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La Commissione UE bacchetta l’Italia, i problemi da risolvere


La Commissione UE è rimprovera l’Italia in occasione del Pacchetto Primavera in riferimento ai primi sei mesi 2025, mettendo in luce diverse criticità strutturali del paese: il sistema fiscale adottato, che non sarebbe favorevole alla crescita, i salari inadeguati, l’accesso difficoltoso ai servizi di assistenza e per l’infanzia, il lavoro nero e la gestione dei fondi europei.

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Il paese è indietro su molte questioni rispetto ad altri paesi UE, evidenziate da Bruxelles come criticità da risolvere nel breve tempo. Per ciò che riguarda i lavoratori, il problema principale sono i salari, del tutto inadeguati ai prezzi e ad una vita sostenibile. Per le imprese, il sistema fiscale non è favorevole, per cui si chiedono interventi mirati.

Il fisco italiano non permette la crescita

Le raccomandazioni della Commissione per l’Italia su questo tema sono:

  • riduzione della pressione fiscale sul lavoro;
  • riduzione dell’evasione fiscale;
  • taglio alle agevolazioni IVA e alle sovvenzioni a soggetti che danneggiano l’ambiente;
  • intervento sul sistema catastale a favore di una maggiore equità.

Uno dei principali ostacoli alla crescita economica in Italia sarebbe il suo sistema fiscale, secondo le indicazioni pervenute dall’Unione europea. Il paese è invitato a risolvere problematiche strutturali come l’evasione fiscale, ma anche la pressione delle imposte sui contribuenti e le imprese.

Un sistema da cambiare, quello presentato a toni foschi da Bruxelles, che pesa sul lavoro e sull’economia. Risulta prioritario quindi intervenire sull’IVA e sul sistema catastale, promuovendo equità in tutti i campi.

L’Europa pone anche l’accento sulla questione ambientale, sostenendo la necessità di rivedere le sovvenzioni attualmente esistenti su settori e produzioni dannose. La spesa pubblica è un’altra questione da risolvere, soprattutto in ambito pensionistico.

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Ricordiamo che alcuni cambiamenti che riguardano il sistema fiscale sono stati apportati negli ultimi anni tramite riforme specifiche, che vanno ad esempio a impattare sull’Irpef. Modifiche che comunque per la visione europea non bastano a rilanciare l’economia e a favorire lo sviluppo.

Unione europea: la questione dei salari italiani

La Commissione UE per l’Italia dispone queste raccomandazioni:

  • intervenire sui salari;
  • portare avanti e rafforzare le politiche mirate all’inclusione lavorativa;
  • favorire la partecipazione lavorativa delle categorie più svantaggiate;
  • contrastare il lavoro nero;
  • portare avanti misure per trattenere i talenti;
  • favorire un più facile accesso ai servizi di assistenza ai cittadini e per l’infanzia;
  • ridurre le possibilità di prepensionamento.

Un’altra questione importante che l’Italia è chiamata a risolvere è quella dei salari dei lavoratori, bassi e inadeguati a sostenere i costi attuali. Sono molteplici le criticità in questo senso, tra cui il difficile inserimento nel mercato del lavoro, soprattutto per le categorie più vulnerabili.

Sarebbe quindi necessario introdurre politiche mirate all’inclusione in questo senso, perché le attuali, come le agevolazioni sulle assunzioni, non sarebbero sufficienti a risolvere il problema. Un altro fattore critico per l’Italia è il lavoro nero, ancora largamente diffuso specialmente in alcuni contesti.

Infine, anche l’accesso ai servizi di assistenza per i cittadini oggi è difficoltoso, soprattutto in termini di qualità e tempi di attesa. Uno dei problemi collegati a questo fattore è la bassa denatalità: l’assenza di servizi all’infanzia a prezzi contenuti è una delle variabili che incidono sulla questione.

La gestione dei fondi europei e della spesa pubblica

La Commissione UE richiede di intervenire su questi punti:

  • utilizzare più velocemente i fondi del PNRR;
  • procedere con i programmi di coesione;
  • utilizzare le risorse dei fondi a disposizione;
  • gestire in modo più efficace la spesa pubblica nell’ottica di una maggiore sostenibilità.

Una criticità aggiuntiva a quelle già citate riguarda la gestione dei fondi europei, per cui la Commissione richiede una maggiore attenzione. Per fare un esempio, i fondi del PNRR risultano ad oggi largamente inutilizzati, per cui l’Italia ha speso solamente il 52% delle risorse disponibili.

Una situazione che ha del paradosso, se si pensa a tutte le necessità di innovazione del paese. Utilizzare meno risorse significa quindi ostacolare la crescita, motivo per cui i fondi sono stati stanziati.

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Il problema del razzismo: l’analisi europea

Una delle questioni ulteriori portate all’attenzione dell’Europa, per la precisione nel rapporto annuale dellEcri, è quello del razzismo e dell’intolleranza all’interno delle forze dell’ordine. Una rappresentazione a cui il governo italiano ha risposto con scetticismo, ma che delinea una profilazione razziale attuata verso le comunità ROM e le persone di provenienza africana.

L’Ecri ritiene che i controlli vengano effettuati su base etnica, per cui sarebbe necessario portare avanti uno studio specifico sulla questione e sulle sue implicazioni.



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