I Maneskin, il gruppo musicale italiano di maggior successo, hanno fatturato 18,6 milioni di euro nel 2023 e ricevuto sovvenzioni pubbliche di oltre 37.000 euro durante il Covid.
Il mondo della musica è sempre in fermento, e i Maneskin continuano a essere al centro dell’attenzione con il loro incredibile successo. Recentemente, il direttore di Novella 2000, Roberto Alessi, ha rivelato alcuni dettagli finanziari riguardanti il gruppo, svelando non solo il fatturato della loro società, ma anche i finanziamenti pubblici di cui hanno beneficiato. Queste informazioni offrono uno spaccato interessante sulla situazione economica di uno dei gruppi musicali italiani più noti a livello internazionale.
Il fatturato dei Maneskin nel 2023
Secondo le dichiarazioni di Roberto Alessi, la società dei Maneskin, Måneskin and Empire, ha registrato un fatturato di 18.635.000 euro nel 2023, con un utile netto di 1.419.653 euro. Questi numeri testimoniano il grande successo commerciale del gruppo, che si è affermato non solo in Italia, ma anche all’estero. Alessi ha fatto notare che, nonostante i risultati positivi, ci potrebbero essere delle difficoltà future, in particolare per il 2024. Ciò è dovuto al fatto che Damiano David, il frontman della band, ha intrapreso anche una carriera da solista, il che potrebbe influenzare le entrate del gruppo. Nonostante il suo album da solista sia ben accolto, sembra che la carriera individuale di Damiano non stia brillando come previsto, il che potrebbe avere ripercussioni sulle finanze complessive della band.
I finanziamenti pubblici e le polemiche
Oltre al fatturato, Alessi ha rivelato che i Maneskin hanno ricevuto finanziamenti pubblici per un totale di 37.319 euro. Questi fondi sono stati erogati come contributo a fondo perduto automatico, destinato a sostenere le imprese in difficoltà, in particolare durante il periodo della pandemia di Covid-19. In particolare, 17.524 euro sono stati destinati a sostenere le loro attività, il che ha sollevato alcune polemiche. Alessi ha commentato che, sebbene non si possa negare la legittimità di tali sovvenzioni, potrebbe sembrare strano che un gruppo di successo come i Maneskin avesse veramente bisogno di aiuti economici. Questa situazione ha riaperto il dibattito su come i fondi pubblici siano distribuiti e utilizzati nel settore musicale.
Confronti con altri artisti
I Maneskin non sono i soli artisti ad aver beneficiato di sovvenzioni statali durante la pandemia. Alessi ha anche citato il caso di Chiara Ferragni, che ha ricevuto contributi significativi per le sue aziende. La Ferragni ha ottenuto 116.023 euro per Sisterhood, 16.818 euro per TBS Crew Srl e 17.951,53 euro per Fenice Srl. Questi casi hanno suscitato discussioni accese nel pubblico riguardo all’equità della distribuzione dei fondi pubblici, specialmente quando si tratta di personaggi noti e di successo. Tali eventi evidenziano le complesse dinamiche tra arte, economia e sostegno governativo, sollevando interrogativi sulla trasparenza e sulla necessità di tali aiuti in un settore già prospero.
Le rivelazioni di Alessi offrono uno sguardo affascinante sulla realtà economica dei Maneskin, i quali continuano a conquistare il cuore del pubblico con la loro musica e il loro talento. Il futuro della band, tra sfide e opportunità, rimane da vedere.
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