Le Frecce Tricolori, simbolo dell’aeronautica militare italiana, stanno per intraprendere una transizione green con il rinnovo della flotta acrobatica. Dopo oltre quarant’anni di servizio, il celebre MB-339PAN si avvia verso il pensionamento e sarà sostituito da un nuovo velivolo, più efficiente e compatibile con carburanti alternativi.
Ma quanto è realmente sostenibile questa “rivoluzione”? Accanto alla scelta dei modelli, c’è anche una crescente attenzione per il tema delle emissioni e per i fumi colorati rilasciati durante gli spettacoli.
Nuova flotta per le Frecce Tricolori
Dopo oltre 40 anni di servizio, l’MB-339PAN, storico velivolo delle Frecce Tricolori, si prepara al congedo. L’Aeronautica Militare ha infatti confermato l’intenzione di sostituire l’intera flotta con un aereo più moderno, efficiente e performante. A contendersi il posto sono due modelli:
- il T-345 (ex M-345) più leggero ed economico, pensato per l’addestramento basico
- il M-346, già impiegato per la formazione avanzata dei piloti militari italiani.
Secondo diverse testate specializzate, come The Aviationist, la scelta sarebbe già caduta sul M-346, anche se manca ancora una conferma ufficiale. Al netto delle specifiche tecniche, la sostituzione degli MB-339 porterà inevitabilmente anche a un abbattimento delle emissioni. Non tanto per un cambio di rotta “green” dichiarato, quanto per l’effetto naturale dell’ammodernamento della flotta.
I nuovi jet sono più recenti, meno energivori e compatibili con carburanti alternativi, compresi i biodiesel. Una transizione, insomma, più tecnica che ambientale, ma che risponde anche alle nuove direttive europee sui carburanti aeronautici e alla necessità di ridurre i consumi nel comparto difesa.
La transizione non sarà immediata. L’ingresso in servizio del nuovo modello richiede una fase di test, la formazione specifica per i piloti acrobatici, le modifiche logistiche e l’adattamento della livrea tricolore. L’operatività completa infatti è prevista non prima del 2028-2029.
Quante emissioni producono
Nel 2025 le Frecce Tricolori volano ancora a bordo degli MB-339PAN, jet in uso dal 1982 e in attesa di sostituzione. Anche se moderni per l’epoca, questi aerei non rispondono agli standard ambientali odierni: consumano grandi quantità di carburante JP8 e non sono compatibili con combustibili alternativi.
Le emissioni non sono mai state rese pubbliche in modo dettagliato, ma si può ipotizzare il peso ambientale delle Frecce. Ogni esibizione coinvolge dieci jet con manovre ad alto consumo, decollo rapido e volo a bassa quota, tutti elementi che aumentano l’impatto. La stima più cauta è che una singola parata aerea possa equivalere alle emissioni annuali di decine di auto private.
Di cosa è fatto il fumo colorato
Il celebre tricolore che solca il cielo italiano è frutto di un sistema piuttosto semplice: un impianto fumogeno montato sugli MB-339, realizzato da un’azienda lombarda e che utilizza olio di vaselina vaporizzato dalla turbina. Il composto si trova in due serbatoi agganciati sotto le ali: uno genera il fumo bianco, l’altro contiene i pigmenti per produrre il colore verde o rosso.
Le emissioni durano pochi minuti: circa 6 per il fumo bianco e 2-3 per quello colorato. Dal punto di vista tossicologico, come spiegano gli esperti, l’olio di vaselina non è cancerogeno né corrosivo e non è considerato pericoloso per l’ambiente secondo i regolamenti europei.
I controlli effettuati da enti come RT-MAS, COMet e il 4° Laboratorio Tecnico di Villafranca non hanno evidenziato rischi ambientali significativi. Se confrontato con i composti chimici usati negli anni Cinquanta, come cloridrina solforosa e acido solforico, in ogni caso, c’è stato un miglioramento, ma non completamente green. Il composto, intatti, resta un derivato fossile.
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