MOBILITÀ – Blocco diesel Euro 5 da ottobre, il Presidente Zenari: “Una piccola impresa con un paio di furgoni attrezzati, costretta a sborsare 80/100 mila euro per rinnovare i mezzi. Provvedimenti fuori dalla realtà”

“Il blocco dei veicoli diesel Euro 5 non convince e va ritarato tenendo conto della realtà e delle conseguenze concrete sulla vita di cittadini ed imprese”. Il Presidente di Confartigianato Imprese Verona, Devis Zenari, torna a prendere posizione a nome del mondo delle micro e piccole aziende scaligere, in merito al provvedimento che, dal prossimo ottobre, costringerà chi possiede auto, furgoni, camioncini, camion e mezzi di lavoro diesel Euro 5, ossia immatricolati tra il 1° settembre 2009 e il 31 agosto 2014, a tenerli in garage e nei piazzali. Un blocco che scatterà nei giorni feriali, dalle 8.30 alle 18.30, non solo nei comuni con più di 30.000 abitanti, ossia i territori urbani dei comuni di Verona e di Villafranca, ma l’impatto nel territorio della provincia di Verona sarà nettamente superiore, investendo quello che è definito l’Agglomerato Verona, che oltre al Comune Capoluogo di provincia, comprende anche i Comuni inclusi nell’area metropolitana, vale a dire Bussolengo, Buttapietra, Castel d’Azzano, Grezzana, Lavagno, Mezzane di Sotto, Negrar di Valpolicella, Pescantina, San Giovanni Lupatoto, San Martino Buon Albergo, San Pietro in Cariano, Sommacampagna, Sona e per l’appunto Villafranca di Verona. Una vasta area di circa 610 chilometri quadrati ed una popolazione che sfiora il mezzo milione di persone, oltra il 50% della popolazione residente nella nostra provincia, oltre il 50% delle persone che lavorano e per questo si devono spostare dai luoghi di vita a quelli di lavoro.

“La gravissima congiuntura soci-economica che è ormai una realtà per famiglie e aziende – continua Zenari –, per molte persone e attività riduce al lumicino la possibilità di acquistare un mezzo nuovo, anche tenendo conto dell’ingiustificato rialzo dei prezzi dei veicoli in atto da alcuni anni”.

“Per fare solo un esempio in merito ad una situazione molto diffusa – va al sodo il Presidente di Confartigianato Imprese Verona –, riuscite ad immaginare cosa possa significare, per una piccola impresa di manutenzione o di intervento rapido, di settori quali impianti ed edilizia, che utilizza un paio di furgoni attrezzati per spostare i propri dipendenti e riuscire a lavorare tra le mille difficoltà che già deve affrontare? Con il blocco dovrebbe fermare tali mezzi e smettere di lavorare, oppure mettere mano al portafogli, uscendo con 80/100 mila euro per acquistarne e attrezzarne di nuovi. Possibile – ci chiediamo – che non si riesca proprio a pensare a provvedimenti, in qualsiasi ambito, che non penalizzino e mettano in difficoltà le piccole imprese?”.

“Siamo consapevoli dell’importanza di azioni concrete e sempre più incisive per ridurre gli inquinanti e tutelare l’ambiente – continua il Presidente degli artigiani scaligeri – ma non possiamo essere soddisfatti di provvedimenti che ancora una volta vanno a penalizzare le micro e piccole imprese, senza un effettivo impatto sui livelli di inquinamento, ma con conseguenti gravi ripercussioni sulla mobilità delle persone e sull’economia del territorio”.

“Proroghe e deroghe non basterebbero – conclude Devis Zenari –. Prima o poi si tornerebbe di nuovo ad imposizioni, divieti e scadenze, costringendo tutti noi ad esborsi di denaro che in maniera sempre più diffusa non potrebbero essere affrontati in breve tempo. Qui va cambiata la mentalità e la cultura di chi pensa a soluzioni irrealizzabili, insostenibili. Ci chiediamo se la Regione del Veneto avrebbe potuto agire diversamente rispetto all’introduzione, senza eccezioni, del provvedimento imposto nell’ambito del Bacino Padano. Ora, chiediamo con fermezza che si rivaluti tale intervento, studiando, assieme a chi rappresenta il mondo dell’impresa e del lavoro, le migliori e più realistiche soluzioni”.