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Mad Unicorn: recensione della miniserie Netflix


La recensione della miniserie di Nottapon Boonprakob incentrata sulle vicissitudini della prima grande startup thailandese. Dal 29 maggio 2025 su Netflix.

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Netflix ha già di per sé una sezione molto ampia di quelli che sono film e serie asiatiche. L’offerta e è tuttavia in continua espansione con il rilascio mensile sulla piattaforma a stelle e strisce di nuovi contenuti. Tra i più gettonati e apprezzati dagli abbonati ci sono quelli seriali provenienti dalle diverse industrie dell’audiovisivo della variegata, importante e vasta fetta di mercato collocata nella suddetta area geografica, alla quale appartiene anche la produzione thailandese. Ed è da qui che il broadcaster statunitense ha pescato Mad Unicorn, la miniserie in sette episodi (della durata media di 60 minuti circa cadauno) scritta e diretta da Nottapon Boonprakob, disponibile in streaming dal 29 maggio 2025.

Mad Unicorn ci porta nel duro e spietato mondo delle startup valutate oltre un miliardo di dollari

Il titolo è una chiara lettera d’intenti che si cela dietro un simbolismo ben preciso che fa riferimento da una parte alla prima startup “unicorno” della Thailandia, ossia la Thunder Express, specializzata nel servizio di consegne espresse, dall’altra alla pazzia di una creatura mitologica catapultata in un’Asia dove il capitalismo selvaggio danza sulle rovine dell’etica. Per chi non lo sapesse, le aziende “unicorno” nel gergo tech sono startup valutate oltre un miliardo di dollari e quella in questione è una di esse. Per sua sfortuna però prima di emergere e diventare un colosso nel settore di appartenenza ha dovuto farsi strada e difendersi da una spietata e sempre più numerosa e agguerrita concorrenza proliferata nel Paese a seguito del successo ottenuto.

Mad Unicorn si ispira dunque a fatti realmente accaduti, portandoci nella vita del suo fondatore e le difficoltà che ha dovuto affrontare per costruirla, partendo da un lavoro in una miniera di sabbia. Il suo nome è Santi, un giovane dalle origini umili che sette anni prima lasciava le montagne per gettarsi anima e corpo nell’inferno urbano delle consegne espresse. Un settore che, ai più, potrebbe sembrare poco affascinante, ma che qui diventa campo di battaglia moderno, metafora perfetta di un’Asia in fermento dove la competizione è spietata e l’innovazione corre più veloce dei corrieri in scooter.

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La coatica Bangkok diventa il terreno di scontro di una lotta senza esclusione di pacchi tra imprese di consegna espressa

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A fare da sfondo alle intricate vicende della miniserie c’è la caotica Bangkok, che diventa il terreno di scontro di una lotta senza esclusione di pacchi tra l’impresa creata da Santi e le dirette concorrenti, compresa quella ora di proprietà del perfido e privo di scrupoli magnate locale Kanin, che con un abilissimo quanto scorretto gioco di prestigio finanziario era riuscito qualche anno prima a sottrarre l’idea e le quote della società all’allora ingenuo e inesperto protagonista. Nel corso degli episodi, uno più avvincente dell’altro, si assiste al percorso ad ostacoli e a tratti minato che Santi dovrà affrontare per emergere come individuo e come imprenditore con la propria società fino alla consacrazione umana ed economica, dovendo schivare tradimenti e tentativi di sabotaggio per poi contrattaccare colpo su colpo. Per farlo stringerà un’alleanza con un’acuta finanziatrice di nome Xiaoyu e con Ruijie, un prodigio della programmazione sui generis e burbero.

Mad Unicorn è un riuscito ed efficace mix di coming-of-age, thriller e dramma aziendale

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Ovviamente quando si parla di start-up la pietra di paragone audiovisiva non può non essere The Social Network, molto di più dell’ultima film diretto dal compianto Alessandro D’Alatri nel 2017, ossia The Startup – Accendi il tuo futuro. Le analogie e i temi centrali sono più o meno gli stessi, vale a dire l’ambizione, il riscatto e la ricerca spasmodica – quasi ossessiva – del successo a tutti i costi da parte di un outsider geniale messo però in panchina dalla vita e dalla mancanza di meritocrazia. Anche in Mad Unicorn dunque alla scalata sociale ed economica si alternano i capitoli del romanzo di formazione e crescita di un ragazzo che diventerà sotto i nostri occhi un adulto. Ma Boonprakob nel disegnare narrativamente e tecnicamente questo duplice viaggio ha avuto abbastanza buon senso da non mettersi in diretta competizione con la pellicola di David Fincher, prendendo a prestito da lui soltanto quella velocità di montaggio necessaria per trasportare la regia nella contemporaneità e rendere la fruizione più scorrevole e accattivante possibile per lo spettatore di turno. Questo si troverà davanti a una piacevole quanto inaspettata sorpresa, quella di una riuscita miniserie capace di mescolare coming-of-age, thriller e dramma aziendale con qualche tocco di commedia. Il tutto tra l’altro ben recitato da un cast assortito e zeppo di star locali come il talentuoso Ice-Natara Nopparatayapon nei panni di Santi, che gli addetti ai lavori ricorderanno per la sua pregevole interpretazione in One for the Road, oltre ai colleghi Janeyeh Jiranorraphat (Xiaoyu), Palang Rockslip (Ruijie) ed Ek-Thaneth Warakulnukroh (Kanin).

Mad Unicorn: valutazione e conclusione

Mad Unicorn cinematographe.it

Piacevole e inaspettata sorpresa, la miniserie diretta da Nottapon Boonprakob ci porta alla scoperta della vera storia della prima startup thailandese e del suo fondatore. L’autore mescola in maniera efficace coming-of-age, thriller e dramma aziendale con qualche tocco di commedia, dando forma e sostanza a un prodotto seriale davvero avvincente e ben confezionato. Mad Unicorn trascina lo spettatore al seguito dell’odissea umana e finanziaria del protagonista, facendo sprofondare entrambi nelle “sabbie mobili” del mondo caotico e spietato delle aziende da un miliardo di dollari. Una nota di merito va anche al contributo del nutrito cast, laddove spiccano le interpretazioni di Ice-Natara Nopparatayapon e Janeyeh Jiranorraphat, rispettivamente nei panni di Santi e Xiaoyu.


Regia – 3.5

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Sceneggiatura – 4.5


Fotografia – 3.5


Recitazione – 4


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Sonoro – 3.5


Emozione – 4

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