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Unione europea, 8 consigli per quel che resta del Pnrr » inno3


Pnrr. Le difficoltà nel mettere a terra gli investimenti previsti dal programma NextGenerationEU possono trovare una soluzione nel documento che la Commissione Europea ha pubblicato la scorsa settimana.

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Un documento, dal nome molto esplicativo “NextGenerationEU – La strada verso il 2026″, che contiene 8 indicazioni pragmatiche su come colmare i ritardi nella messa a terra dei progetti finanziati dal Pnrr, per affrontare le difficoltà che rischiano di impedire la realizzazione dei lavori entro la data stabilità dal piano europeo, fissata al 31 agosto 2026. Tassativa.

Una scadenza dal punto di vista legislativo “immodificabile” che nel contesto economico attuale (inflazione, burocrazia, difficoltà nella fornitura di materiali e nelle supply chain) mette a rischio finanziamenti per oltre 335 miliardi di euro da richiedere a Bruxelles, a fronte dei 315 miliardi di euro erogati fino ad oggi (a seguito del raggiungimento di oltre 2mila tappe intermedie e obiettivi).

Il documento è di fatto una guida per aiutare i governi a utilizzare quanto pattuito e riformulare il proprio piano al fine d completare gli obiettivi nei tempi stabili, evitando il rischio che i finanziamenti restino imbrigliati in ritardi che facciano saltare i progetti.
Una richiesta di “aiuto” che gli stessi 27 stati membri avevano avanzato all’EU per poter rivedere i piani entro il 2025, cercando di eliminare le misure a rischio e completare quelle effettivamente realizzabili.

Otto le soluzioni proposte dalla Commissione con scenari diversi.

1 – Potenziare le misure esistenti che funzionano e hanno già raccolto interesse significativo.
2 – Ridimensionare i piani più costosi del previsto, spostando gli investimenti su altri progetti per salvare le risorse a fondo perduto.
3 – Frazionare i progetti che si sa slitteranno oltre agosto 2026, in modo da richiedere i finanziamenti solo per quanto potrà essere realizzato entro scadenza, e destinando la parte restante ad altri fondi nazionali per essere successivamente completata. 
4 – Creare strumenti finanziari e sovvenzioni gestiti da enti di attuazione indipendenti a cui andrebbero trasferiti i fondi del Pnrr e la firma dei contratti con le imprese, in modo da disaccoppiare la scadenza del Piano alla realizzazione dei progetti, per gestirne poi l’erogazione ai beneficiari finali.
5 – Trasferire i fondi per un importo fino al 4% del totale del Pnrr nel programma InvestEU dedicato agli investimenti strategici, invogliando così in modo indiretto investimenti privati a finalità pubblica.
6 – Prevedere iniezioni di capitale in banche e istituti nazionali di promozione (Cdp ad esempio) per creare maggiore sinergie al fine di potenziare gli investimenti.
7 e 8 – Usare fondi con contributi volontari dedicati a programmi strategici dell’Unione: difesa e comunicazione satellitare, con il vincolo che il contributo venga poi speso a beneficio dello Stato membro versante.

“Qualsiasi azione intrapresa dopo il 31 agosto 2026 per conseguire le tappe intermedie e gli obiettivi non potrà essere presa in considerazione nella valutazione delle richieste di pagamento“ precisa la Commissione specificando che tutte le richieste di pagamento (comprese le dichiarazioni di gestione e le prove necessarie per la valutazione) dovranno essere presentate entro il 30 settembre 2026 al fine di permettere alla commissione di effettuare i pagamenti entro il 31 dicembre 2026. Senza ulteriori deroghe.

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Come dire: mettere mano al Piano il prima possibile, rivederlo in modo essenziale in questi mesi entro la fine dell’anno, concentrarsi sul fattibile. Ultima chiamata per correggere il tiro del Pnrr che nella pubblica amministrazione è anche legato ai nodi irrisolti. Anche di trasformazione digitale 

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