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Corea del Nord e IA: sviluppi tecnologici e applicazioni economiche, civili e militari


Nonostante l’isolamento internazionale, la Corea del Nord investe sempre più risorse nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, vista non solo come leva per l’innovazione economica e scientifica, ma anche come potente strumento per rafforzare la sorveglianza, intensificare le operazioni di cyberattacco, aggirare le sanzioni internazionali e consolidare il proprio programma missilistico-nucleare.

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Nel febbraio del 2025, OpenAI, laboratorio di ricerca sull’intelligenza artificiale e proprietario di ChatGPT, intelligenza artificiale generativa tra le più conosciute, ha pubblicato un documento riguardante l’interruzione di attività illecite portate avanti da alcuni account sospetti, poi sospesi. Tra questi, OpenAI ha segnalato la presenza di utenti affiliati alla Corea del Nord e, verosimilmente, parte di gruppi hacker come Kimsuky e APT38. Secondo l’azienda di San Francisco, la Corea del Nord avrebbe utilizzato il chatbot come strumento per operazioni di phishing, disinformazione, sorveglianza, generazione di curriculum falsi per accedere in maniera fraudolenta a posti di lavoro nelle imprese IT occidentali, e frode finanziaria.

Storia e investimenti nel settore dell’IA

Nonostante l’isolamento internazionale che impone alla popolazione, attuando un controllo ferreo sull’informazione e sui principali canali di divulgazione, compresa la realizzazione di una intranet nazionale – ovvero una rete isolata da Internet ad uso interno – Pyongyang ha, invero, dall’arrivo di Kim Jong-un, finanziato in maniera considerevole università, centri e studi di ricerca. L’obiettivo è approfondire il ruolo e i possibili contributi che la digitalizzazione, l’informatica e, soprattutto, l’intelligenza artificiale possono offrire al Paese in diversi ambiti. Tra questi: l’economia, l’ambiente, la migliore gestione delle materie prime e della produttività industriale, fino allo sviluppo di migliori tecniche di spionaggio. Quest’ultime sono ritenute fondamentali per il mantenimento della stabilità interna e all’ottenimento di risorse necessarie alla prosecuzione dei piani nucleari e missilistici.

Proprio l’intelligenza artificiale, per la sua rapida capacità di sviluppo e adattamento in numerosi settori, è al centro dei nuovi progetti tecnologici e informatici nordcoreani, nonostante il regime lavorasse già ad alcuni programmi di IA almeno dal 1998, come nel caso di Eunbyul e Ryongnamsan. Il primo era un programma d’intelligenza artificiale legato al gioco da tavolo go; il secondo, un software di riconoscimento vocale. Simboli, a loro modo, delle capacità che la Corea del Nord possedeva malgrado le difficoltà in termini di infrastrutture scientifiche e tecniche, oggi ridottesi grazie all’intervento di Kim Jong-il e Kim Jong-un. Entrambi hanno infatti ben compreso l’impatto delle nuove tecnologie, tanto nel settore militare quanto in quello dell’intelligence, arrivando già nel 2003, con Kim Jong-il, a indicare come i dati (nel senso di ‘informazioni’) avessero sostituito i “proiettili e il petrolio” come componenti strategici chiave del XXI secolo.

Sotto l’attuale leadership, la Corea del Nord ha indirizzato le sue ricerche nel campo dell’intelligenza artificiale e, in maniera più specifica, sull’apprendimento automatico (ML). Si tratta, semplificando, di modelli statistici che permettono a una macchina di apprendere informazioni o compiti autonomamente, senza istruzioni esplicite. L’obiettivo, per il governo nordcoreano, è realizzare prodotti o software capaci di arricchire l’economia e accelerare la ricerca scientifica, rafforzando al contempo l’indipendenza e l’autarchia nazionale.

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I diversi ambiti di applicazione

Tale enfasi sulle possibilità offerte dalle reti IA/ML è visibile attraverso numerose riforme e iniziative governative, in particolare negli ambiti accademico, commerciale, ambientale, della sorveglianza e della difesa. Per quanto riguarda il primo, sappiamo che nel 2013, un anno dopo l’ascesa al potere di Kim Jong-un, è stato costituito l’Istituto di Ricerca sull’Intelligenza Artificiale, inglobato nel Ministero dell’Industria dell’Informazione. L’anno successivo, nel 2014, l’Università Kim Il-sung ha creato un insieme di centri per la ricerca di tecnologie d’ultima generazione, riguardanti il riconoscimento vocale, testuale e l’analisi di grandi quantità di dati. A questa iniziativa hanno fatto seguito altri atenei, come l’Università Kim Chaek, tra le più prestigiose per l’ingegneria e la formazione tecnico-industriale. A ciò si aggiunge la collaborazione di molti istituti nordcoreani con accademie cinesi, finalizzata allo scambio di informazioni e ricerche di settore, malgrado il divieto di collaborazioni scientifiche con il regime, stabilito in sede ONU. Ciò non ha comunque fermato i ricercatori nordcoreani, che hanno cooperato, in alcuni casi, anche con università statunitensi e sudcoreane. In questo modo, per molto tempo, Pyongyang è riuscita ad accedere agli sviluppi più recenti riguardanti modelli IA/ML, eludendo le limitazioni imposte.

A livello commerciale e securitario, numerose aziende nordcoreane stanno integrando modelli IA/ML all’interno dei propri prodotti, rispondendo così sia alle nuove tendenze di consumo presenti nel Paese sia a esigenze legate al controllo della popolazione. Ad esempio, vengono sponsorizzati cellulari provvisti di riconoscimento vocale, testuale e dell’impronta digitale basati sull’IA, così come sistemi di videosorveglianza dotati di apprendimento automatico profondo, caratterizzati da maggiore velocità di calcolo e capacità analitica. In questo modo, il regime punta alla formazione di un sistema di sorveglianza biometrico capillare e diffuso a livello nazionale, con migliori capacità di identificazione e repressione. Concernente, invece, l’industria e l’ambiente, sappiamo che la Corea del Nord ha avviato ricerche per l’applicazione dell’IA nel settore tessile e nella robotica, mentre la maggiore capacità di raccolta di dati sulle condizioni meteorologiche potrebbe, in futuro, aumentare i raccolti agricoli e segnalare in anticipo possibili eventi estremi. Una dimostrazione è l’impiego di droni per la manutenzione delle colture, affiancato dall’utilizzo di applicazioni meteo accessibili sia tramite smartphone sia attraverso l’intranet nazionale.

Cyberspazio, nucleare e scenari di guerra: l’IA nel settore della difesa

L’aspetto però più preoccupante è quello legato alla questione bellica e alla cybersicurezza. Pyongyang, come già documentato, ha da sempre fatto largo uso delle nuove tecnologie nel campo dell’IT per destabilizzare i suoi avversari, danneggiandone le infrastrutture tramite blocco dei servizi, virus informatici o fughe di dati sensibili. Ora, con l’arrivo di modelli di intelligenza artificiale sempre più avanzati, Pyongyang sarebbe in grado di intensificare sia il numero degli attacchi, sia la loro varietà e sofisticazione. Secondo un rapporto realizzato dal Korea Economic Institute of America, grazie ai modelli IA/ML la Corea del Nord potrebbe moltiplicare gli atti di cyberterrorismo e disinformazione nei confronti della Corea del Sud, oltre a sviluppare programmi malevoli che, addestrati per ingannare i software antivirus, avrebbero maggiore facilità a penetrare sistemi considerati sicuri rispetto a questo tipo di minacce. Inoltre, la progettazione di sistemi informatici d’attacco automatizzati, in grado di operare in totale autonomia, potrebbe in futuro fornire al regime hacker robotici instancabili, privi della necessità di supervisione umana e caratterizzati da una fedeltà assoluta e incontestabile.

Altro aspetto rilevante riguarda l’approdo delle tecnologie di apprendimento automatico nel campo delle tattiche e strategie militari. Nel 2022, secondo quanto riportato da Information Science, rivista scientifica nordcoreana, sarebbero state condotte simulazioni di guerra basate su tre criteri: la vittoria in battaglia, l’utilizzo dell’artiglieria contro il nemico e la durata totale del conflitto. Questo tipo di simulazioni, oltre a essere rese più realistiche dall’impiego effettivo dell’artiglieria (uno dei dispositivi militari più cospicui a disposizione del Nord), potrebbe migliorare la pianificazione del conflitto, l’allocazione delle risorse e l’analisi dell’impatto del territorio in caso di ostilità. Ulteriori ricerche, sempre riguardanti ricostruzioni virtuali di questo tipo, hanno visto il coinvolgimento, in almeno un caso, di un autore cinese vicino ad alcune accademie militari e istituti di difesa tecnologica di Pechino, facendo sospettare possibili contatti — tuttavia ancora non comprovati — tra il mondo della ricerca cinese e quello nordcoreano sul tema dell’IA.

Anche la questione missilistico-nucleare, tra gli aspetti più visibili del progresso bellico del regime, appare interessata dalle ricerche sull’intelligenza artificiale. Sempre nel 2022, in uno studio pubblicato sulla rivista Annals of Nuclear Energy, due scienziati nucleari nordcoreani hanno osservato come l’utilizzo di specifici algoritmi di apprendimento automatico fosse in grado di ottimizzare i processi di sicurezza all’interno dei reattori nucleari. Sebbene questa ricerca sia rivolta ad applicazioni civili, è comunque possibile ipotizzarne anche usi militari. Ad esempio, un incremento della sicurezza nei reattori potrebbe comportare una riduzione dei problemi legati alla produzione di uranio, facilitando al contempo la realizzazione di componenti utilizzabili per armamenti nucleari. Per quanto riguarda il settore missilistico, nuovi modelli di IA potrebbero perfezionare la struttura dei vettori, ottimizzando aspetti come il peso, l’aerodinamicità o la quantità di carburante necessaria al lancio. Pur trattandosi di ipotesi, appare plausibile ritenere che Pyongyang stia lavorando in questa direzione, ossia verso una maggiore integrazione tra le moderne tecnologie e i sistemi di missilistica balistica intercontinentale a testata nucleare.
La Corea del Nord sta quindi progressivamente integrando tecnologie legate all’intelligenza artificiale all’interno del proprio spazio economico e militare, con esiti difficili da prevedere a causa della segretezza che circonda questioni così sensibili. Ciò che appare certo è che il regime, disponendo oggi di maggiori conoscenze e strumenti, anche grazie allo sfruttamento di software liberi e gratuiti e alle possibili collaborazioni con Russia e Cina, potrebbe nel tempo acquisire competenze sufficienti per progettare e sviluppare soluzioni autonome, come già avvenuto nel settore nucleare. In tal modo, Pyongyang potrebbe raggiungere una crescente autosufficienza tecnologica. Considerata la difficoltà nel controllare strumenti immateriali come quelli legati all’IA/ML — con tutte le implicazioni che ciò comporta per l’efficacia delle sanzioni internazionali — sarà fondamentale monitorare con attenzione le future evoluzioni della Corea del Nord in questo ambito. Pertanto, l’analisi e lo studio delle potenzialità, dei rischi e delle minacce connesse risultano centrali nella valutazione — e, ove ritenuto necessario, nella correzione o nel potenziamento — dell’attuale stato delle misure di difesa, della loro capacità di contrastare eventuali attacchi informatici e di garantire la salvaguardia delle infrastrutture energetiche, economiche e sociali, con particolare attenzione a quelle sudcoreane, giapponesi e statunitensi, che rappresentano i principali obiettivi del regime di Kim Jong-un.





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