Il manifatturiero lombardo è alla ricerca entro luglio di 270 mila nuovi occupati, soprattutto profili tecnici legati al digitale

Malgrado oramai la condizione di incertezza — generata prima dalla crisi energetica come causa del conflitto ucraino e alimentata più recentemente dalla guerra commerciale innescata dall’amministrazione Trump II — abbia incominciato ad assumere i tratti strutturali e caratteristici di un’epoca, quella degli anni Venti del terzo millennio, il manifatturiero lombardo — e non fanno eccezione le imprese attive in provincia di Brescia — è alla continua ricerca di nuovi occupati. Certamente oggi più di ieri sono le competenze tecnico-digitali quelle più favorite dalla congiuntura, ma è comunque un dato che conferma la volontà di un’economia locale salda e ancora ben patrimonializzata di rispondere proattivamente alle contrastati spinte che provengono sia da Est che da Ovest.

Sfide che si inseriscono in una fase del mercato del lavoro lombardo estremamente dinamico poiché, se nel 2024 il tasso di occupazione si è attestato al 69,4% — un dato superiore alla media nazionale (62,2%) — i numeri più che positivi si riflettono anche nelle previsioni per i prossimi mesi: secondo l’elaborazione della società di recruiting Hays su base dati Unioncamere-Anpal, da maggio a luglio le imprese lombarde prevedono di assumere 270.910 risorse, 33.920 solo nel Bresciano. 

L’intelligenza artificiale continuerà a essere protagonista. Se da un lato la quota di professionisti che dichiarava di utilizzare tecnologie o strumenti di Ia generativa è passata dal 20% nel 2023 al 43% nel 2024 — segnale che questa tecnologia viene ormai percepita più come un’opportunità che come una minaccia per l’occupazione —, per il 2025 l’attenzione sembra si stia spostando sulla difficoltà per le aziende nel distinguere i veri esperti di Ia da quelli che Hays chiama «pseudo-esperti». Molte imprese, infatti, si concentrano ancora su applicazioni molto specifiche dell’intelligenza artificiale, come il supporto alla produttività e l’automazione dei processi, trascurando invece gli impieghi strategici più estesi della tecnologia. 

«Il futuro del lavoro non è solo una questione di tecnologie, ma di visione — ragiona Manuela Vergano, director di Hays Italia —. Da oggi le aziende che sapranno distinguere il talento autentico, colmare il divario di competenze e mettere al centro la persona saranno quelle capaci di costruire un vantaggio umano prima ancora che competitivo. È il momento di investire nel potenziale delle persone, perché è lì che nasce l’innovazione più vera».

Nel frattempo a gettare uno sguardo sul futuro è il «ReportAziende» da una decina di anni prodotto dalla società comasca di analisi economico-finanziarie Media Asset, secondo cui la Lombardia potrebbe registrare una crescita del fatturato tra il +3% e il +5% annuo fino al 2026, grazie a investimenti in digitalizzazione, infrastrutture e sostenibilità: «La Lombardia è potente, ma non uniforme. Cresce chi investe, innova, si apre a nuovi mercati — afferma Vincenzo Augurio, ceo di ReportAziende —. Le aziende che crescono sono quelle che anticipano il cambiamento, investono in tecnologia, valorizzano il capitale umano e si alleano per rafforzare le proprie filiere».

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