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AWS evidenzia potenziale e criticit�


Amazon Web Services ha pubblicato il report “Unlocking Italy’s AI Potential 2025”, un’indagine condotta da Strand Partners che offre un’analisi dettagliata del panorama italiano dell’intelligenza artificiale, evidenziandone le dinamiche di crescita, i casi di successo e le barriere ancora presenti.

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Il dato più immediato e significativo riguarda il ritmo di adozione: nel corso dell’ultimo anno, un’azienda italiana ha iniziato a utilizzare tecnologie di AI ogni 75 secondi, per un totale di oltre 420.000 nuove imprese. Il 30% delle aziende attualmente impiega l’intelligenza artificiale su base regolare, in aumento rispetto al 23% dell’anno precedente, superando il tasso di crescita europeo (27%) e la velocità storica della diffusione della telefonia mobile nei primi anni Duemila.

A livello aggregato, oltre 2 milioni di aziende in Italia impiegano l’AI, e tra queste il 93% dichiara di aver ottenuto un aumento dei ricavi, con un incremento medio pari al 27%. Il 64% ha rilevato un miglioramento della produttività, mentre il 41% ha riscontrato effetti positivi sull’esperienza cliente. Il 31% delle imprese segnala un incremento dell’automazione, e un ulteriore 31% riferisce di aver registrato uno stimolo concreto all’innovazione. La spinta all’investimento è altrettanto chiara: il 71% delle aziende dispone di un budget dedicato all’AI (contro una media UE del 64%), e si stima che entro tre anni l’intelligenza artificiale rappresenterà il 15% della spesa IT totale delle imprese italiane.

LIVELLI DISOMOGENEI DI ADOZIONE E LIMITI STRUTTURALI

Il report distingue tre stadi di maturità nell’adozione dell’AI. Il 60% delle imprese si trova nella fase iniziale, focalizzata su utilizzi elementari: chatbot pubblici, soluzioni preconfezionate, automazioni di base. Il 25% ha superato questa soglia, integrando l’AI in diversi reparti aziendali e nei flussi operativi principali. Solo l’11% ha raggiunto la fase più avanzata e trasformativa, sviluppando soluzioni personalizzate, combinando modelli complessi e ridisegnando processi, catene di fornitura, customer journey e modelli di business. La distribuzione disomogenea di queste fasi segnala che il potenziale innovativo dell’AI in Italia è ancora in larga parte inespresso.

Le barriere principali individuate dal report sono quattro. La prima è costituita dai costi di conformità normativa, che assorbono in media il 30% della spesa tecnologica delle aziende italiane (contro il 40% della media europea), con il 70% delle imprese che prevede un aumento di tale quota nei prossimi tre anni. La seconda è il divario di competenze: il 55% delle aziende considera la mancanza di competenze digitali come il principale ostacolo all’innovazione. Il 46% identifica la carenza di competenze come freno diretto all’adozione dell’AI e il 53% segnala ritardi nei progetti per lo stesso motivo.

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Inoltre, il 20% delle aziende riferisce difficoltà ad attrarre talenti qualificati, e solo il 41% ha attivato programmi interni di formazione. Il terzo limite è rappresentato dai costi iniziali percepiti (indicati dal 25% delle aziende), mentre il quarto ostacolo è l’incertezza normativa, con il 70% delle imprese che non ha una comprensione chiara del proprio ruolo nell’ambito del regolamento europeo sull’AI, e il 25% delle startup che dichiara di aver modificato o rinviato strategie di adozione a causa di questi fattori.

STARTUP ITALIANE ALL’AVANGUARDIA

Il panorama startup italiano mostra un’elevata propensione all’adozione dell’AI, ma risente di vincoli che ne limitano l’espansione esponenziale. Il 61% delle startup utilizza l’AI in tutte le aree del proprio business, il 23% per scopi avanzati, il 25% la pone al centro della propria proposta commerciale e il 29% ha già lanciato nuovi prodotti o servizi basati sull’intelligenza artificiale.

Tuttavia, i costi di conformità per le startup sono ancora più elevati rispetto alle aziende tradizionali, raggiungendo una media di 41 euro ogni 100 spesi in tecnologia. Il 49% delle startup identifica la mancanza di competenze come una barriera critica. Nonostante l’Italia conti oggi sette unicorni attivi – principalmente in ambito tecnologico – il report sottolinea la necessità di creare un contesto più favorevole alla sperimentazione, con percorsi semplificati, incentivi mirati e maggiore accesso a formazione e capitale.

PIRELLI, LATITUDO40 E XFARM

Il report documenta tre casi di impiego concreto dell’AI su AWS da parte di aziende italiane. Pirelli ha adottato una soluzione proprietaria sviluppata in collaborazione con AWS per migliorare la sicurezza sul lavoro nei suoi 18 stabilimenti internazionali, sfruttando tecnologie di natural language processing, riconoscimento di entità, interrogazione semantica tramite Amazon Bedrock e OpenSearch, con modelli personalizzati per l’analisi proattiva dei rischi.

Latitudo40, startup di Napoli con esperienza ventennale nel settore aerospaziale, trasforma grandi volumi di dati satellitari in insight operativi accessibili a enti pubblici e privati per la resilienza climatica e la pianificazione urbana. L’AI su AWS consente all’azienda di elaborare immagini complesse in poche ore, favorendo l’adozione di strumenti predittivi in contesti dove prima mancava l’accesso a competenze geospaziali.

xFarm Technologies, nata per supportare l’agricoltura digitale, è oggi attiva in oltre 100 Paesi con una base clienti di 500.000 aziende agricole. La piattaforma elabora dati di campo e immagini satellitari per ottimizzare irrigazione, controllo dei parassiti, diagnosi fitosanitarie e gestione predittiva delle risorse, adattandosi in modo modulare ai diversi contesti colturali, dal vigneto italiano al mais tedesco. L’espansione verso mercati come India e Brasile è già in corso.

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INFRASTRUTTURE, FORMAZIONE E STRATEGIA PUBBLICA

Nel quadro generale tracciato dal report, AWS annuncia un investimento da oltre 1,2 miliardi di euro per potenziare l’infrastruttura cloud della Regione AWS Europe (Milano) nei prossimi cinque anni. L’iniziativa dovrebbe generare un impatto complessivo di 880 milioni di euro sul PIL italiano e la creazione stimata di circa 5.500 posti di lavoro, coinvolgendo edilizia, telecomunicazioni, ingegneria e manutenzione. Contestualmente, AWS ha reso disponibili Amazon Bedrock e Amazon Nova nella Regione di Milano per accelerare la trasformazione digitale delle aziende italiane.

Sul fronte delle competenze, AWS e Amazon si sono impegnate a formare 200.000 studenti in ambito STEM entro il 2026, attraverso il programma Amazon Future Engineer. Il 76% delle aziende ritiene che le skill AI saranno fondamentali nei prossimi cinque anni, e il 32% dichiara di essere disposta a riconoscere un premio salariale medio del 32% ai candidati con competenze digitali avanzate.

Il contesto normativo italiano, infine, si sta adeguando con l’approvazione del disegno di legge nazionale che accompagna l’applicazione della legge europea sull’intelligenza artificiale. AWS sottolinea la necessità che il quadro integrativo italiano non aggiunga complessità, ma garantisca chiarezza, prevedibilità e standard uniformi, in modo da favorire un ambiente normativo favorevole all’adozione e alla crescita dell’AI.



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