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Moria delle imprese in Umbria, donne e giovani uniche speranze


Fare impresa in Umbria è più difficile che altrove, ma giovani e donne non mollano e vanno in controtendenza con i dati nazionali. E’ quanto emerge dai numeri del Cruscotto congiunturale elaborato dal Centro Studi delle Camere di commercio. Se da un lato nei primi tre mesi del 2025 il saldo tra nuove aperture e cessazioni è in negativo di 1.079 unità (1.357 contro 2.436), le imprese guidate da under 35 sono in forte ripresa (+21,8%), così come l’imprenditoria femminile, che rispetto allo stesso periodo del 2024 marca un +9,6% regionale.
“Il saldo negativo di oltre mille imprese in un solo trimestre conferma che il sistema produttivo umbro è sotto pressione – spiega Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria – In questo scenario, la crescita delle aziende guidate da giovani e donne rappresenta un segnale di fiducia da non disperdere. Ma non basta contare sulla resilienza dei singoli. Serve un piano strategico regionale e nazionale, capace di intervenire con urgenza su credito, innovazione, formazione e semplificazione. Chi ha il coraggio di aprire un’attività oggi in Umbria deve sapere che non è solo. La resilienza non basta più: senza un piano, rischiamo di perdere energie preziose e opportunità decisive”.

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Saldo e stralcio

 

L’indicatore più rivelatore, quello delle nuove iscrizioni, segna un -1,8%, a fronte di un +2,9% a livello nazionale. “I numeri – si legge – evidenziano una dinamica netta nelle scelte degli imprenditori: crescono le iscrizioni di imprese individuali e società di capitali, entrambe a +5,3% sul primo trimestre 2024 (rispettivamente 840 e 395 nuove aperture), mentre crollano le società di persone (-25,4%) e le altre forme (-70%). Le cessazioni, seppur in calo generalizzato, restano alte: 1.093 per le ditte individuali, 254 per le società di capitali e 194 per quelle di persone. Il saldo resta dunque negativo in tutte le categorie”. Ad arrancare sono soprattutto i settori tradizionali: il turismo chiude il trimestre con un saldo negativo di 10 unità, l’agricoltura fa ancora peggio con -127; il commercio – 188 e le costruzioni -47. L’unico comparto con saldo positivo è quello di assicurazioni e credito: +12.

AI, il ritardo accumulato in Europa rischia di danneggiare le imprese

L’Europa, fanalino di coda sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale, ha accumulato un ritardo tale da rischiare il danneggiamento del tessuto produttivo. Le aziende innovative come Meta, poi, lamentano un eccesso di regolamentazione e di frammentazione delle autorità di controllo europee. Sono alcuni degli aspetti evidenziati dall’evento ‘Italia, Europa e Stati Uniti: l’innovazione al centro del dialogo transatlantico’ a cui hanno partecipato Markus Reinisch, vicepresidente Public Policy Europe di Meta, Aimone di Savoia Aosta, direttore generale di Pirelli, il vice ministro delle Imprese e del Made in Italy Valentino Valentini, un nutrito gruppo di parlamentari italiani, professori universitari ed esperti di innovazione.

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Saldo e stralcio

 

Ma “il dato più allarmante riguarda le procedure concorsuali. L’Umbria ha registrato 122 nuove procedure, in crescita dell’88,7% rispetto al primo trimestre 2024, un incremento in linea con il dato nazionale (+100%)”, spiegano sempre dalla Camera di commercio. I segnali positivi, quindi, arrivano da chi scommette sul futuro: “le imprese guidate da under 35 crescono in Umbria del 21,8%, contro un -2% nazionale. Anche l’imprenditoria femminile segna un +9,6%, contro un calo dell’1,3% in Italia. Il saldo è positivo grazie a performance significative in costruzioni (+66,7%), assicurazioni e credito (+35,3%) e servizi alle imprese (+16,7%). La fotografia del primo trimestre 2025 “conferma che l’Umbria non ha ancora voltato pagina. Le eccezionigiovani e donne – mostrano che l’energia c’è, ma rischia di disperdersi in assenza di una strategia coordinata e di politiche capaci di valorizzare l’intraprendenza dove ancora c’è. Servono politiche industriali coraggiose, incentivi selettivi, accesso facilitato al credito e programmi di formazione imprenditoriale mirati. La resilienza umbra è notevole, ma da sola non può più reggere l’urto. Senza visione, anche i numeri del secondo trimestre rischiano di essere impietosi. E questa volta, non potremo dire che è stata una sorpresa”.



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