interno per fare il salto di qualità.

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Un esempio concreto è Culligan International, con cui abbiamo sviluppato un programma su misura di Design for Sustainability (DfS), pensato per costruire un approccio strutturato e scalabile all’innovazione sostenibile dei prodotti. Attraverso un toolkit personalizzato, sessioni formative e una strategia mirata di engagement interno, Culligan sta integrando i principi DfS in tutto il proprio portafoglio, assicurando che la sostenibilità sia parte integrante del processo decisionale.

In che modo Anthesis può supportarti?

La progettazione sostenibile dei prodotti non si limita più a piccoli miglioramenti: è una vera e propria trasformazione. Le aziende che integrano la sostenibilità nella propria strategia di core business sono quelle che prospereranno in un mercato in continua evoluzione.

In Anthesis, supportiamo le organizzazioni nella progettazione, implementazione e scalabilità di strategie di sostenibilità allineate ai requisiti normativi, agli obiettivi commerciali e alla resilienza a lungo termine.

Se la tua azienda è pronta a sviluppare un approccio realmente integrato, saremo lieti di esplorare insieme come accompagnarti in questo percorso.



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