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Villaggio Novoli, laboratorio di autonomia digitale per la terza età


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Immagine da Depositphotos

L’iniziativa del Villaggio Novoli conferma una verità spesso trascurata: l’innovazione sociale più efficace non è quella che inventa nuovi bisogni, ma quella che risponde con intelligenza e rispetto a quelli che già esistono

Nel cuore del quartiere Novoli a Firenze, in un contesto residenziale già all’avanguardia per concezione e servizi, prende forma una sperimentazione tecnologica che potrebbe ridefinire i paradigmi dell’abitare per la popolazione over 65.

Il Villaggio Novoli, una struttura abitativa che fonde comfort, sicurezza e socialità, diventa oggi anche un laboratorio di innovazione grazie all’introduzione di una piattaforma di intelligenza artificiale conversazionale sviluppata da Yourease, in collaborazione con il Consorzio Fabrica.

L’iniziativa si inserisce in un filone di crescente interesse: quello della silver economy coniugata alla transizione digitale dei servizi alla persona.

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Se fino a ieri i dispositivi vocali erano un appannaggio dell’intrattenimento domestico, oggi diventano strumenti integrati di assistenza leggera, capaci di migliorare significativamente la qualità della vita dei senior, potenziando allo stesso tempo l’efficienza dei servizi di supporto.

Un’architettura abitativa predisposta all’innovazione

Il Villaggio Novoli è composto da 37 unità abitative autonome – bilocali e trilocali – all’interno di un edificio ristrutturato e servito da ascensore, spazi condominiali, rete wifi, climatizzazione centralizzata e accesso a servizi pubblici e privati di prossimità.

Non si tratta di una residenza sanitaria, ma di un modello abitativo ispirato alla senior living community di matrice anglosassone, dove il concetto di abitare in autonomia è centrale, ma sempre connesso a un ecosistema di supporto.

L’inserimento della tecnologia è avvenuto senza stravolgimenti architettonici, ma con l’installazione di 22 dispositivi Amazon Echo multimodali, dotati di schermo touch e microfono far-field, che permettono un’interazione vocale intuitiva.

Ogni appartamento è così entrato in dialogo con la Senior Living Management Platform di Yourease, un sistema che integra i dispositivi in una rete centralizzata per la gestione delle attività quotidiane.

Un modello centrato sulla persona, potenziato dal digitale

Gli assistenti vocali, configurati con Skill Alexa personalizzate, non sono stati introdotti come gadget, ma come estensione del progetto pedagogico e relazionale della struttura.

I residenti possono ricevere aggiornamenti sugli eventi del giorno, impostare promemoria per terapie e appuntamenti, comunicare con i familiari o con il personale e persino partecipare ad attività collettive, anche a distanza.

Il risultato è un ambiente domestico che favorisce la permanenza attiva, riduce il senso di solitudine e stimola l’autonomia attraverso strumenti semplici e familiari.

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A differenza di molte soluzioni domotiche pensate per le generazioni più giovani, l’approccio di Yourease si distingue per inclusività progettuale: l’interfaccia vocale elimina barriere cognitive e fisiche, semplificando la relazione con la tecnologia anche per chi non ha mai avuto familiarità con dispositivi digitali.

Efficienza operativa e valorizzazione del lavoro di cura

Ma l’innovazione non riguarda soltanto i residenti. L’introduzione della piattaforma ha ricadute anche sull’organizzazione interna. Le funzionalità automatizzate – come le richieste di assistenza, la segnalazione di bisogni quotidiani o l’accesso alle informazioni logistiche – liberano tempo prezioso per gli operatori, che possono così dedicarsi maggiormente alla cura diretta degli ospiti.

Il risultato è una riqualificazione del lavoro di cura, che si svincola dalla gestione di compiti ripetitivi per concentrarsi sulla dimensione relazionale e personalizzata dell’assistenza.

Tutto ciò è reso possibile grazie alla piattaforma software centralizzata che consente di monitorare in tempo reale l’utilizzo dei dispositivi e raccogliere dati utili a migliorare l’efficacia degli interventi. Non si tratta, dunque, di una semplice installazione di device smart negli ambienti, ma di un ecosistema digitale orientato alla gestione proattiva del benessere.

Una sperimentazione che guarda oltre

Il progetto di Novoli rappresenta un esempio virtuoso di integrazione tra abitare, tecnologia e welfare comunitario, in un momento in cui il dibattito sulla transizione demografica e la sostenibilità dei sistemi di assistenza si fa sempre più urgente.

L’Italia, Paese tra i più longevi al mondo, è chiamata a ripensare profondamente i modelli abitativi per la terza età, e Firenze dimostra che la risposta può venire anche da sperimentazioni coraggiose in ambito urbano.

Un’iniziativa come questa non sostituisce la presenza umana, né pretende di digitalizzare ogni aspetto della vita quotidiana, ma rappresenta un modello ibrido in cui il digitale sostiene, amplifica e umanizza l’esperienza abitativa.

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I primi feedback raccolti tra i residenti evidenziano una crescente curiosità e apertura all’uso dei dispositivi, mentre gli operatori confermano una riduzione dello stress operativo.

Un doppio beneficio che, se confermato nel tempo, potrebbe rendere il modello replicabile anche in altri contesti residenziali.

Crediti immagine: Depositphotos





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