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«Basta burocrazia, serve uno snellimento»


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Nel 2025 le imprese artigiane della Marca continuano a scontrarsi ogni giorno con un nemico silenzioso ma costante: la burocrazia. Secondo CNA, una piccola impresa dedica in media oltre 300 ore l’anno a adempimenti amministrativi, autorizzazioni, modulistica, incroci di normative. Un carico che sottrae tempo, energia e risorse a chi lavora, produce, assume: 43 miliardi di euro di costi a spese del sistema produttivo italiano. 

«In un contesto già reso difficile dall’incertezza economica e dai costi elevati, il peso della burocrazia rischia di diventare insostenibile – denuncia la Presidente di CNA Mandamento di Treviso, Lucia De Bortoli – chiediamo allo Stato e agli enti locali di applicare davvero il principio “Think small first”: ogni norma, ogni procedura, ogni obbligo deve essere pensato prima di tutto per chi ha dieci dipendenti, non per chi ha dieci avvocati».

CNA ha messo a punto alcune proposte di semplificazione (a costo 0): applicarne anche solo la metà significherebbe risparmiare 50 ore e 1.500 euro all’anno per ogni impresa. Un taglio netto a costi inutili, un’iniezione di ossigeno per oltre 800mila imprese attive in Italia.

Dalla digitalizzazione dei procedimenti all’eliminazione di doppioni tra enti, fino a soglie di esenzione per microimprese: l’obiettivo è permettere agli imprenditori di tornare a fare il loro mestiere. Un’insegna da installare può richiedere mesi e passaggi in nove enti diversi. Una definizione poco chiara – come nel caso dei “rifiuti tessili” – può bloccare la nascita di una filiera del riciclo. E chi vuole partecipare ad un appalto pubblico? Deve iscriversi a 25 piattaforme diverse, replicando le stesse informazioni ogni volta.

La strategia della CNA è chiara e articolata in quattro linee di azione: Regole uguali per tutti, in tutta Italia. Basta con la giungla di norme e modulistiche che cambiano da Comune a Comune. Serve un sistema uniforme e trasparente; uno sportello unico digitale: un solo punto d’accesso, una sola piattaforma, un solo controllo. Le imprese non devono più perdere tempo a inviare più volte gli stessi documenti; fascicolo elettronico d’impresa ben gestito, anche grazie al supporto delle associazioni, che possono alleggerire le imprese dagli aspetti più tecnici e burocratici; semplificazioni mirate per le attività artigiane, con l’eliminazione di autorizzazioni superflue e l’accelerazione delle pratiche come SCIA, nulla osta sanitari, licenze.

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In questa direzione si muove anche la nuova normativa che rafforza l’uso del fascicolo d’impresa per coordinare i controlli ispettivi. Ma non è sufficiente: CNA chiede che le associazioni possano, su delega dell’impresa, aggiornare direttamente i dati. E poi c’è il paradosso degli appalti pubblici: oggi una piccola impresa può arrivare a spendere fino a 5.000 euro solo per iscriversi a piattaforme diverse. Un registro unico nazionale taglierebbe i costi del 70% e aprirebbe davvero il mercato anche ai più piccoli.

«Ogni ora che un artigiano passa a compilare scartoffie è un’ora in meno per creare, progettare, formare un giovane, servire un cliente – conclude il Direttore, Fabrizio Geromel – ogni bando inaccessibile è un’occasione persa per il territorio. Ora è il momento della politica. Servono riforme vere, rapide e misurabili. E serve il coraggio di ascoltare chi lavora.».

Per CNA Mandamento di Treviso, il 2025 deve segnare un cambio di passo: meno vincoli e più fiducia per chi ogni giorno contribuisce con il proprio lavoro a tenere viva l’economia trevigiana. L’associazione rilancia il suo impegno a fianco degli imprenditori, chiedendo che lo stesso facciano le istituzioni, a ogni livello



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