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Il Piemonte che cresce (sul serio): imprese, ricerca, città e ambiente grazie all’Europa


Succede che un giorno, in mezzo a mille difficoltà, arriva un’occasione vera. E chi ha il coraggio di coglierla, cambia il suo futuro. Così è stato in Piemonte tra il 2014 e il 2020, quando, grazie al Programma Operativo Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – meglio noto come POR FESR – sono arrivati quasi un miliardo di euro per trasformare l’economia, modernizzare il territorio, sostenere chi lavora. Ma non sono state solo parole: questa volta, dietro le cifre, ci sono volti, storie, imprese, scelte coraggiose. E risultati concreti.

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A beneficiarne sono state oltre 19.000 imprese. Realtà grandi e piccole, radicate in ogni angolo del Piemonte. Dalla metalmeccanica all’agroalimentare, dal tessile all’innovazione tecnologica, tante aziende hanno avuto finalmente la possibilità di crescere, migliorare, affrontare nuove sfide. E non si è trattato di soldi piovuti dal cielo: per ogni euro investito dal pubblico, le imprese hanno aggiunto un euro e quarantatré di tasca loro. È il segno che ci hanno creduto davvero.

Molti imprenditori raccontano come tutto sia cambiato da quel momento. Come alla Fresia Alluminio, che ha potuto investire in nuovi sistemi produttivi e rilanciare la propria presenza sul mercato. O come alla Newform, che ha ripensato l’organizzazione aziendale guardando all’innovazione e all’efficienza. O ancora come alla Marmoinox, specializzata in lavorazioni di alta precisione, che ha colto l’occasione per puntare sulla sostenibilità e sulla digitalizzazione.

Ma il sostegno non si è fermato alle imprese industriali. Anche il mondo dell’agroalimentare ha tratto grande beneficio dal POR FESR. La Inalpi, ad esempio, ha rafforzato la filiera del latte piemontese grazie a investimenti mirati, migliorando qualità e tracciabilità. Un valore aggiunto per il territorio, per chi produce e per chi consuma. Perché l’eccellenza, spesso, ha bisogno solo di una spinta iniziale.

In parallelo, il programma ha puntato forte sulla ricerca. In Piemonte sono nate 19 nuove infrastrutture pubbliche di alto livello. Centri dedicati a settori strategici come l’intelligenza artificiale, la meccatronica, le neuroscienze. Strutture che non restano chiuse nei campus universitari, ma che dialogano ogni giorno con le imprese. Che offrono supporto, conoscenza, soluzioni. E che permettono anche ai territori più periferici di stare dentro l’innovazione.

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Accanto alla ricerca, la digitalizzazione. La pubblica amministrazione piemontese ha fatto passi da gigante nel modernizzare i suoi sistemi, aprirsi ai cittadini, semplificare i processi. L’estensione della banda ultra larga ha permesso anche ai comuni montani e rurali di essere collegati come le grandi città. E questo significa più opportunità per tutti, meno diseguaglianze, più servizi dove prima c’erano solo difficoltà.

Poi c’è stato il capitolo ambientale. Silenzioso, ma potentissimo. Gli interventi per l’efficienza energetica hanno coinvolto 230 imprese e 29 edifici pubblici, tra scuole, municipi e centri sportivi. Il risultato è un risparmio di oltre 91.000 tonnellate di CO₂. Numeri che non si vedono a occhio nudo, ma che pesano – eccome – nella qualità dell’aria, nella salute, nel bilancio climatico del nostro presente e del nostro futuro.

E in mezzo a tutto questo, è arrivato il Covid. La pandemia ha travolto anche il Piemonte, come il resto del mondo. Ma il programma FESR si è dimostrato pronto a reagire. In pochissimo tempo, 160 milioni di euro sono stati destinati al sistema sanitario per affrontare l’emergenza. Altri 64 milioni sono andati a sostegno delle imprese, per garantire liquidità, salvare posti di lavoro, impedire chiusure. Una risposta concreta, rapida, decisiva.

Ma il percorso non è finito lì. La programmazione è ripartita subito, nel 2021, e oggi è già a metà strada. Con 1,5 miliardi di euro complessivi a disposizione, sono stati aperti bandi per circa 600 milioni, molti dei quali già esauriti per l’altissima partecipazione. In totale, oltre 12.000 nuovi progetti sono stati presentati. Il sistema produttivo piemontese ha dimostrato di essere vivo, preparato, desideroso di innovare. E capace di farlo con idee forti, concrete, credibili.

Il mondo manifatturiero ha risposto con entusiasmo. Come nel caso della OMCD Tek Hub Films, che ha potuto potenziare il proprio centro tecnologico per materiali speciali. O della Moveco, che ha rafforzato la mobilità sostenibile e i servizi per il trasporto ecologico. In tanti hanno raccontato che, senza quel sostegno, certi passaggi non sarebbero stati possibili. O sarebbero arrivati troppo tardi.

Anche il tessuto urbano è stato protagonista. Diciotto interventi importanti hanno ridato vita a spazi dimenticati nei capoluoghi piemontesi. La funicolare di Biella, il Castello Visconteo Sforzesco, la Casa del Fiume a Cuneo, la Torre Campanaria di Vercelli, le ville storiche di Verbania. Luoghi che erano lì da sempre, ma che adesso parlano una lingua nuova. Quella della cultura, della sostenibilità, della bellezza accessibile.

Sia chiaro: il POR FESR non ha risolto tutti i problemi ma ha mostrato una strada che passa dal lavoro vero, dalla ricerca che serve, dalle imprese che non si accontentano, dalla pubblica amministrazione che cambia insieme ai cittadini. Una strada fatta di scelte, di visioni, di azioni condivise.

E allora viene da chiedersi: perché queste storie le sentiamo così poco? Perché se ne parla così poco nei telegiornali, nei bar, nelle discussioni quotidiane? 

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Chi lavora in Regione, chi ha gestito questi fondi, oggi può dire di aver fatto qualcosa che ha lasciato il segno. Lo racconta anche Andrea Tronzano, assessore regionale alle Attività Produttive: “I numeri parlano chiaro: le imprese hanno creduto nel programma e hanno investito. Questo è il modello da cui ripartiamo.” 

Insomma, il POR FESR 2014–2020 non è stato solo un programma europeo. È stato un pezzo di futuro costruito passo dopo passo. E le imprese che ci hanno creduto ora sono lì a raccontarlo.

Basta ascoltarle. E magari – per una volta – crederci anche noi. Perché il cambiamento, quando è ben fatto, non ha bisogno di slogan. Si vede. E si tocca. Anche qui, anche adesso, anche in Piemonte.

• Il progetto CAAM “centro interdipartimentale Ricerca Traslazionale sulle Malattie Autoimmuni e Allergiche”, in collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale, è finanziato nell’ambito dell’Azione I.1a.5.1 del POR FESR 2014-2020 – Sostegno alle infrastrutture della ricerca considerate cruciali per i sistemi regionali, incentivando la collaborazione interdisciplinare tra organismi di ricerca, nell’ambito dell’Asse I Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione.

• Il progetto IAM “centro interdipartimentale Integrated Additive Manufactoring”, in collaborazione con il Politecnico di Torino, è finanziato nell’ambito dell’Azione I.1a.5.1 del POR FESR 2014-2020 – Sostegno alle infrastrutture della ricerca considerate cruciali per i sistemi regionali, incentivando la collaborazione interdisciplinare tra organismi di ricerca, nell’ambito dell’Asse I Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione.

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• l progetto HCP4AI “centro di competenza calcolo ad alte prestazioni e intelligenza artificiale”, in collaborazione con l’Università di Torino, è finanziato nell’ambito dell’Azione I.1a.5.1 del POR FESR 2014-2020 – Sostegno alle infrastrutture della ricerca considerate cruciali per i sistemi regionali, incentivando la collaborazione interdisciplinare tra organismi di ricerca, nell’ambito dell’Asse I Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione.

• Il progetto HCP4AI “centro di competenza calcolo ad alte prestazioni e intelligenza artificiale”, in collaborazione con l’Università di Torino, è finanziato nell’ambito dell’Azione I.1a.5.1 del POR FESR 2014-2020 – Sostegno alle infrastrutture della ricerca considerate cruciali per i sistemi regionali, incentivando la collaborazione interdisciplinare tra organismi di ricerca, nell’ambito dell’Asse I Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione.

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