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L’Europa punta alla semplificazione: meno burocrazia per un mercato unico più competitivo


(di Katherine Puce) In un contesto globale sempre più competitivo, l’Europa si trova oggi di fronte alla sfida cruciale di rafforzare la propria attrattività per le imprese. Le sfide normative, di innovazione e di transizione, tanto digitale quanto green, si fanno infatti sempre più pressanti. In un panorama eterogeneo, in cui piccole, medie e grandi imprese richiedono un’attenta analisi, è necessario adottare strategie capaci di colmare il divario tra PMI e multinazionali.

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Verso un nuovo modello industriale europeo

In questo quadro, è fondamentale la revisione delle politiche industriali, all’interno di un nuovo modello economico che renda l’Europa più favorevole agli investimenti, all’innovazione e allo sviluppo. Le aziende attendono dall’Unione Europea una semplificazione burocratica che possa gettare le basi per un ambiente più dinamico, stabile e competitivo, soprattutto per i settori strategici.

Comunicazione COM(2025)500: la strategia per il mercato unico

La risposta è arrivata con la presentazione ufficiale a Bruxelles, presso la Commissione Europea, del documento strategico denominato Comunicazione COM(2025)500. Con questo atto, la Commissione comunica formalmente al Parlamento Europeo e agli altri organi la propria linea guida per il mercato unico europeo. Il documento rappresenta anche un tentativo concreto di eliminare le barriere che ostacolano la competitività, rendendo ad esempio l’Italia più attrattiva per le PMI.

Tra i punti principali emerge la volontà di ridurre la burocrazia per l’avvio di attività, semplificare la complessità normativa e superare la frammentazione delle regole europee. L’obiettivo è eliminare norme superflue che limitano l’erogazione di servizi alle imprese. Al centro ci sono proprio le PMI, per cui è prevista l’introduzione dello “SME ID”, un nuovo strumento digitale volto a semplificare il processo di verifica dello status aziendale e a rafforzare il commercio transfrontaliero, consolidando la rete di contatti delle imprese.

Il mercato unico potrebbe così prendere nuova forza anche sul piano pratico. Il documento prevede infatti l’introduzione di uno “Sherpa”, incaricato di monitorare e coordinare l’attuazione della strategia, che sarà designato dagli Stati membri.

Le small midcaps

L’attenzione dell’UE verso le PMI non è una novità. Già lo scorso anno, la Commissione Europea ha proposto l’introduzione della categoria di imprese “small midcaps”, pensata per accompagnare la crescita delle imprese da PMI a grandi aziende, senza imporre un passaggio normativo troppo oneroso. Le small midcaps, secondo la proposta, sono aziende con fino a 750 dipendenti, e rientrano nel più ampio “pacchetto Small Midcap Omnibus”, la cui adozione è prevista per il 2025.

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Le preoccupazioni di SMEunited

Tuttavia, non mancano preoccupazioni. In questi giorni, SMEunited, organizzazione indipendente che rappresenta le PMI a livello europeo, ha lanciato un allarme sui possibili rischi legati all’introduzione della nuova categoria, temendo che essa possa oscurare l’accesso ai fondi destinati a micro e piccole imprese.

Questi obiettivi devono restare una priorità per i fondi europei. Affinché l’Europa continui a essere una destinazione privilegiata per fare impresa, sarà essenziale garantire che il nuovo assetto non penalizzi le micro e piccole imprese, vero motore dell’economia europea. La vera sfida, oggi, è costruire un ambiente equo e scalabile per aziende di tutte le dimensioni, a sostegno di un’Europa più competitiva, inclusiva e orientata alla crescita sostenibile.



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