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Se la settimana scorsa i riflettori erano puntati sul mercato obbligazionario e sulle crescenti preoccupazioni legate alla sostenibilità del debito americano, oggi l’attenzione si sposta in maniera più costruttiva sul fronte aziendale con la reporting season praticamente giunta al suo termine. Si chiude anche il mese di maggio che registra un S&P500 in rialzo del 6.15%, la migliore performance di maggio in oltre 30 anni ed una delle migliori anche per gli indici globali.

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La stagione degli utili in corso ci offre d’altronde una fotografia aggiornata della resilienza del sistema corporate americano, e forse, anche qualche spunto di ottimismo in un contesto macroeconomico complesso con gli indici di sorprese economiche molto volatili e privi di una chiara direzionalità.

Il mercato attendeva con grande interesse la trimestrale del gigante dei semiconduttori Nvidia, simbolo della nuova era dell’intelligenza artificiale, e i numeri non hanno deluso: l’azienda ha riportato ricavi del 12% superiori rispetto ai tre mesi precedenti e del 69% sullo stesso periodo dello scorso anno. Ancora più impressionante è la performance del segmento data center, che rappresenta oggi circa 88% del fatturato totale, segno di una domanda esplosiva da parte delle big tech, che continuano a investire massicciamente in infrastrutture AI.

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Il risultato di Nvidia ha fatto da traino all’intero comparto tecnologico e ha spinto al rialzo le stime sugli utili aggregati dell’intero S&P 500.

Con la comunicazione dei risultati di NVIDIA, tutte le aziende appartenenti alle “Magnifiche 7” hanno ora comunicato i risultati del primo trimestre registrando una crescita degli utili del 27.7% rispetto al +9.4% delle restanti 493 aziende americane.

 

Gli analisti prevedono ora un rallentamento nella crescita degli utili per le aziende delle “Magnifiche 7” rispettivamente del 14,0%, 9% e 10% per i prossimi trimestri, accompagnato invece da una accelerazione nella crescita da parte delle altre 493 società.

 

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Con il 98% delle società dell’indice che hanno ormai pubblicato i risultati relativi al primo trimestre, possiamo tracciare un bilancio piuttosto solido dell’attuale stagione degli utili, con l’utile per azione delle corporate americane che è cresciuto del 13,3% su base annua, il secondo trimestre consecutivo di crescita a doppia cifra e il settimo trimestre consecutivo in territorio positivo.

 

Anche la qualità di questi risultati è significativa con il 78% delle società ha battuto le attese degli analisti, un dato superiore alla media degli ultimi dieci anni. Settori come tecnologia, sanità e comunicazioni si sono distinti, con percentuali di sorpresa positiva ben oltre l’85%. E, come detto, Nvidia da sola ha avuto un impatto rilevante sulla revisione al rialzo del tasso di crescita degli utili aggregati.

Il margine di profitto dell’S&P 500 si è attestato al 13,3%, in salita rispetto al trimestre precedente, segnale che le imprese sono riuscite a gestire efficacemente le pressioni sui costi. Tuttavia, restano all’orizzonte alcune incognite: in primis, i dazi introdotti dall’amministrazione Trump, che rappresentano una sorta di imposta implicita sulle aziende. Le imprese dovranno decidere se assorbire l’impatto nei margini o trasferirlo a valle, sul cliente finale, molte aziende stanno inoltre posticipando gli investimenti e questi affetti saranno da monitorare attentamente nei prossimi trimestri.

Il consenso degli analisti, per ora, resta comunque relativamente ottimista con il taglio degli utili che sembra essersi stabilizzato e stime di crescita degli utili al +9% per il 2025 ed al +13% per il 2026.

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Un altro aspetto importante è la valutazione del mercato. Il price/earnings forward dell’S&P 500 è salito fino a 21,5, un livello che si pone sulla parte alta degli ultimi 10 anni. Se escludiamo le Magnifiche 7, il P/E scende a 19, ancora sopra la media storica, ma meno estremo. Questo ci dice che il mercato resta selettivo, premiando i business con maggiore crescita, visibilità sui margini e sugli utili futuri.

 

Anche sul fronte macroeconomico arrivano segnali di resilienza. La revisione del PIL del primo trimestre mostra una lieve contrazione tecnica, principalmente legata al boom delle importazioni per anticipare i dazi. Ma al netto di questo, la domanda interna regge, l’occupazione resta su livelli stabili e il consumo — pur in rallentamento — continua a sostenere l’attività economica.

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La Fed, dal canto suo, sembra voler prendere tempo. I verbali dell’ultimo FOMC confermano un atteggiamento paziente: la banca centrale è in attesa di maggiore chiarezza prima di procedere con eventuali tagli ai tassi. Il mercato dei futures continua a prezzare tra i due e i tre tagli entro i prossimi 12 mesi, ma la Fed — almeno per ora — non ha fretta, come confermato dall’incontro avvenuto in settimana tra il Presidente Trump e il Presidente della Federal Reserve, Powell. Durante l’incontro, Trump ha espresso il desiderio di vedere un abbassamento dei tassi di interesse, ma Powell ha ribadito l’indipendenza della Fed e ha sottolineato che le decisioni di politica monetaria saranno basate esclusivamente su analisi oggettive e non politiche.

 

Da evidenziare in settimana è stata inoltre la battaglia giudiziaria sui dazi di Trump e la notizia di una corte federale che ha dichiarato illegittimi i dazi imposti da Trump, affermando che il presidente ha oltrepassato la sua autorità imponendo tariffe su tutte le importazioni. La Corte di Commercio Internazionale ha stabilito che tali tariffe superano qualsiasi autorità concessa al presidente per regolare l’importazione mediante tariffe, tuttavia, una corte d’appello ha temporaneamente sospeso questa decisione, consentendo ai dazi di rimanere in vigore mentre lo scontro è destinato a trascinarsi fino alla Corte suprema.

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In sintesi, il quadro che emerge è quello di un’economia americana che, pur sotto pressione tra politica fiscale espansiva e dazi, riesce ancora a generare utili di qualità e margini solidi. È uno scenario che richiede selettività, attenzione ai fondamentali e come sempre capacità di filtrare il rumore. 

 

 



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